Nessuno RossoBlù

20 anni fa l'A1. Volpicella: "L'anno di Jesi è stato il più bello della mia carriera"


Il primo protagonista della meravigliosa cavalcata rossoblù della stagione 2000/01, che ha scelto di aprire il suo cassetto dei ricordi per raccontare a Nessuno Rossoblù quel memorabile campionato, concluso con la promozione in A1 della Monte Schiavo non poteva essere che il timoniere di quella squadra: Giovanni Volpicella, detto Gianni, nato a Bari nel 1958 ma cresciuto a Busto Arsizio, dove oggi vive, lavora ed ovviamente, ancora allena. 
Nel 2000 quando arrivò a Jesi, Volpicella aveva 42 anni, un curriculum speso tutto attorno casa, a Cislago, una sfortunata parentesi a Modena con l'esonero a fine novembre ed un anno a Fabriano in B1. «L'anno di Jesi è il ricordo più dolce e più caro della mia carriera. Mi sento ancora con tanti dello staff!» esordisce il coach della promozione in A1. «L'estate per Jesi era stata quella dell'addio di Maurizio Moretti, l'allenatore storico. - prosegue il tecnico lombardo - Per due volte erano arrivati alla "bella" della finale play-off promozione ma non ce l'avevano fatta a salire in A1. Io avevo allenato in A1 a Modena ma sono finito a Jesi per caso. Nella stagione precedente allenavo a Fabriano, venni contattato dal procuratore Saltini ma non ero il primo della lista ma sono stato capace di raggiungere il risultato. Alla Monte Schiavo sono cresciuto, come è cresciuto tutto il gruppo. Mi sono trovato di fronte un'organizzazione di alto livello, alla quale ho dato un'impronta. Diciamo che la cosa è stata reciproca!». (foto Pieralisi Volley). Oggi Volpicella si divide tra l'insegnamento e la pallavolo nella natia Busto Arsizio, dove da dieci anni allena la squadra maschile in serie C, con cui si prepara a disputare i play-off promozione. «Siamo stati fortunati e bravi. - continua nel suo racconto - In quegli anni c'era la convinzione che chi aveva giocatrici di serie A1 riusciva a salire nella massima categoria. Noi avevamo solo le straniere che venivano dalla A1: Fledderus aveva giocato a Napoli, Roll l'anno prima era a Reggio Calabria e Pan Wen Li a Modena. Avevamo una squadra particolare, senza un opposto classico che attaccava la palla alta. Il punto di svolta è stato quando Anna Paola Mattiolo ha sostituito la titolare Ester Franco. Non era una situazione facile. Quando lei ha cominciato ad esprimersi ad alto livello, ho capito che potevamo arrivare in fondo. Venivamo dalla sconfitta pesante in finale di Coppa Italia a Trecate, dove eravamo stati rimontati dal 24-16 nel primo set. In quel momento però, la squadra ha reagito».Dopo il ko in Coppa Italia a metà marzo, la Monte Schiavo mise in fila una vittoria dietro l'altra, fino alla festa di Cecina. «Il punto della promozione me lo ricordo bene. - confessa Volpicella - In tanti anni di carriera mai mi è capitata una situazione così gratificante: la giocatrice di Sesto, Rocchi, che blocca la palla. È stato un onore, ci eravamo meritati la vittoria». Per il coach lombardo quelle jesine sono state due stagioni speciali, non solo dal punto di vista sportivo. «A Jesi è nato il mio primo figlio nel corso di quel campionato; l'anno dopo è arrivato il secondo. Questo fatto mi rende felice. È stata una stagione serena, tutto era nuovo. Il campionato successivo in A1 invece, è stato più complicato. Ricordo il rapporto con Mirio Graffietti, un dirigente molto professionale. A Jesi ho trovato una struttura societaria che non avevo mai visto in Italia. Ho contribuito a farla crescere, come ad esempio la parte fisioterapica, creata in quegli anni: è stato un valore aggiunto». FORZA JESI! Nessuno.