Nessuno RossoBlù

Il mio ritorno al PalaTriccoli


6 maggio 2010. Il mondo ballava Waka Waka di Shakira, mentre in Italia le radio passavano Mondo di Cesare Cremonini. Il presidente degli Stati Uniti era Barak Obana, Giorgio Napolitano invece, sedeva al Quirinale. Nel mondo del volley femminile italiano si giocava gara 4 quattro di semifinale play-off scudetto ed in campo al PalaTriccoli c'erano la Monte Schiavo di Rinieri, Bown, Sokolova, di coach Nesic, e dall'altra parte la Scavolini Pesaro lanciata verso il suo terzo tricolore. Finì con una vittoria per 3 a 0 delle adriatiche, che guadagnarono così il pass per la finalissima contro la corazzata Villa Cortese. Non ho tirato fuori a caso questo ricordo dal mio cassetto, perché quel derby marchigiano oltre ad essere stata l'ultima partita della Monte Schiavo in serie A (poche settimane dopo ci fu la dolora Decisione), è stata anche l'ultima partita di pallavolo che ho visto al PalaTriccoli, almeno fino a giovedì sera, quando la Pieralisi Pan ha giocato l'amichevole con Potenza Picena.
Certo, in questi dieci e passa anni ho frequentato il palazzetto altre volte, per il basket, per altri eventi sportivi, non ultimo il "Mancini Day" di due settimane fa, ma la pallavolo quella no, per vedere una partita di pallavolo ero sempre finito altrove, per lo più dalle parti di via Tessitori, dove c'è la "Carbonari" o in qualche palasport delle Marche. Per me la pallavolo al PalaTriccoli era finita quella sera dei primi di maggio del 2010, con quello 0-3 che aveva messo fine alla stagione rossoblù. Ci ho pensato molto mentre mi dirigevo con la mia auto verso via Tabano, cosa che non facevo più proprio dal 2010. Credevo che sarei tornato nella più importante struttura indoor cittadina solo se la Pieralisi avesse vinto il campionato, solo se fosse arrivata la promozione. Invece, a forzare il trasloco è stata una serie di circostanze, come il Covid ed alcune decisioni del Comune di Jesi.Ho avuto modo di scrivere in altri post che mi ero affezionato alla "Carbonari", soprattutto per una questione di comodità. Almeno per me, era di facilissima accessibilità: in cinque minuti ci arrivavo a piedi. Zero traffico, zero stress. Adesso toccherà riabituarsi a quella che era stata una consuetudine ai tempi della serie A, anche se il sabato pomeriggio dubito che dovrò girare per trovare parcheggio attorno al PalaTriccoli, come accadeva quando la Monte Schiavo affrontava Bergamo, Perugia o Novara ai tempi belli. Dal 16 ottobre potremo stare più larghi ma soprattutto, potremo essere più numerosi dei venti cristiani che le stringeti regole anti Covid avrebbero consentito in via Tessitori. Almeno in questo senso, sarà bello tornare al PalaTriccoli. Mentre me ne andavo, ho incrociato coach Luciano che mi ha fatto una battuta proprio sul palazzetto. Gli ho risposto citando un famoso meme: "Non ce la faccio, troppi ricordi". E' la verità. Quando Jesi sfidava ad armi pari la Foppapedretti, la Despar o l'Asystel, gente come Erica Paolucci o Laura Canuti aveva appena due o tre anni, neppure sapeva cosa era la pallavolo. Capisco di essere vecchio da questo, dal fatto che per me tornare al PalaTriccoli è qualcosa di particolare: qui mi sono innamorato del volley e di questi colori, quando la squadra navigava ancora in A2 e le giocatrici si chiamavano Toso, Marinelli, Romanin, Luciani e l'allenatore arrivava da Ancona, il mitico Maurizio Moretti. Ci ho visto tante partite e grandi campionesse sia vestite di rossoblù sia di altri colori; ho vissuto grandi gioie (poche) e tanti dolori, che appena varcata quella porta mi sono tornate in mente. Magari nei prossimi giorni cercherò di fare una classifica delle più grandi partite giocate dalle prilline in via Tabano, con la speranza di poterla poi aggiornare a maggio. FORZA JESI! Nessuno.