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La mattina andando a lavorare, costretto per comodità a percorrere lo stesso tragitto, quasi ti meravigli del monotono susseguirsi di cose, auto, persone che inevitabilmete incontri tutti i giorni. Pensate ... secondo l'ora di inzio del lavoro .... potrebbero nascere delle grandi famiglie e catalogarle proprio per "orario". Così avremo la famiglia delle 6, quella delle 8, quella delle 9, quella delle 14 e così via fino ad arrivare a quella delle 22. Carino no? Forse un pò avveniristico, ma di fatto non è questa la realtà? Poi il cerchio si stringe, entri sul luogo di lavoro ed incontri i tuoi colleghi, amici o no, simpatici o scorbutici, belli o brutti, ma pur sempre facenti parte della stessa "barca". Il cerchio si stringe ancor di più e ti ritrovi nel tuo reparto, a stretto contatto con chi da tempo divide con te la fatica, le preoccupazioni, i desideri, le gioie, i sogni. Già, i sogni .... tutti noi ne custodiamo uno, lo ricordiamo tutti i giorni quasi per accertarci che sia ancora lì, lo coccoliamo quel poco che serve e poi ... levando lo sguardo al cielo, lo chiudiamo a chiave in un cassetto della nostra mente. Ebbene, quei quattro poveri ragazzi, il cassetto non lo potranno più aprire .... i loro cari, gli amici, i colleghi, conserveranno la chiave dei loro sogni. Ricordiamoli così, nel silenzio più semplice, nel rispetto delle loro anime e del sacrificio che hanno sostenuto. Quando alzeremo gli occhi al cielo, prima di chiudere il sogno nel nostro cassetto .... gli sguardi si incroceranno. |
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