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Giro 2009

Post n°50 pubblicato il 15 Dicembre 2008 da Ivano1964

Breve descrizione del Giro 2009

1a TAPPA: LIDO DI VENEZIA (cronometro a squadre – 20,5 Km)
Partenza all’insegna dell’alta velocità per il Giro del centenario, che si aprirà con una cronosquadre disegnata sulle filanti strade del lido veneziano. La natura pianeggiante dell’isola lagunare si sposerà ad un tracciato caratterizzato da lunghi rettifili e dalla penuria di curve, appena cinque in poco più di 20 Km di gara. Come nelle ultime due edizioni, la maglia rosa sarà assegnata al primo corridore della squadra vincitrice a tagliare il traguardo.

2a TAPPA: JESOLO – TRIESTE (156 Km)
Sarà la prima di una serie di giornate celebrative: oggi sarà ricordato lo storico episodio di Pieris, avvenuto durante la tappa triestina del Giro 1946, quando la corsa fu bloccata da una sparatoria. 63 anni dopo i “girini” porteranno simbolicamente a termine quella frazione, che vide il finale percorso solo da sei ardimentosi prescelti dall’organizzazione. Il vincitore sarà un velocista, anche se gli ultimi chilometri non saranno facilissimi: dovranno essere percorse due tornate di un insidioso circuito cittadino, imperniato sull’ascesa verso l’Ippodromo di Montebello, dove sarà messa in palio la prima maglia verde.

3a TAPPA: GRADO – VALDOBBIADENE (200 Km)
Seconda frazione destinata ai velocisti, ma anche stavolta s’incontreranno alcune insidie strada facendo. Gli ultimi chilometri si svolgeranno nell’altalenante panorama collinare della Marca Trevigiana, sfilando tra i vigneti del Prosecco: un finale realmente ubriacante, con diversi saliscendi e lo strappo di San Vito che, piazzato a pochi chilometri dalla meta, potrebbe far perdere la testa…. del gruppo agli sprinter meno resistenti.

4a TAPPA: PADOVA – SAN MARTINO DI CASTROZZA (165 Km)
Quest’anno le Dolomiti saranno anticipate ai primi giorni di gara, per la scelta dell’organizzazione di far concludere la corsa a Roma. Non è una novità assoluta, già sperimentata - per altri motivi - nell’edizione del 1985. In quell’occasione la tappa che si chiudeva in Valgardena risultò indigesta a molti, nonostante la facilità del tracciato, sia perché non si era ancora affinata appieno la condizione, sia per il meteo avverso. Andando sulle montagne così presto, infatti, si corre il rischio di trovare molto freddo e la neve, motivo per il quale non si scaleranno i classici over 2000 dolomitici in queste due prime frazioni dedicate ai grimpeur. Sul piano delle difficoltà, la tappa che si concluderà in salita a San Martino di Castrozza può essere paragonata a quelle che negli ultimi anni sono arrivate al Santuario di Montevergine. È vero che prima dovrà essere scavalcata anche una salita piuttosto impegnativa come il Passo della Croce d’Aune, ma difficilmente gli scalatori riusciranno a combinare qualcosa di serio a quel punto, mancando ancora una trentina di chilometri all’attacco dell’ascesa finale. L’unica certezza è che bisognerà essere al top (o quasi) della condizione fin dalle prime giornate, altrimenti la corsa rosa diventerà per davvero tutta in salita.

5a TAPPA: SAN MARTINO DI CASTROZZA – ALPE DI SIUSI (125 Km)
Sarà la prima tappa importante. Non capita spesso di trovare un arrivo in salita così esigente già al quinto giorno di gara. Gli ultimi 10 Km all’8% medio chiameranno da subito sulla ribalta della corsa rosa i favoriti e, al termine di questa frazione, qualcuno potrebbe già essere costretto a ricacciare nel cassetto i suoi sogni rosa, rimandandoli all’edizione 2010 (che prospetta una partenza più morbida, col via che sarà dato dalle lontane pianure olandesi).

