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A SAN VITTORE CANZONI IN LIBERTA' (DALLA STAMPA DI OGGI)


A San Vittore canzoni in libertà
IJalisse con due componenti della “Mike’s Band”Su iniziativa della fondazione Mike Bongiorno i Jalisse fanno da trainer a una band di detenutisara ricotta vozamilanoUn concerto che per sentirlo devi attraversare tredici cancelli. Ma non è a San Siro, è a San Vittore, terzo raggio. E se uno stadio non è il top dell’acustica, un tunnel sotto il vecchio carcere nel cuore di Milano lo è ancora meno. Eppure qui ieri si è fatta musica, si è cantato e applaudito e per una sessantina di persone del pubblico più i cinque musicisti della band è stata una parentesi di libertà.  Loro sono tutti detenuti, Aldo alle tastiere, Enzo e Costantino alla chitarra, Francesco batterista e Dj Andreino al basso. Chissà che passo falso hanno fatto nella vita, di certo quando suonano non sbagliano una nota. Il concerto lo stanno preparando da due mesi ma il caso vuole che l’altro Enzo, voce e frontman del gruppo, una settimana fa sia stato rilasciato. Meglio per lui e buon segno per gli altri, e poi niente panico, tutti sanno suonare; dj Andreino anche più strumenti. E pazienza pure se appena sono tutti pronti arriva una guardia penitenziaria e avverte che Costantino ha l’ora del colloquio coi familiari che sono lassù e l’aspettano. Alessandra Drusian dei Jalisse (che con il partner Fabio Ricci ha fatto da trainer in questi mesi alla band) prenderà il suo posto. Così il concerto può iniziare e la prima cover - cantatissima dal pubblico, salvo qualche straniero che non la conosce - è non a caso «Liberi Liberi» di Vasco Rossi. Alla fine, dopo l’assolo del bassista dal pubblico si leva un «Libero subito!». L’altra cover in scaletta è «Cosa vuoi che sia» di Ligabue, il resto è inedito, come «Non ho più il passaporto» e «Ama fino all’ultimo» scritte e musicate da Aldo, o come il pezzo tecno rap su basi musicali di dj Andreino.   Trainer ma anche guest star, i Jalisse cantano il loro nuovo singolo «E se torna la voce» nato proprio da questa esperienza artistica in carcere, e poi quel «Fiumi di parole» che vinse a Sanremo nel 1997.   Due ore belle, due ore «in allegria!» come avrebbe detto e voluto quello che è l’ispiratore dell’evento di ieri e di tutto questo progetto musicale in carcere, ovvero Mike Bongiorno, attraverso la Fondazione che porta il suo nome e che è seguita con convinzione dal figlio Nicolò. «Papà in tempo di guerra è stato qui sei mesi al sesto raggio, cella di isolamento, e non ha mai dimenticato questa esperienza - racconta al pubblico di detenuti - Per questo abbiamo scelto di ricordarlo con un progetto pensato per persone come voi che vivono un momento particolare della vita; perché chi ama la musica possa venire qui e suonare».   Quello di ieri infatti era il concerto inaugurale di «Scuola Allegria», la nuova sala prove di San Vittore donata e attrezzata di strumenti dalla Fondazione Mike Bongiorno, dove i ragazzi seguono un percorso musicale che finora è stato accompagnato dai Jalisse ma sarà aperto anche ad altri professionisti dello spettacolo. «Come ha detto questo nuovo Papa - commenta commossa Daniela Bongiorno - non bisogna avere paura della bontà!». Ha detto anche che bisogna andare nelle periferie dell’esistenza. E San Vittore lo è, anche se nel centro di Milano.