Creato da iamnobody2011 il 04/06/2011

Nessuno RossoBlù

Tutto sulla Pieralisi Volley Jesi

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CHI SONO?

Sono un semplice tifoso della Pieralisi Volley, la squadra di pallavolo femminile di Jesi, la mia città; quella che una volta era chiamata Monte Schiavo e giocava in serie A1. Altri tempi ma la passione per questi colori e per queste ragazze è rimasta la stessa. In questo scalcinato blog cerco di raccontare la mia passione per le "prilline" (così venivano chiamate ai tempi dell'A1) e le loro imprese. Perché il nome "Nessuno Rossoblù"? Perché una volta qualcuno disse che nessuno seguiva la Pieralisi. Buona lettura! Nessuno

 

LA PIERALISI JESI 2024/25

2) Glenda GIRINI L '06

3) Benedetta CECCONI L '96

6) Lorena DIAZ S '96

8) Elisa MARCELLETTI P '03

9) Erica PAOLUCCI S '00

10) Ilenia PERETTI P '97 

11) Alessia CASTELLUCCI S '96 

12) Laura CANUTI C '01

13) Noemi PAPAGNO C '06

15) Grazia D'AMORE O '07

16) Talità MILLETTI C '02

!7) Sofia MORETTO O '95 

All. Luciano SABBATINI

Vice all. Tommaso VALERI

 

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Tre ore di sonno

Post n°3635 pubblicato il 01 Maggio 2025 da iamnobody2011
 

Quando mercoledì mattina è suonata la sveglia alle 4.50 di mattina, per un momento ho maledetto la Divina e tutte le rossoblù, per avermi costretto a dormire appena tre ore. Ma è stato solo un attimo, poi l'adrenalina e l'energia che avevo ancora in corpo per la splendida serata forlivese mi hanno aiutato a tirarmi giù dal letto ed andare al lavoro, scansando il consiglio del buon Tiziano ("Digli che hai mal di denti e resta a casa!"). Pensavo di accusare il colpo ed invece, tutto è scivolato via senza problemi...ma nel pomeriggio poi, un'ora di sonno me la sono concessa per recuperare. Certo, se fossi rimasto a casa martedì sera a guardarmi la partita sulla pagina Facebook della Libertas di Forlì, come hanno fatto altre centonove persone, tutto sarebbe stato più facile e soprattutto comodo. Niente rientro a Jesi nel cuore della notte, niente notte quasi insonne e meno arrabbiature per un arbitraggio davvero meriocre e non all'altezza di una gara di questa importanza. Ma mi sarei perso una grande partita delle rossoblù, mi sarei perso la festa per la salvezza proprio in casa della concorrente più pericolosa e soprattutto, mi sarei perso la prova momumentale, a tratti quasi commovente, di "Santa Sofia" che in condizioni fisiche assai precarie ha sfoderato una performance da vera fuoriclasse. E pensare che martedì pomeriggio non ero così sicuro di andare fino a Forlì. forlì - pieralisi 2024/25Le voci di una Pieralisi in piena emergenza, senza Talitona, ancora alle prese con l'infortunio alla mano patito con le Eagles, senza D'Amore, vittima di un infortunio alla caviglia nel corso della semifinali regionale under 18 con l'Helvia Recina e soprattutto, con Sofia Moretto ferma da dieci giorni per il problema al ginocchio che l'aveva fatta preoccupare prima della sosta, erano giunte pure a me e non erano un bel biglietto da visita di un match che poteva essere decisivo per la salvezza matematica delle jesine. Nonostante tutto questo però, sono partito e posso dire, col senno di poi, che è stata la decisione migliore. "Quando siamo stati in condizioni difficili, la squadra ha sempre fatto grandi partite" mi ha detto Betta appena arrivato, segnalandomi pure l'assenza di Alessia Castellucci per motivi di lavoro. Aveva ragione.

Il sestetto di martedì sera era a dir poco "sperimentale": la Divina in palleggio, Moretto visibilmente fasciata come opposto, Canuti e Papagno al centro, Paolucci e Diaz schiacciatrici, Cecconi libero. In panchina coach Luciano aveva a disposizione Marcelletti, Girini vestita da giocatrice di attacco, Vittoria Pepa e Rebecca Tarabelli reduci dal successo con l'under 18. C'era anche Talitona ma solo per fare numero. In tribuna Grazia D'Amore ancora zoppicante. A soffrire accanto a me c'erano i genitori di Vittoria Pepa, Tiziano e Graziano. In questa stagione ci sono state della partite in cui la squadra ha fatto fatica, non martedì sera perché tutte le giocatrici, comprese Marcelletti e Glenda Girini, entrate a più riprese per Papagno e Diaz, hanno dato il loro contributo per raggiungere un risultato che alla vigilia poteva sembrare impossibile. Lorena ed Erica hanno avuto degli alti e bassi, come del resto Papagno ed anche la Divina, a volte poco lucida, ma quando contava tutte hanno giocato con concentrazione e grinta. Un discorso a parte lo meritano Sofia Moretto e Laura Canuti. La centrale dorica ha faticato un po' ad entrare in partita ma quando lo ha fatto...sono stati problemi per Forlì. Martedì sera mi è sembrato di rivedere la Pieralisi dello scorso anno, che non si arrendeva mai, che lottava su ogni pallone, come era accaduto a Pomezia, con Cesena o con Castelfranco di Sotto. Al "Ginnasio Sportivo" quando le prilline si sono trovate in svantaggio 2 a 1, poteva esserci la tentazione di tirare i remi in barca e pensare al match di sabato con Teramo ma Coach Luciano non è caduto nella trappola, ha continuato a credere - come tutte le ragazze - nell'impresa nonostante delle chiamate arbitrali a dir poco discutibili. Nessuno si è arreso neppure quando la Libertas si era procurata due palle match nel tie break. Non ha tremato Lorena Diaz, che prima ha messo a terra il punto del 14-15 e poi, ha chiuso la strada a Bacchilega con un muro a uno, un muro che ha consegnato alle rossoblù la salvezza. Con ben dieci punti di vantaggio sulle romagnole a due turni dalla fine della stagione regolare, non fanno paura neppure i play-out, a questo punto impossibili almeno per Paolucci & co. Caduto l'ultimo pallone è partita la festa delle ragazze e della panchina. Molte erano davvero stravolte per la fatica dopo tre ore di gioco ma è stata una festa meritatissima perché quella del "Ginnasio Sportivo" è stata una vera impresa. E' stato bello vivere quel momento con tutte le giocatrici, con lo staff, col Presidente e con i familiari di qualche giocatrice, come la nonna della Divina che non ha mai smesso di pregare durante la partita. Sua nipote in campo più che le preghiere, avrà tirato giù tutto il calendario...ma per una vittoria si può chiudere un occhio. Mi attendeva però, la parte più difficile della mia trasferta, cioé il viaggio di ritorno e soprattutto la sveglia del giorno dopo per andare al lavoro. Ma con in testa ancora quei bellissimi momenti, tutto è stato meno faticoso, pure alzarsi dopo tre ore di sonno. Per la salvezza valeva la pena fare quello sforzo. FORZA JESI!!! NRB. 

 
 
 

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