JAMBOREE

Poi magari mi carica un’ambulanza, ma magari no.


 E’ incredibile come una casa possa parlarti di qualcuno, anche quando questo qualcuno fisicamente non c’è più. Anzi, magari proprio per questo.Ma succede. Succede se la persona in questione era una presenza talmente forte che anche la sua assenza non può essere da meno.E infatti come ti giri, sia pure in una casa che di vecchio non ha nulla, i ricordi ti prendono a tradimento.Basta arraffare al volo la sciarpa e ti cade l’occhio su un libro. Poi un altro e un altro ancora. Titoli selezionati, mai banali e improvvisamente capisci di come sia stato possibile che quella persona ti bastonasse regolarmente a Trivial Pursuit.Oppure entri in casa,  butti frettolosamente il cappotto e tutto ad un tratto ti ricordi di quando su quella stessa poltrona ci stavi seduta con i pantaloni calati. Perché ti aveva fatto un’iniezione e tu eri mezza svenuta, un po’ per la fame, la stanchezza, il disagio. E poi perché a te le punture t’hanno sempre fatto venire il cagotto, diciamolo. E tutto mentre lei, impassibile come la Madonna del Parto, ti parlava di antenati, matrimoni e parenti, come se fosse assolutamente normale avere qualcuno seduto in salotto con il culo di fuori e le gambe in alto. E l’unica cosa che tu riuscivi invece a pensare era Signore prendimi subito, che se entra sua figlia e mi trova agonizzante davanti alla tv posso dire addio alla mia reputazione.Poi alzi gli occhi e vedi foto di sorrisi, balli e picnic. Immagini spensierate di un’esistenza che spensierata non è sempre stata, perché la felicità non è cosa per anime profonde. Ma una vita sicuramente voluta, accettata con lucidità e convinzione anche nei suoi aspetti più bui, mai rinnegata. Con la caparbietà di chi può permettersi di sbagliare perché sa che avrà in sé la forza di poterne uscire. E pensi che non è poco. Che donne così è una fortuna averle conosciute.Per settimane ho corso da una casa all’altra, tra l’impacchettare le mie cose, spostare mobili e cercare di restare sana di mente. Voglio dire, c’è chi non corre così nemmeno con la colite. Ma adesso che ho più tempo, mi ritrovo a pensare a lei sempre più spesso. E anche se sono a casa sua e resto ancora profuga e raminga, non mi sembra di guardare la sua vita dal buco della serratura: mi sembra proprio che lei sia qui vicino a me. E che vi devo dire, la sua compagnia mi piace.Ciao guys. 
(grazie a Penny per la foto, involontariamente regalatami :-)