Creato da: flussodicoscienza28 il 07/06/2011
è una tecnica utilizzata nella narrativa; consiste nella libera rappresentazione dei pensieri di una persona così come compaiono nella mente, prima di essere riorganizzati logicamente in frasi.

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Quando le canzoni parlano di te

Sarò pur strano e inaffidabile
tutto quello che vuoi tu
Ma non mi dire che non senti niente
se ti stringo forte...

Nobraino - Strano e inaffidabile 

 

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Saturazione

Post n°26 pubblicato il 29 Settembre 2011 da flussodicoscienza28

Ormai era satura anche di tutti quegli commenti che faceva per cercare di dimostrare al mondo intero che lei era forte. Ogni volta che pronunciava qualche frase dentro di se il silenzio rimbombava pesantemente. Non credeva più a ciò che diceva. In realtà non ci aveva mai creduto. Voleva solo che ci credessero gli altri; così avrebbero smesso di parlare di lui, di chiederle: "allora, l'hai sentito?" No. Lei non voleva più rispondere a quelle domande. Ne aveva quasi il terrore. 

Sono stanca. 
C'è un deserto arido dentro di me che a volte mi terrorizza.
Ho donato tutti i miei pensieri a lui.
Ora non mi rimane più nulla.

Se solo qualcuno avesse cercato di capire che la sua frenetica voglia di fare 20mila cose al secondo era solo un modo per non pensare; forse tutto queste sarebbe risultato meno pesante. 

Ho bisogno di aumentare le distanze.
Devo allontanarmi fisicamente. Ancora di più.
Ritrovare me stessa e la mia nuova vita.

Lui non aveva avuto rispetto di lei. Ma soprattuto lui non aveva rispettato le innumerevoli parole che le aveva regalato nel corso dei mesi. Cosa sono delle parole? Nulla. Eppure quei discorsi una volta pronunciati avevano preso vita e le si erano insediati dentro come radici di alberi vigorosi. Le sentiva dentro di se crescere giorno dopo giorno. Si sarebbe strappata volentieri il cuore dal petto se fosse servito a qualcosa. 

Posso strapparmi qualcosa che non sento più?

E quando si trovava davanti allo specchio che sapeva di non poter più mentire. Lei si conosceva meglio di qualunque altro. Lei conosceva i suoi segreti nascosti.

Sono arrabbiata.
Sono delusa di tante cose. 
Io non credo quando mi dicono: "il destino ha voluto così". Destino un cazzo. Siamo noi gli artefici delle nostre azioni. Di ciò che facciamo e soprattutto di cio che NON facciamo.
Sono arrabbiata per tutto il tempo che hai negato a noi.
Sono arrabbiata per tutti i silenzi che si sono messi tra noi. Un tuo pretesto per aumentare le distanze. Quando sarebbe servito parlare per capire , per chiarire, per chiudere.  Sono arrabbiata perchè tu non hai avuto il coraggio di guardarmi in faccia.

Sono arrabbiata con me stessa perchè ti ho lasciato andar via senza proferir parola.
 

 
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Impressioni di settembre

Post n°25 pubblicato il 22 Settembre 2011 da flussodicoscienza28
 

Non rimaneva più nulla. 
Cera solo qualche ricordo sparso qua e là come quando fai le pulizie di primavera e la tua stanza è un accozzaglia di vestiti sparsi per tutto il pavimento. I suoi ricordi erano sparsi così. Uno sull'altro senza un filo logico. Le immagini si sovrapponevano creandone delle altre. Tutto diventava sempre più confuso.
In fondo cosa c'era di male in questo?
Con tutta quella confusione, un giorno avrebbe dimenticato anche l'origine di quel caos. Avolte bastava anche una singola strofa di una canzone per sentirsi il cuore lacerato da una pugnalata. Quelle fitte che sentiva erano diventate così consuetudinarie che quasi non ci faceva più caso. Le bastava fare un respiro profondo per far svanire quel dolore.

Lui le aveva spezzato davvero il cuore. 

 
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cancellare la memoria

Post n°24 pubblicato il 06 Settembre 2011 da flussodicoscienza28
 

Come si possono cancellare parole impresse nella mente?

Se lo chiedeva ogni giorno. Poteva cancellarli quei messaggi, quelle mail; ma non sarebbero mai veramente scomparsi.Ogni singola parola era impressa nella sua mente. E fu in quel preciso momento che si ricordò di quel film visto un paio di anni prima...
Se mi lasci ti cancello.
La storia era pressapoco questa: un ragazzo e una ragazza stanno insieme per un anno. Ad un certo punto lei decide di lasciarlo. E per dimenticarlo definitivamente va in una clinica che cancella i ricordi. Ma nn tutti, solo quelli che tu vuoi cancellare.