6a TAPPA: BRESSANONE – MAYRHOFEN (Austria – 242 Km)
Il Giro sconfina in Austria, con una frazione di media montagna impegnativa più per il chilometraggio che per l’effettiva durezza del tracciato. Questo proporrà le principali ascese negli ultimi 100 Km, difficoltà che non paiono in grado di stimolare gli appetiti dei corridori che punteranno alla classifica finale. Mayrhofen dovrebbe essere terreno di conquista per un cacciatore di tappe, magari per chi sarà già stato respinto dalle prime salite del Giro 2009 e che starà riconsiderando i suoi obiettivi.

7a TAPPA: INNSBRUCK (Austria) – CHIAVENNA (244 Km)
Si rientrerà in Italia con un’altra frazione particolarmente lunga, disegnata tra le montagne, ma non su per esse. Il percorso si manterrà sempre sulle strade di fondovalle, affrontando pochi tratti di salita vera (ma mai dura), sbriciolati lungo tutto il tratto elvetico della tappa. Dopo Sankt Moritz si valicherà in piano il passo del Maloja per poi precipitare letteralmente su Chiavenna con una discesa di una trentina buona di chilometri. Un finale nel quale i treni dei velocisti avranno gioco facile nel rientrare sugli attaccanti di giornata.

8a TAPPA: MORBEGNO – BERGAMO (208 Km)
Il Giro renderà omaggio a Felice Gimondi con una frazione di media montagna che ricalcherà le strade dei Giri di Lombardia bergamaschi, con la scoperta di una “primizia”, l’inedito Culmine San Pietro, purtroppo collocato lontano dalle fasi calde della gara. Il finale, invece, mixerà il percorso della “classica delle foglie morte” con quello della Gran Fondo intitolata al campione bergamasco: si andrà sulla Forcella di Bura e, dopo un primo passaggio da Bergamo, sul Colle Gallo e sulla Boccola. Rispetto alla tappa vinta da Garzelli nel 2007, ci saranno meno margini per tentare di sorprendere il gruppo maglia rosa ma… tentar non nuoce, anche perché nelle due giornate successive si potrà tirare il fiato.

9a TAPPA: MILANO SHOW 100 (155 Km)
Giornata di festa e non soltanto perché cadrà di domenica. La nona sarà una tappa tutta meneghina, che si dipanerà tra Piazza Duomo e Piazzale Loreto, il luogo nel quale scattò, cent’anni fa, la prima edizione della corsa rosa. Il percorso sarà costituito da un circuito di 16 Km (8 giri), che sfiorerà alcuni luoghi simbolici quali la sede della Gazzetta, l’Arena Civica (dove si finì il Giro del 1909) e Via Vitruvio, per decenni sede della direzione della corsa rosa. Sarà la più facile tra le 21 tappe dell’edizione 2009.

GIORNO DI RIPOSO

10a TAPPA: CUNEO – PINEROLO (250 Km)
È la frazione che più di altre incarna, ancora oggi, l’idea del tappone. È per questo motivo, non solo per rendere omaggio a Fausto Coppi (ci sarà spazio per ricordarlo anche l’indomani), che gli organizzatori hanno deciso di inserire la Cuneo – Pinerolo nel percorso del Giro 2009, preferendola ad altre frazioni che hanno fatto la storia della corsa rosa. L’unico aspetto negativo riguarda il tracciato che a suo tempo esaltò le doti di Coppi (1949) ma che oggi è completamente inadatto alla selezione. Lo testimoniano i due “remake” di questa frazione, proposti da Torriani nel 1964 e nel 1982: in entrambi i casi, i migliori giunsero assieme al traguardo, complici la comparsa dell’asfalto e la lontananza delle ascese – non impossibili, tra l’altro – dal traguardo.

