Italia da salvare

Come nello Zimbabwe


Lascio internet per qualche ora, giusto il tempo di una lezione di chimica organica e una di zoologia, torno, e trovo esploso un nuovo 'caso'. Allora è proprio vero, che il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è recidivo. Da mesi ormai, molte persone me compreso, tentano di spiegare agli accoliti di Berlusconi cosa sia il suo impero mediatico e come funzioni. Un uomo, l'autorità politica della nazione, che controlla direttamente tre canali. Sempre lo stesso uomo, indirettamente, con la maggioranza parlamentare, ne controlla altri due e tenta di influenzarne un terzo. Considerando che i canali principali sono proprio questi sei, e che alla pay TV ha accesso parte minoritaria della popolazione, questo dato avrebbe dovuto preoccupare. Allo stesso modo, avrebbe dovuto causare sgomento che il Cavaliere abbia portato in tribunale i due maggiori giornali di sinistra, ovvero l'Unità e la Repubblica. E di certo non apprezziamo il fatto che ci sia un giornale abbastanza venduto comandato da suo fratello. Per non parlare delle banche, delle case editrici. Si chiama "conflitto d'interessi" ed è quella condizione che, se presente, impedisce ai politici di esercitare posizioni di rilievo. Accade in Europa ovviamente. Accade in tutti i paesi sviluppati e anche in molti di quelli non sviluppati. Tranne in Italia. Noi, il monopolista mediatico, l'abbiamo messo a fare il Presidente del Consiglio, con tutti i rischi che ne sono seguiti dal punto di vista della libertà di stampa. Infatti, mica per altro (non finirò mai di ribadirlo) siamo l'ultimo paese europeo in classifica e siamo considerati "parzialmente liberi" da Freedom House. Come la Turchia, il Benin. Peggio della Namibia, del Cile e del Kiribati. Molto peggio dell'Uruguai, del Ghana e della Polonia. Se non ci credete, basta cercare la classifica 2009 (una immagine esemplificativa è quella della foto, vedete l'Italia colorata di giallo invece che di verde?)Avere un'informazione pilotata, che spaccia come miracoli i fallimenti e nasconde sconfitte e problematiche...significa avere idee politiche basate su dati falsi, e votare di conseguenza. Significa mancanza di libertà e democrazia. Nonostante questo, qualche persona in malafede o qualche ingenuo, hanno negato che ciò costituisca un problema. Il caso esploso oggi, invece rivela che il problema c'è ed è immenso. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, direttamente, esercitava pressioni sull'Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni, sui vertici della Rai e sul direttore del Tg1 Augusto Minzolini, per manipolare l'informazione. Berlusconi chiedeva insistentemente che la trasmissione Annozero venisse fatta chiudere. Si lamentava della presenza di Mauro e Scalfari (La Repubblica) nella trasmissione Parla con Me. Chiedeva a Minzolini (che chiamava Direttorissimo) di difendere, negli editoriali, le sue posizioni durante il Tg1 (maggiore tg italiano, seguito da sette milioni di persone).In poche parole, nonostante la già limitata pluralità e libertà d'informazione, il Cavaliere ha voluto stringere ancora di più la morsa. Quella stessa morsa che ha portato l'organizzazione Reporters sans Frontieres ad ammonirlo, sottolineando che si sta avvicinando ad entrare nella "lista dei predatori della libertà di stampa". Ed ecco che, come per magia, i talk show politic in RAI vengono fatti sparire. E non per colpa della par condicio (che esiste da anni) come qualcuno ha detto. Dalla loro parte ci rimette solo Vespa, adeguatamente sostituito da due tg e dalla illimitata propaganda di Mediaset. Dalla parte della sinistra, si perdono le due maggiori trasmissioni. Colpo riuscito. Ma è di oggi la notizia che il TAR del Lazio ha sospeso il regolamento dell'Agcom (sì, proprio quella sulla quale B. faceva pressioni). La Rai, ha già convocato un cda straordinario per lunedì, nel quale, a rigor di logica, si dovrebbe decidere per il ripristino dei programmi sospesi.