Creato da drugo_1995 il 09/07/2008

Juventus

Bekllo

 

 

Secondi, io non ci sto

Post n°285 pubblicato il 07 Dicembre 2008 da drugo_1995

VINOVO. Claudio Ranieri ci prende gusto e non si ferma più. Dopo aver sdoganato a inizio settimana la parola scudetto, non più tabù, non più scommessa ma traguar do al quale fortemente aspirare, il tecnico della Juventus reitera il concetto alla vigi lia della trasferta di Lecce, viatico fonda mentale nella rincorsa all’Inter. «Non fir mo per il secondo posto. Non firmavo l’an no scorso, figuriamoci in questa stagione. Il calcio è emozione perché non conta arri vare primi alla fine del girone d’andata, conta essere davanti a tutti alla fine. Voglio giocarmela fino in fondo, anche se l’Inter fi nora ha dimostrato di essere la più forte perché ha saputo vincere anche quando aveva parecchie assenze». Onore ai neraz zurri, ma la Juventus è lì, pronta a inse guire perché al tricolore ci credono tutti, dal tecnico al capitano, dagli undici titola ri all’ultimo panchinaro. E dopo la golea da contro la Reggina, sotto con il Lecce.

Ranieri, Lecce-Juventus è fondamen tale per tenere il passo dei nerazzurri.

«Se si perdono punti l’Inter scappa via, è necessario fare del nostro meglio, sapendo di dover affidarci sempre solo su noi stes si. E’ questo il messaggio alla squadra: gli altri danno il massimo, se noi caliano e non siamo al 110 per cento rischiamo di non farcela. Il Lecce ha disputato buone gare a Parma e a Siena. E’ una squadra difficile da superare: rientrano tutti dietro la linea della palla, lottano e si aiutano, poi partono in contropiede. Ci sarà da sof frire, ci vorrà la migliore Juventus».

Sono giustificati i sei punti in più in
 
classifica dell’Inter?
 
«Sì, nelle dificoltà è riuscita a vincere, è la migliore, gli sono mancati molti titolari per infortunio, molti difensori, però è sempre andata avanti. Si merita il primo posto».

Tra una settimana ci sarà la sfida con tro il Milan: sarà quella la gara che dirà chi è l’anti Inter?

«Potrebbe, dipende da cosa facciamo con il Lecce. Non metto il carro davanti ai buoi: loro stanno davanti, noi dietro, possibil mente senza andare in derapata. Quelle le fanno al Motor Show di Bologna».

Ve la giocate alla pari con il Milan?
 
«Credo sempre nella classifica per cui, in questo momento, noi e i rossoneri siamo alla pari: il Milan non è in crisi, sono sicu ro che Ancelotti troverà il bandolo della matassa».

Chiellini ha detto che la Juve deve fa re 9 punti nelle prossime tre partite: il difensore ha sempre più il piglio del capitano aggiunto.

«La Juve ha molto leader, mi sta bene quello che dice Giorgio, però poi bisogna produrre. Adesso basta con i proclami e pensiamo a lavorare».

La difesa è l’arma in più della Juven tus in queste ultime partite?

«L’arma in più è il convincimento di quel lo che è stato fatto nella stagione passata: il merito va a tutti i reparti».

La maggiore consapevolezza della vo stra forza è però maturata nelle ultime settimane?

«E’ un retaggio dell’anno scorso, quando siamo arrivati terzi. Quest’anno il punto interrogativo era il ritorno in Europa. I ri sultati positivi in Champions ci sono da stimolo, fanno bene all’autostima e ci con vincono che siamo sulla strada giusta. Pensiamo a completare la prima fase e poi tireremo le somme».

Sarà importante arrivare primi nel gi rone
 di Champions? 
«Fortuna che giochiamo mercoledì, quindi
 sapremo già l’esito di una parte dei gironi. Tra i primi e i secondi posti ci stanno un bel lotto di squadre: sarà importante come ci arriva la Juventus, bisognerà stare be ne al momento giusto perché poi non avre mo molte occasioni per recuperare. La ve ra Champions inizia negli ottavi».

Rispetto all’anno scorso, la Juventus ha un ottimo rendimento contro le pic cole: è giusto dire che a Lecce potete perdere solo voi?

«Ho il massimo rispetto del Lecce e di Be retta, ricordo che un anno fa abbiamo per so a Siena... Per cui, dobbiamo fare la no stra partita e lottare, giocare con la stessa autorità, determinazione e sagacia che ci ha permesso di arrivare a questo punto».

Sono queste le partite più difficili da preparare?

«Affrontare grosse squadre fa alzare al massimo l’attenzione, però se siamo qui vuol dire che ci mettiamo la stessa con centrazione in tutte le partite».

Finalmente ritorna Zanetti.
 
«Ci siamo parlati e ho deciso di portarlo a Lecce per fargli respirare di nuovo l’aria dello spogliatoio».

Avrà spazio anche in campo?
 
«Devo ancora decidere».
 
Camoranesi rientrerà con il Milan?
 
«Aspetto d vederlo correre in maniera sciolta, adesso il braccio è ancora bloccato».
 
De Biasi è in discussione: lei lo conosce bene, è stato suo compagno a Palermo, si è fatto un’idea?

«In quelle condizioni, sei sempre un uomo solo. Io ho avuto fortuna perché nel nostro momento non fulgido la società e i ragaz zi mi sono stati vicini. Gli auguro un gros so risultato in modo da mettere a tacere queste voci».

Lazio-Inter è stata da tifo davanti alla televisione...

«Peccato per il risultato. Certo un favore dalla Lazio non l’avrei mai rifiutato...»