Ecco, ora lei era in cerca di quella clinica. Perchè l'unico passo che poteva fare era quello: farsi cancellare un pezzo della sua vita.
Vi sbagliate, se pensate che si fosse fermata. Lei continuava a camminare, certo a volte volgeva lo sguardo dietro di sè; ecco perchè voleva qualcosa di drastico. Un gesto che non avrebbe più segnato un ritorno. Anche se questo voleva dire dimenticare una parte di se.

Non ne parlava più. Si era chiusa nel suo silenzio. E solo lei sapeva che prima o poi, inevitabilmente sarebbe esplosa. Ancora una volta.  
Voleva solo aprirsi il cranio, prelevare quella parte del cervello che immagazzina i ricordi e gettarla via come spazzatura. Era così difficile?  

Si, lei stava andando avanti. Aveva scelto di proseguire il cammino da sola. Ma non era semplice. Non era semplice perchè più i giorni passano piu aumentava la consapevolezza che lui era la persona che voleva accanto. Lei voleva essere la persona che avrebbe visto la mattina prima di andare a lavoro. La persona da chiamare quando quei "momenti no" irrompevano con forza nella sua vita. Lei voleva semplicemente stargli accanto. E cosa c'era di sbagliato in questo? Nulla.
Ma lui l'aveva fatta fuori. Era rimasta fuori i cancelli del suo mondo. Lui era andato via prima ancora di aprirli. Eppure lei l'aveva visto, aveva visto quell'istante in cui lui, con le mani in tasca aveva preso le chiavi; ma poi aveva fatto un passo indietro. Si era voltato e lei era rimasti lì, ad osservare la sua schiena mentre si allontanava.

 

 
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Post

Post n°23 pubblicato il 01 Settembre 2011 da flussodicoscienza28
 

Ora voleva concentrarsi solo su stessa. E ci stava riuscendo. Nessuno l'avrebbe fermata. Ora più che mai ne era convinta. La mattina non era pià così "pesante" alzarsi dal letto. Aveva ricominciato a sorridere e fare progetti. Tanti progetti. Ciò che era davvero importante, adesso, era la sua vita. Nient'altro.

Il mio futuro voglio costruimerlo giorno dopo giorno. Non posso buttarmi via.

Era stato un lungo percorso, ma era , finalmente, riuscita ad ammetterlo lei non poteva buttarsi via così. Non se lo sarebbe mai perdonata.
Lui non era stato in grado di prendere ciò che lei gli stava offrendo. E lei non avrebbe più permesso che nessun altro, in primis lui, di calpestare i suoi sentimenti. Conservava ancora un briciolo di umanità; anche se lui era stato capace di tirar fuori la sua parte oscura. Quella parte che lei odiava e di cui aveva paura.

Hai visto? Non cambierà mai. 

Non voleva più sentire quei discorsi. In lui aveva visto qualcosa e sapeva, ne era convinta che quel "qualcosa di speciale" lui lo possedeva realmente; ma era più forte la sua convinzione di distruggersi che quella di riuscire a risplendere. E lei le tenebre non voleva più vederle. Era così bella la luce e se lui non riusciva ad apprezzarla non era più un problema suo. Un giorno anche lui si sarebbe reso conto che, forse, se avesse impiegato le sue energie in un'altra direzione avrebbe potuto godere di qualcosa di bello. Ma bisogna che ci si rialzi da soli e con le proprie forze per riuscire a capire dove abbiamo sbagliato.

 

 

 
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Addio

Post n°22 pubblicato il 27 Agosto 2011 da flussodicoscienza28
 

Lei gli aveva detto addio.
Era l'unica cosa ragionevole da fare. Non la cosa giusta, ma quella ragionevole. Non sapeva bene cosa significasse ma era l'unica cosa che sapeva e voleva dire.
Doveva salvare se stessa e l'unico modo era dirgli addio.
Non era amore, non era affetto, non era una forma di bene era solo e pura ossessione. E l'ossessione non è mai qualcosa di positivo. Non poteva alimentarla ancora di più. SEntiva il bisogno di addormentarla, anestetizzarla. Solo in questo modo avrebbe potuto vedere tutto con lucida razionalità.

Loro erano le ultime persone al mondo che avrebbero potuto condividere qualcosa insieme. E questo non perchè non avessero nulla in comune; ma perchè si sarebbero distrutti a vicenda. Non avrebbero mai smesso di cercarsi. Lui non avrebbe mai smesso di cercarla, di questo ne era sicura. Ma doveva trovarsi un'alternativa. DOveva trovare un nuovo modo per vivere. Il primo passo da compiere era proprio quello di pronunciare quelle 5 lettere una dopo l'altra: addio. 
Ma quell'addio l'aveva detto a modo suo. Dopo tante parole di odio aveva lasciato che la rabbia e il rancore sopissero per poi ragionarci sù. Lei gli aveva detto addio, ma aveva continuato a lasciare quella porta semi aperta. Gli altri non avrebbero capito ecco perchè quel gesto , aveva deciso, sarebbe rimasto solo tra loro due. Nessun altro avrebbe saputo. Era stanca di sentirsi giudicata. Lei odiava dare ragione agli altri. 

 
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