Nessuno RossoBlù

Tra Como e Vicenza

Tutta colpa di Cesena. Se non ci fossero state Benazzi e compagne, se non ci fosse stata quella balorda sconfitta alla "Comandini" a metà febbraio, con grande probabilità mi sarei goduto dal vivo la grandissima vittoria della Pieralisi a Vicenza, anziché soffrire sul cellulare, lontano oltre duecento chilometri dalle rossoblù. Avevo cominciato ad organizzare la trasferta pochi giorni dopo il "furto" commesso dalla VTB ai danni della Pieralisi. Quella grande prova di carattere, nonostante le assenze, aveva risvegliato il mio entusiasmo; avevo controllato gli orari dei treni sia per l'andata del sabato sia per il ritorno della domenica, per vivere un fine settimana nella città del Palladio, come avevo fatto lo scorso campionato con Lucca/Capannori e Pomezia/Roma. Due viaggi in cui avevo unito la partita (e la vittoria) al turismo. Avevo pure cominciato a dare un'occhiata all'albergo per la notte. Tutto era pronto, dovevo solo pagare. "Se facciamo una buona partita a Cesena, lunedì compro i biglietti del treno e fermo l'albergo" mi ero detto alla vigilia del match con la Angelini. Volevo fortemente andare a Vicenza, una delle tre trasferte che mi ero ripromesso di fare all'uscita del calendario (le altre due, cioè San Donà e Padova, per un motivo o per l'altro, mi erano sfuggite). Purtroppo il mio entusiasmo aveva subito una doccia freddissima alla "Comandini" con un primo set perso addirittua 25-9 ed un quarto 25-15. Il viaggio di ritorno era stato un rimuginare sia su quella sconfitta sia soprattutto sul da farsi. In quei giorni inoltre, mi era arrivata una proposta di una gita a Como proprio nel fine settimana di Vicenza-Pieralisi.

Sull'onda emotiva di quel ko, avevo mandato all'aria tutti i miei piani ed avevo deciso per il giro sul lago dei Promessi Sposi. Che errore! Nonostante la prova contradditorria delle jesine con l'Arena Volley, avevo la sensazione che a Vicenza sarebbe successo qualcosa di grosso, che non sarebbe stato un rapido 3-0 come all'andata. Ma io me lo sarei perso, perché avevo già versato la caparra. Più si avvicinava sabato 8 marzo, più continuavo a rimpiangere Vicenza, piuttosto che essere felice di andare a Como, dove non ero mai stato. La giornata di sabato è stato un vero travaglio e più si avvicinavano le 18, più ero nervoso. "La Pieralisi sta giocando a Vicenza...ed io sono qui. Ma perché?". Per fortuna che almeno c'era la rete wi-fi, così ogni tanto sbirciavo un po' sulla pagina Facebook della Volksbank un po' sul Live Score della Fipav. E' stata una vera tribolazione, perché guardare una partita su un cellulare o su un computer è più stressante rispetto a vederla in loco. Nonostante una visione a pezzi e bocconi, ho capito subito che era una Pieralisi diversa da quella di Cesena e con una Sofia Moretto monumentale. Poi gli ultimi punti del tie break, ho abbandonato la cena e la confusione per seguire le fasi decisive della partita. All'ultimo punto di Laura Canuti ho esultato da solo e mi sono sentito uno sfigato, perché potevo essere lì al palasport di via Goldoni. E' curioso che anche lo scorso anno, ero andato in gita a Bari e le rossoblù avevano vinto a Cesena al tie break. Tutta colpa di Cesena e della mia fretta. Per fortuna ho ancora Castelfranco Veneto per recuperare. FORZA JESI!!! NRB.