Alla fine ha vinto il buonsenso. Per fortuna. La vicenda della partita "non disputata" tra la Pieralisi Pan e l'Elettromeccanica Angelini Cesena ha vissuto ieri la sua ultima puntata. A scrivere definitivamente la parola fine sulla questione è stata la Corte Sportiva di Appello, che a circa un mese di distanza dal 20 febbraio, data del match, ha di fatto accontentato un po' tutti: alla Pieralisi è rimasta la simbolica vittoria per 3 a 0 a tavolino, alle romagnole sono stati restituiti i punti di penalizzazione e la parte di cauzione intascata dalla Federvolley per punizione. "Considerate, tuttavia, le particolari circostanze del caso concreto - si legge nell'ultimo punto della sentenza - quali le serrate tempistiche della vicenda - che hanno di fatto reso impossibile al sodalizio appellante rispettare il Protocollo - e che, al contrario, se il sodalizio avesse agito nel rispetto dello stesso, avrebbe certamente determinato un concreto danno per la salute pubblica, essendo poi emersa dall'esecuzione dei tamponi l'effettiva positività al virus non solo dell'atleta inizialmente sintomatica ma anche di una compagna di squadra".
Pieralisi Pan-Cesena, l'ultima puntata
Alla fine ha vinto il buonsenso. Per fortuna. La vicenda della partita "non disputata" tra la Pieralisi Pan e l'Elettromeccanica Angelini Cesena ha vissuto ieri la sua ultima puntata. A scrivere definitivamente la parola fine sulla questione è stata la Corte Sportiva di Appello, che a circa un mese di distanza dal 20 febbraio, data del match, ha di fatto accontentato un po' tutti: alla Pieralisi è rimasta la simbolica vittoria per 3 a 0 a tavolino, alle romagnole sono stati restituiti i punti di penalizzazione e la parte di cauzione intascata dalla Federvolley per punizione. "Considerate, tuttavia, le particolari circostanze del caso concreto - si legge nell'ultimo punto della sentenza - quali le serrate tempistiche della vicenda - che hanno di fatto reso impossibile al sodalizio appellante rispettare il Protocollo - e che, al contrario, se il sodalizio avesse agito nel rispetto dello stesso, avrebbe certamente determinato un concreto danno per la salute pubblica, essendo poi emersa dall'esecuzione dei tamponi l'effettiva positività al virus non solo dell'atleta inizialmente sintomatica ma anche di una compagna di squadra".