Nessuno RossoBlù

Un sabato sera al settimo cielo


Ho perso dieci anni della mia vita sabato pomeriggio sulle gradinate del PalaTriccoli. Quando sono uscito dal palazzetto poco prima delle 21.30, la partita era terminata da un pezzo, eppure avevo ancora la maglietta tutta sudata, come se avessi giocato io la gara, ed invece ero stato solo uno degli spettatori. Certo, la giornata praticamente estiva ha resto l'impianto di via Tabano più simile ad una fornace che ad un palasport, ma quello che mi ha distrutto è stata la tensione del match, la paura di retrocedere dopo una stagione trascorsa sempre in zona tranquilla fino all'harakiri rossoblù di queste ultime settimane di campionato. Fin dal mattino ho cominciato ad avvertire quella preoccupazione, prima leggera poi man mano che passavano le ore e ci si avvicinava alle 18.30, sempre più forte tanto che alle 17.45 non ce l'ho fatta più e sono andato al palazzetto: avevo bisogno di sicurezze, era troppa la voglia di sapere se la Pieralisi avrebbe giocato con la formazione titolare oppure sarebbe stata rimaneggiata come accaduto a Nocciano.
Questi play-out che avrei volentieri evitato, come d'altronde lo avrebbero fatto Paolucci & co, mi hanno dato la possibilità di rivedere una giocatrice del recente passato rossoblù, Candida Viscito, fresca di promozione in B1 con la sua Baronissi ma soprattutto ragazza rimasta molto affezionata ai colori rossoblù. L'ultima volta che ci eravamo visti era una bella serata a San Giovanni in Persiceto dopo una rotonda vittoria per 3 a 0; la Pieralisi ancora era in B2, giocava alla "Carbonari" e lei si era da poco infortunata seriamente ad un ginocchio contro l'Apav della mia pupilla Valeriana. "Non potevo mancare!" mi ha salutato Candida, che non era l'unica ex jesina sugli spalti, c'era anche l'immancabile Maria Chiara Paparelli, grande amica di Martina Pirro; anche lei reduce dalla promozione in B1 con Corridonia. La ex regista della Pieralisi 2017/18 era venuta anche a Nocciano ma non si era goduta un grandissimo spettacolo, sabato invece ha ammirato la partita perfetta delle prilline e di Martina.La Pieralisi aveva chiamato a raccolta il pubblico con l'hastag ComBatt1amo e la gente di Jesi, amici e parenti delle giocatrici, tutti hanno risposto presente per spingere le rossoblù verso la grande impresa. C'era anche una piccola rappresentanza di tifosi ospiti, convinti, dopo il facile successo per 3 a 1, di poter raccogliere quel punto che mancava per restare in B1. La gara si è sviluppata su un altro copione, quello del monologo jesino. Tutta la squadra ha giocato alla grande, ogni ragazza ha messo del suo per realizzare un'impresa che alla vigilia sembrava davvero impossibile: vincere 3-0 o 3-1 più il Golden Set, praticamente un 4 a 0. Erica ha messo la sua attenzione in seconda linea, lasciando le luci della ribalta a Pirro, Canuti e Malatesta; Durante ha diretto alla perfezione l'attacco ed ha fatto davvero male alla Teatina con le sue battute; Benedetta non ha fatto cadere nulla in difesa; Milletti sotto rete è stata sempre attenta. Se l'1-0 era stato salutato con moderata soddisfazione, il 2-0 ed il 3-0 sono stati accolti come una piccola liberazione anche se bisognava completare l'opera.In quei minuti tra la fine della partita e l'inizio della frazione supplementare mi ha assalito la paura della Grande Fregatura più che della Grande Rimonta: "Vincere 3 a 0 e poi, perdere il Golden Set sarebbe una mazzata troppo forte, potrei non sopravvivere" ho pensato. E le prilline, almeno all'inizio, hanno tenuto vivo questo mio timore, andando sotto 1-3. Ma sabato sera la Pieralisi era troppo forte e troppo convinta di vincere; niente e nessuno avrebbe potuto fermarla. Prima Laura Canuti, poi Martina Pirro hanno confezionato il pareggio e la fuga verso la salvezza. Quando la schiacciatrice abruzzese Gorgoni ha sparato out la palla match per la Pieralisi, ero lì a riprendere tutto con il mio cellulare. Spento il telefono confesso di aver pianto e lo scrivo con grande vergogna, perché piangere per una partita di pallavolo di B1 è da sciocchi... In quel momento ho ripensato a tutte le trasferte, a tutti i viaggi fatti in solitudine per vedere la squadra, alle ragazze che non si sono mai arrese, neppure quando la sfortuna si era accanita contro di loro.Caduto l'ultimo pallone è iniziata la festa rossoblù. Abbracci, tante foto di gioia delle ragazze, con lo staff ed il Presidente, che si è anche concesso al mio microfono. Ho lasciato il PalaTriccoli poco prima delle 21.30 solo perché erano arrivati quelli del basket per la partita; avrei voluto restare lì ancora un po', assaporare per qualche istante ancora quella bellissima sensazione che ti regala una vittoria decisiva. Sette giorni prima, di ritorno da Nocciano ero filato dritto a casa, troppo cupo il mio umore per pensare di uscire; sabato sera invece, ero al settimo cielo e me la sono proprio goduta, d'altronde era impossibile non essere allegri: la Pieralisi aveva vinto, si era salvata ed aveva giocato una gran partita. Cosa chiedere di più? GRAZIE JESI! Nessuno.