11a TAPPA: TORINO – ARENZANO / GENOVA (206 Km)
È la prima di due frazioni “cuscinetto”, inserite prima e dopo la delicatissima crono delle Cinque Terre. Di conseguenza, in questa giornata non si affronteranno soverchie difficoltà con il Turchino che non rappresenterà un ostacolo in grado di impensierire i velocisti. Sempre che non piova: in tal caso, come già successo in passato alla Sanremo, la picchiata sulla riviera ligure potrebbe risultare più selettiva della salita. Oggi il Giro ricorderà ancora il Campionissimo, proponendo ai girini la dolce ascesa verso il natio paesello di Castellania

12a TAPPA: SESTRI LEVANTE – RIOMAGGIORE (cronometro individuale – 61,7 Km)
Quando nel 1933 fu annunciata l’effettuazione della prima tappa a cronometro, i giornali dell’epoca la dipinsero come una frazione incertissima, che avrebbe potuto vincerla chiunque, nella quale sarebbe potuto accadere tutto ed il contrario di tutto. Lo stesso può dirsi per la cronometro che si snoderà nell’impareggiabile scenario delle Cinque Terre. Sarà la tappa faro dell’edizione 2009, l’asso nella manica di Zomegnan per il Giro del centenario, la cronometro più dura mai disputata sulle strade italiche. Chiave di volta della corsa rosa, questa frazione si rivelerà esigente non solo per chilometraggio ma anche per altimetria, un mix tra salita (a due riprese), discesa e pianura poco scorrevole, per la presenza di curva a iosa. Se la distanza penalizza fortemente gli scalatori, l’altimetria non farà certo dormire sonni tranquilli ai cronoman: una tappa da non perdere, che non strizza gli occhi a nessuno in particolare.

13a TAPPA: LIDO DI CAMAIORE – FIRENZE (150 Km)
Il Giro approda in Italia centrale, che da vent’anni non accoglieva le tappe finali della corsa rosa. Nel 1989 la frazione conclusiva del Giro arrivava proprio a Firenze, dove il francese Fignon finalmente conquistava la maglia rosa finale, cinque anni dopo la sonora legnata di Moser a Verona. La tappa fiorentina sarà una delle ultime messe a disposizione dei velocisti, prima che rientrino in scena i primattori del Giro 2009. Dopo il tributo a Coppi, oggi il Giro ricorderà Bartali, il “De Gasperi del ciclismo”, come lo definì il suo conterraneo Montanelli (si transiterà anche per il paese natale del grande giornalista)

14a TAPPA: CAMPI BISENZIO – BOLOGNA (San Luca) (174 Km)
Grandinata di salite per la prima frazione appenninica del Giro 2009. I distacchi non dovrebbero essere elevatissimi ma, se questa frazione sarà condotta ad elevata andatura, la ripidissima ascesa verso il santuario bolognese potrebbe fare male. Nel complesso si tratta di un percorso snervante, disegnato su stradine secondarie in parte note agli amanti delle Gran Fondo (si salirà sul Mongardino, uno degli ostacoli storici della “Dieci Colli”) e con salite lunghe ma – con l’eccezione dell’ultimo strappo – pedalabili.

15a TAPPA: FORLI’ – FAENZA (159 Km)
Tappa simile a quella che l’ha preceduta, ma caratterizzata da difficoltà più serrate che ne fanno una frazione di media montagna da non sottovalutare assolutamente. In caso di un attacco al vertice negli ultimi 70 Km, ci sarà poco spazio per recuperare. Ne sa qualcosa Stefano Garzelli: il finale è perfettamente identico a quella della tappa giunta nella città romagnola nel 2003, dove andò all’arrembaggio Gilberto Simoni, tentativo che permise al trentino di strappare la maglia rosa al varesino per l’inezia di due secondi. Un distacco che questi non riuscirà più a colmare nelle tappe successive e che invece si dilaterà fino a 7’06”, il vantaggio finale di Simoni nel secondo Giro d’Italia conseguito.

16a TAPPA: PERGOLA – MONTE PETRANO / CAGLI (237 Km)
E’ il primo dei due tapponi clou del Giro 2009, proposti quasi consecutivamente, separati solo dal secondo turno di riposo. Chilometraggio e salite saranno importanti, con le principali ascese concentrate negli ultimi 100 Km. Pur senza presentare pendenze da ribaltamento (18% solo sulle Cesane, lontanissime dalle fasi calde di gara), i monti Nerone, Catria e Petrano lasceranno sicuramente un segno indelebile sulla classifica. Siamo all’inizio della terza settimana di gara, quella più difficile da gestire.

