JAMBOREE

La ferramenta dell’amore


Posso dirlo? Lo dico: a me ‘sta cosa dei lucchetti m’ha proprio rotto i sentimenti. Poi tutto questo amore, le freccine, i cuoricini… e basta! Ma dove siamo, nel cortiletto di qualche scuola media? Possibile che non si possa più attraversare un ponte – qualsiasi ponte – senza vedere appesi come caschi di banane chili e chili di ferramenta decorato con l’indelebile fucsia? Essù. L’amore ha bisogno di espressione, certo, sono io la prima a dirlo. Un sentimento va dimostrato, ribadito e ricordato. Un sentimento sottinteso non è un sentimento. O perlomeno è un sentimento destinato a fare una brutta fine. Ma quello che non mi spiego è perché, fra tutto quello che si potrebbe dire e fare, si sceglie di affidare un messaggio d’amore proprio ad un lucchetto. Che per carità, come simbolo ricorda sì un legame indissolubile, ma suggerisce anche un qualcosa di pesante, quasi un fardello da portare. Romantico come una pietra al collo per dire. Vedere poi questi chili di ferraglia sul Ponte dell’Accademia, tra barcaioli che smoccolano e venditori abusivi m’ha fatto più miseria che altro. Roba che se incontravo Moccia i lucchetti glieli attaccavo tutti al collo, uno per uno. E poi giù un bel tuffo in laguna, ma mica per cattiveria, no no: solo per vedere se anche le pantegane hanno le borse piene di Step, Babi, Bibi e Bubu. Perché, diciamolo una volta per tutte: l’amore è eterno, certo. Finchè dura. E Moccia più che creare una valanga di innamorati, ha creato una marea di bugiardi; perché io vorrei veramente vedere quanti di quei “Maicol e Dalila forever” si rivolgono ancora la parola. O non si sono nel frattempo ammazzati a cappellate. Perché il concetto di eternità esiste realmente solo nella mente dei pubblicitari e forse più nemmeno in quella: le famiglie d’oggi sono formate da 2 mamme, 2 papà, una manciata di nonni, un ginepraio di zii e un numero imprecisato di figli. E’ così, prendiamone atto. Triste? Disincantato? Forse. Ma ho visto coincidere troppe volte il concetto di amore eterno con il fatto che le mogli si riprendono sempre i mariti farfalloni per averne davvero una visione romantica da inseguire ad ogni costo. Quindi lasciamo stare i “per sempre”, i lucchetti e le frasine: la felicità dell’amore è crederci fino in fondo nel momento in cui lo si vive. Nel gustarsi appieno il qui e adesso, perché l’unica eternità che l’amore conosce è quella dell’istante in cui esiste. L’impegno è semmai nell’onestà del sentimento, non nella durata.  Perché l’amore, quello vero, non può nutrirsi di parole come ieri o domani. E meno ancora “lucchetto”. Tutto il resto è pubblicità.Ciao guys.