Is'Mart

il mio Punto Scuro


Dipingo al centro del biondo accecante del sole un punto nero, scuro come il mio silenzio. Su quel punto scuro, ormai diventato una superficie opaca, posso dipingere i colori dei miei giorni. Persone che mi vogliono bene che mi stimano, si, ho luce attorno. Ma allora perché mi sento così lontana da tutti? Anche se c’è luce sono nel mio spazio scuro. Mediocre il pensiero di chi mi identifica a suo piacimento. Quanti errori in quelle luci, quanta presunzione. E io sto qui buona, mentre la mia mente implode pensieri vertiginosi, contaminati da il perbenismo che mi fa ribrezzo. Cosa cerco? Chi sono? Dove vado? Con chi parlo? Siamo figli della solitudine, della misera vita che ci inonda di concetti “concreti” come se fossero legge per tutti. Ma noi tutti siamo diversi e identici. Siamo dei controsensi viventi, che camminano in balia degli eventi. Mondo, non ferirmi, perché io sono amata e per questo odiata. “isa, quando sto con te mi viene voglia di creare”: la felicità mi pervade, “isa, ti ho conosciuta e ne sono felice”: l’eccitazione aumenta, “isa, ti giuro, non è per gentilezza, ma voglio ringraziarti perché mi sei stata vicina e mi hai aiutata tanto, grazie…”mi sento chiaramente lusingata, ma la sensazione di sentirsi soli diventa concreta perché ancora una volta in queste frasi vedo che fare del bene agli altri non mi rende felice sul serio, perché vorrei tanto che qualcuno rendesse felice me. Allora mi rendo conto che quel punto nero al centro di quel sole accecante ha un senso profondo, l’eterna solitudine individuale. Mi chiedo cosa di me piace agli altri? Alcune risposte le ho ma sono le solite banalissime conclusioni. Non so.. non so… Posso fidarmi solo del mio pennello che dipinge un punto scuro su luce accecante.