17a TAPPA: CHIETI – BLOCKHAUS (79 Km)
Tappa molto pericolosa e delicata, non solo per il fatto di esser collocata dopo il riposo, giorno notoriamente indigesto per molti corridori. Peserà molto anche il basso chilometraggio, col rischio di una partenza a tutta (favorita dai chilometri iniziali pianeggianti) e di ritrovarsi ai piedi dell’impegnativa ascesa finale senza aver avuto il tempo di carburare e con parecchie energie già dilapidate. Non è la prima volta che le tappe di montagna in formato “mignon” fanno più selezione di quotati e blasonati tapponi. C’è un precedente proprio sul Blockhaus, ascesa che riserverà un finale “simil-Plan” (ultimi chilometri sterrati): al termine d’una frazione d’appena 48 Km, era il Giro del 1972, lo spagnolo Fuente riuscì a staccare di 1’35” il connazionale Lasa e di 2’36” Motta, Bergamo ed il futuro vincitore Merckx.
Un’ultima precisazione sulla salita finale. Molti hanno criticato il fatto che si salirà dal versante più accessibile. Ma è vero anche che questo lato del Blockhaus non è comunque una passeggiata e saremo oramai agli sgoccioli di un Giro impegnativo, anche se non è stato tracciato come se lo aspettavano i tifosi. E quella del centenario sarà sicuramente un’edizione che presenterà un cast di prim’ordine e che sarà corsa alla morte, fin dalle Dolomiti.

18a TAPPA: SULMONA – BENEVENTO (181 Km)
La diciottesima tappa muoverà ai piedi della Majella e presenterà in partenza le storiche ascese dell’Altopiano delle Cinque Miglia e di Rionero Sannitico. Costituiranno un altro momento celebrativo (furono le prime salite in assoluto del Giro, affrontate nel 1909 nel corso della Chieti – Napoli; mancherà solo il Macerone), prima che entrino in scena i velocisti. A parte qualche mangia e bevi, nessun’altra difficoltà proporrà il tracciato di questa frazione, che si chiuderà con un circuito piuttosto mosso, estrema occasione per gli sprinter.

19a TAPPA: AVELLINO – VESUVIO (164 Km)
È l’ultima chanche per gli scalatori, ma si tratta di una tappa particolare, dove la selezione non sarà garantita soltanto dalla salita finale ma anche dai tratti precedenti, pur non presentandosi difficili sotto l’aspetto altimetrico. Ci saranno prima le tortuose strade della costiera amalfitana e poi il fondo in scivoloso basolato lavico che s’incontrerà nel tratto a cavallo dell’attacco dell’ultimo arrivo in quota. La salita verso il cratere non è particolarmente trascendentale, ma potrebbe riservare qualche sorpresa per com’è strutturata l’ascesa, con l’inizio in acciottolato (ricordate l’attacco di Bugno nel 1990?) e i tronconi più ripidi nel finale.

20a TAPPA: NAPOLI – ANAGNI (203 Km)

Tagliati fuori i velocisti dalla salita finale verso la famosa città della “sberla papale”, che sarà appioppata due volte (la salita, non la sventola), la penultima tappa costituirà un’occasione d’oro per tutti quei corridori che saranno rimasti a bocca asciutta, vuoi per fughe strozzate dal gruppo, vuoi per magagne varie patite in lungo e in largo per lo stivale.

21a TAPPA: ROMA – ROMA (cronometro individuale – 15,3 Km)
Più che come una cronometro utile per la classifica (15 Km non sembrano una distanza utile per ribaltare un Giro che, a questo punto, dovrebbe avere una fisionomia definitivamente delineata), questa tappa sembra stata pensata come una spettacolare passerella, disegnata tra gli incanti della Città Eterna. Anzi no, sembrerà quasi di assistere ad una di quelle sfilate che chiudono i grandi spettacoli teatrali o ad un defilé di moda, con i corridori in strada uno per volta, fasciati nelle loro multicolori casacche di squadra. Buona ultima, la top model del Giro d’Italia, la maglia rosa griffata Dolce & Gabbana.

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