Nessuno RossoBlù

La scalata di Vallefoglia


Dunque a distanza di un anno e mezzo circa dall'addio di Filottrano per problemi economici, le Marche tornano in A1 e lo fanno grazie alla Megabox Vallefoglia, che sabato scorso vincendo gara 2 di finale play-off con Pinerolo, ha completato la scalata del volley nazionale. E pensare che questa società fino a quattro anni fa neppure esisteva; il club nero-verde infatti, era stato fondato nel 2019 ed aveva subito comprato il titolo di B1 dall'Ospitaletto chiarendo subito il suo obiettivo: riportare Pesaro - una città con alle spalle anni di scudetti e coppe varie con il sodalizio Robursport e Scavolini - nel massimo campionato nazionale, la serie A1. Per accelerare i tempi i dirigenti pesaresi (alcuni provenienti proprio dall'avventura con la Robursport) avevano allestito una squadra molto esperta, con un allenatore preparato come Bonafede e con giocatrici dal passato in serie A1 come la ex Monte Schiavo Elisa Cella.
Purtroppo tra il sogno promozione in A2 e Vallefoglia ci si è messo di mezzo il Covid-19, che ha stoppato sul più bello il campionato di B1 2019/20, con la Megabox quinta ma non troppo distante dalla capolista Volleyrò Casal de'Pazzi Roma e dalla sua inseguitrice più diretta, la Termoforgia Castelbellino. Il presidente Ivano Angeli ed i suoi consiglieri però, non si sono persi d'animo e quella A2 sfuggita sul campo se la sono comprata, acquistando il titolo di Baronissi. Il resto è storia. Una campagna acquisti notevole, con elementi di spessore (la statunitense Kramer, Alice Pamio), altre di grande esperienza (Lucia Bacchi). Una prima fase trascorsa sempre nelle prime posizioni fino al sorpasso nel finale sulla sorpresa Cutrofiano; una seconda fase conclusa al secondo posto dietro l'Acqua & Sapone Roma, promossa al termine della stagione regolare. Poi i play-off con un solo momento difficile, la sconfitta in gara 1 di semifinale a Sassuolo, poi ribaltata con carattere nelle due partite successive. (foto facebook.com/MegaboxVolley).Ora dopo questa cavalcata trionfale, purtroppo senza il calore del pubblico, per la Megabox inizia la sfida più difficile, che a ben vedere non è quella del campo, dove ci sarà comunque, da rinforzare una rosa già in disfacimento per ritiri ed addii come quelli di Kramer e Bacchi, solo per citare i due più eccellenti. La sfida più importante e più urgente è quella societaria, cioé evitare lo stesso finale delle due avventure precedenti delle formazioni pesaresi, uscite di scena per problemi economici. La Robursport abbandonò la serie A per l'addio dello sponsor Scavolini; la sua erede diretta, il Volley Pesaro, dopo essere ripartita dalla B1, nel giro di quattro anni tornò in A1 e addirittura nel campionato 2017/18 giocò i quarti dei play-off. Di lì a poco però, arrivò il comunicato dove si annunciava di aver "perso la partita più importante" a causa di un budget insufficiente per affrontare in maniera dignitosa la serie A1. Mi auguro che la storia non si ripeta. Forse per evitare di rivivere di nuovo questo triste film la società ha scelto di non avere la base a Pesaro ma a Vallefoglia, comune di poco meno di quindicimila anime nato nel 2014 dalla fusione di Colbordolo e Sant'Angelo in Lizzola, dove la squadra gioca le gare casalinghe (nel vecchio "PalaDionigi", storica casa della Robursport). Una volta terminato l'incubo del Covid e riaperti i palazzetti al pubblico chissà che non mi venga in mente una domenica senza le prilline, di andarmi a vedere una partita di A1 delle "tigri" (una volta erano colibrì...)? Mai dire mai... Nella scalata di Vallefoglia c'è anche un po' di rossoblù jesino, perché il titolo di B1 lasciato vacante dalla Megabox è stato acquistato proprio dalla Pieralisi Pan, che così ha potuto alzare ancor di più il livello del suo progetto giovani, oramai un po' stretto in B2. Inutile dire che quando si nominano le sfide tra Jesi e Pesaro, vengono subito in mente le semifinali play-off del 2006 e del 2007. Bei tempi, lontani. FORZA JESI! Nessuno.