Sarebbe servita la miglior Pieralisi della stagione, quella che aveva battuto nel giro di una settimana prima il Volleyrò al PalaTriccoli e poi, Cesena al Mini Palazzetto, oppure la squadra tenace e concentrata capace di espugnare il PalaCupola di Pomezia con un quarto set infinito, terminato 33-35. Purtroppo quella Pieralisi lì si è vista solamente a tratti, sicuramente nel terzo set, vinto di "tigna" nonostante l'ambiente intorno fosse pronto a festeggiare la promozione. Quello sforzo però, è costato carissimo a Paolucci & co, che nel quarto proprio non ne avevano più e sono state letteralmente travolte da Altino, che le ha addirittura doppiate, tenendole sempre a debita distanza per evitare brutte sorprese. Non era così che mi ero immaginato l'ultima partita di questa lunghissima stagione, quella che poteva regalare ai colori rossoblù il ritorno in serie A2. Certo, ero consapevole che di fronte c'era un osso duro, quell'Altino che aveva chiuso al primo posto il suo girone, e si giocava in un ambiente totalmente diverso dal PalaTriccoli. Non ero mai stato alla "Silvestrina" (e spero vivamente di non tornarci) ma appena ci ho messo piede, oltre ad avvertire il caldo insopportabile - dentro saranno stati almeno quaranta gradi - ho pensato che sarebbe stata una vera impresa uscire con i tre punti. In realtà mi sono chiesto anche come hanno fatto i dirigenti abruzzesi ad ottenere l'omologazione di un impianto quasi identico ai mitici "palloni" che c'erano in via Zannoni, dietro il Circolo Cittadino.
Stanche alla meta
Sarebbe servita la miglior Pieralisi della stagione, quella che aveva battuto nel giro di una settimana prima il Volleyrò al PalaTriccoli e poi, Cesena al Mini Palazzetto, oppure la squadra tenace e concentrata capace di espugnare il PalaCupola di Pomezia con un quarto set infinito, terminato 33-35. Purtroppo quella Pieralisi lì si è vista solamente a tratti, sicuramente nel terzo set, vinto di "tigna" nonostante l'ambiente intorno fosse pronto a festeggiare la promozione. Quello sforzo però, è costato carissimo a Paolucci & co, che nel quarto proprio non ne avevano più e sono state letteralmente travolte da Altino, che le ha addirittura doppiate, tenendole sempre a debita distanza per evitare brutte sorprese. Non era così che mi ero immaginato l'ultima partita di questa lunghissima stagione, quella che poteva regalare ai colori rossoblù il ritorno in serie A2. Certo, ero consapevole che di fronte c'era un osso duro, quell'Altino che aveva chiuso al primo posto il suo girone, e si giocava in un ambiente totalmente diverso dal PalaTriccoli. Non ero mai stato alla "Silvestrina" (e spero vivamente di non tornarci) ma appena ci ho messo piede, oltre ad avvertire il caldo insopportabile - dentro saranno stati almeno quaranta gradi - ho pensato che sarebbe stata una vera impresa uscire con i tre punti. In realtà mi sono chiesto anche come hanno fatto i dirigenti abruzzesi ad ottenere l'omologazione di un impianto quasi identico ai mitici "palloni" che c'erano in via Zannoni, dietro il Circolo Cittadino.