Nessuno RossoBlù

Dirigenti (e) tifosi


Non volevo scrivere questo post, avrei preferito sinceramente parlare della prova di carattere della Pieralisi Pan contro una delle formazioni più talentuose e atleticamente esplosive del girone, il Volleyrò, da sempre ai primi posti nei campionati giovanili e fucina di giocatrici per il Club Italia. Mi sarebbe piaciuto scrivere della commovente prestazione offensiva di Martina Pirro, dell'utilità di Erica Paolucci, della grinta da ex di turno di Ilaria Durante o della delusione di Beatrice Malatesta alla fine della gara ed invece, mi tocca a malincuore scrivere ancora una volta dell'angolo rossoblù, che sabato scorso ha dato ancora spettacolo, uno spettacolo non degno di un club importante come la Pieralisi Volley, che vorrei fosse un esempio positivo per le altre società, non un modello da non seguire mai. 
Mi riferisco ovviamente a quanto accaduto nel terzo set del match con le romane, una frazione fortemente condizionata dagli errori arbitrali su entrambi i fronti. La Pieralisi è stata lesta a protestare con una intervista al Presidente pubblicata sui canali del club già domenica. Dovrei farlo anche io? La verità è che non mi piace scrivere di questi temi, in generale non mi piace parlare di torti arbitrali perché credo sempre nella buona fede dei direttori di gara, spesso utilizzati come capri espiatori per coprire le colpe di altri, come giocatrici, allenatori e dirigenti. Gli arbitri sono umani, commettono errori e questo purtroppo, va accettato. Più ci penso e più sono convinto che tutte quelle proteste e delle urla di Fiorenzo e del Presidente hanno causato l'effetto contrario, hanno deconcentrato ed innervosito Paolucci & co, che da lì in avanti non sono più state lucide ma si sono fatte trascinare dagli eventi. Il cartellino rosso a Durante credo sia frutto di quella situazione, oltre che della frustrazione di vedere un set sfuggire di mano.  Ognuno è libero di vivere la partita come vuole; c'è chi resta per lo più in silenzio come me, chi incita la propria squadra e chi urla e sbraita al primo errore. Cerco sempre di tollerare ogni tipo di reazione, perché alla fine siamo umani e non macchine. Però, quello che hanno combinato Fiorenzo ed il Presidente sabato non mi è piacuto per niente. Se il numero uno di una società dopo un errore arbitrale fa il gesto del "via, via, ritiriamo la squadra dal campo!" vuol dire che abbiamo toccato davvero il fondo. Mi dispiace tornare su questo argomento ma voglio essere chiaro. Quando si indossa la divisa della squadra, che può essere la Pieralisi Jesi, la Libertas o Conegliano, si deve capire che si rappresenta nel bene e nel male quel club, che si è anche dei modelli di comportamento sia quando le cose vanno bene sia quando, come nel caso di sabato, si subiscono dei torti. Il discorso vale lo staff tecnico e dirigenziale ma anche per le ragazze, perché una giocatrice non può prendersi un cartellino rosso per proteste. Ci può stare una reazione, perché a nessuno piace perdere, però bisogna sempre capire che il ruolo ci impone in certo comportamento. Io faccio il tifoso e potrei urlare, inveire contro l'arbitro, dare anche della "pu**ana" ad una giocatrice avversaria (ma non lo faccio perché so che è un comportamento sgradevole). Chi indossa la divisa della società (ma anche chi la dirige) non è un tifoso, non può e non deve tenere mai un comportamento sopra le righe. Sabato pomeriggio c'era parecchia gente al PalaTriccoli, c'erano alcune bambine del settore giovanile in tribuna ed a bordo campo con le loro famiglie. Cosa possono aver pensato i genitori quando hanno visto comportamenti del genere da parte di adulti che dovrebbero seguire le loro figlie nell'attività sportiva settimanale? Continueranno ad avere fiducia? Mi viene da pensare che quella di sabato è stata l'ultima gara casalinga della Pieralisi. Per fortuna. FORZA JESI! Nessuno.