JAMBOREE

Era meglio se andavo al mare


 Squilla il telefono poco prima delle 8.00. Pur ancora assonnata capisco che sono rogne: nessuno è così impaziente da chiamarti a quest’ora per darti una buona notizia. Infatti.“Non immaginerai mai cosa sto  per fare…”, chiede Gianluca.Ora, Gianluca, amico mio meraviglioso, è un caro ragazzo, va detto. Compagno di tutta una vita, morirei se lo perdessi. Però. Però… Porca pierina abbiamo un fuso orario diverso, semplicemente. Di più: abbiamo dei cicli circadiani incompatibili.Lui si alza alle 6.00 di mattina pieno di entusiasmo, non scherzo, mentre a me prima delle 10.00 per sapere se sono ancora viva ci vorrebbero le prove neurologiche. Quando a mezzogiorno lui ha già trovato 1000 nuovi orizzonti da scoprire, io comincio a malapena a ricordare come mi chiamo. E ho ancora delle serie difficoltà con il cognome. Ma davvero. In compenso il pomeriggio va anche peggio.“Dài spara... tanto sono sicuro che non indovinerai mai”, insiste.“Be’… uhm…boh…”“Ecco appunto. Tieniti forte: ho deciso di comprare una roulotte!”Sarei stata meno sorpresa se tornando a casa avessi trovato mio marito ubriaco sul divano a guardare Don Matteo. Anche perché è pressochè astemio. E di sicuro non guarderebbe mai Don Matteo. Il fatto è che Gianluca ama la vita del campeggiatore quanto il cantante scalmanato dei Prodigy può amare l’idea di una settimana bianca con tutti i parenti. Tanto per dire il tipo.Ma siccome Gianluca è un fracassamar  ha un entusiasmo contagioso, l’altra mattina verso le 10 (alle 8.00 gli ho detto tiè), lo accompagno a vedere il nuovo gioiello. Oddio, gioiello. Bello è bello, intendiamoci. Un po’ anni ’70 magari, un po’ spartano… Un po’ tanto casa della Barbie. “Senti ma – chiedo – non ti sembra un po’… piccolo? – azzardo – Non vedo il letto.”“Ecco, vedi che non sei nello spirito? – mi parte in quarta – Intanto si chiama branda e poi basta piegare il tavolino, spingere di qui, tirare di là e voilà, il letto è fatto. Certo, le finestre non si aprono, ma hai visto, c’è anche il fornello.”Certo, e lo spazio è tale da poter girare il risotto con un piede rimanendo comodamente sdraiati a letto. Nel caso in cui Gianluca sapesse cucinare naturalmente. Ma occorre proprio che ve lo dica?In compenso il suo entusiasmo è tale e tanto che già me l’immagino organizzare fumosissimi barbecue con tutti gli ospiti del campeggio.Putroppo però non è questa l’unica cosa che mi passa per la mente. Rivedo come per incanto tutte le sue pippe per la scelta dell’hotel giusto, o perché gli asciugamani non erano abbastanza morbidi. O quando ci siamo quasi presi a padellate perché si ostinava fastidiosamente a fingere di ricevere una telefonata tutte le volte che toccava a lui lavare le tazze della colazione, durante una vacanza al mare. E adesso dovrei credere che si trasformerà come per incanto nella Massaia Ghismunda? Che smetterà di essere un adoratore del telecomando per diventare un fanatico del magico mondo di campeggiatori e camperisti?Evidentemente la mia perplessità mi si legge in faccia perché il suo commento arriva immediato:“Io starò anche facendo una cagata, ma provare qualcosa di nuovo ogni tanto mica t’ammazza. Tu per esempio: quand’è stata l’ultima volta che hai fatto una cosa per la prima volta?”Lì per lì non so cosa rispondere, perché ha ragione lui. Faccio e rifaccio sempre le stesse cose, da anni. Per convinzione, per abitudine, per scelta. Ma sempre le stesse cose.Anche se a pensarci bene c’è una cosa che ho fatto recentemente per la prima volta: rispondere ad un pirla che voleva comprare una roulotte.Ciao guys.