Claudio Ranieri abbraccia Nicola Legrottaglie: tutti uniti a rincorrere lo scudetto (Liverani)

 
 
 

Juve Rat ha fretta

Post n°284 pubblicato il 07 Dicembre 2008 da drugo_1995

LA VOCE arriva direttamente dall’aereo dello Shakhtar e l’italiano è sempre perfetto: «Siamo appena atterrati a Barcellona», spiega Mircea 
Lucescu
 che martedì guiderà la sua squadra nell’ultima sfida del girone di Champions Lea gue al Camp Nou contro i blaugrana. La trasfer ta in Catalogna diventa per la squadra dell’ex tecnico di Inter e Brescia l’occasione per alle narsi qualche giorno in più a un clima più mite dell’inverno di Donetsk (saltando la trasferta contro l’Illichivets, rinviata). E insieme allo Shakhtar hanno viaggiato anche le voci di mer cato riguardanti Razvan Rat, il terzino sinistro rumeno che sembra piacere moltissimo alla Ju ventus. «Sì, l’ho saputo, ma non c’è niente di uf ficiale. E io non ho parlato con nessun dirigente juventino. Mi hanno detto che se ne parla mol to in Romania. Lo stesso giocatore è venuto da me per chiedermi informazioni sulla Juventus e sul campionato italiano. Gliene ho parlato, ma gli ho anche detto di stare con i piedi per terra, perché non c’è niente di sicuro, anche se mi sem bra logico e possibile che una squadra come la Juventus si interessi a Rat».

L’ESPERTO
 Già, perché Rat è effettivamente un pupillo di Lucescu che nello Shakhtar lo ha lanciato: «E’ un giocatore sicuramente adatto al campionato italiano, anche perché ha un baga glio di esperienza notevole. Magari non sarà tanto conosciuto perché gioca nel campionato ucraino, ma ha più di cinquanta presenze in na zionale e gioca da diversi anni in Champions League. Insomma, è un campione autentico, si adatterebbe benissimo al campionato italiano e nella Juventus. E’ abituato alle pressioni di un grande club ed è un ragazzo molto intelligente». L’allenatore ha anche in mente un paragone per rendere meglio l’idea a chi non l’ha mai visto giocare: «Per certi versi è simile all’italiano Fa bio Grosso, ma è molto più tecnico e ha una mag giore facilità di crossare, ma come Grosso è ag gressivo e molto utile in fase offensiva. E comun que sa difendere molto bene. E’ completo e pron to per il grande salto. Ma non posso dire altro, di mercato se ne occupa la società non certo l’al lenatore ». 
LE PRETENDENTI
 E, a quanto risulta a Lu cescu, la società, cioè lo Shakhtar, non ha anco ra parlato con la Juventus, anche se risulta informatissimo sui movimenti che intorno a Rat c’erano stati in estate: «Lo aveva chiesto la La zio, che aveva avanzato anche una bella offerta. Poi si erano fatte sotto pure squadre dalla Ger mania e dall’Inghilterra, ma nessuna era stata abbastanza convincente. Ma questo era in esta te... ». Secondo le cronache mercatare, fra le squadre interessate a lui c’era anche il Napoli di Pierpaolo Marino, uno che di solito vede lungo sugli stranieri, mentre ora sarebbe interessato il Celtic. La valutazione del ventisettenne nazio nale rumeno, in ogni caso, sembra oscillare fra i sette e gli otto milioni, cifra che fa nicchiare Lu cescu, restio a parlare di soldi. «ha un contratto ancora lungo con lo Shakhtar e bisogna conside rare che è un tipo di giocatore difficile da trova re in Europa per caratteristiche e qualità». Il contratto scade nel 2011 e il terzino sinistro gua dagna un milione e mezzo a stagione.

IL PROGETTOCifre
 abbordabili per la Juven tus, che ha in mente un piano per rafforzare le fasce e in particolare quella mancina, ma nel ruolo sembra abbastanza coperta da Cristian 
Molinaro
 e Paolo De Ceglie. A meno che non sia un programma la cessione di uno dei due (per ora non ci sono notizie a riguardo) o che lo si consideri un erede di Pavel Nedved, puntan do molto sulle sue caratteristiche spiccatamen te offensive. Effettivamente, relazioni molto po sitive su Rat sono state consegnate a Secco e 
Blancdalla
 truppa di osservatori juventini sca tenati al recente Europeo (nel quale il rumeno aveva ben figurato): insomma, non è quello che si definisce un perfetto sconosciuto alla dirigen za bianconera. Tutto, insomma, autorizzerebbe a credere che i contatti per il terzino (dati per certi in Romania e parzialmente confermati an che in Ucraina) siano reali. Se poi portino a una conclusione positiva dell’affare non si può anco ra dire, anche perché in Ucraina dico che lo Shakhtar non ha intenzione di cedere il gioca tore a gennaio (quando per altro la Juventus non ne avrebbe bisogno), ma di valutare l’ipote si a giugno. Anche perché il futuro in quel ruolo per lo Shakhtar si chiama Vyacheslav Shev chuk, 
giovane nazionale ucraino, al momento
 un po’ oscurato da Rat. 
PRESIDENTI
 E sembra essere in ansiosa at tesa anche lui, che freme ogni volta che qualcu no gli fa battute sulla Juventus (compagni e staff si sono scatenati negli ultimi giorni), ma non si lascia sfuggire una parola. «E’ esperien za anche quella», se la ride Lucescu. D’altra par te in Romania, Rat è una specie di gloria nazio nale e può vantare anche un’onorificenza del presidente della Repubblica TraianBasescu 
che l’ha decorato con la “Medaglia al valore spor tivo” il 28 marzo 2008 per aver contribuito alla qualificazione della nazionale agli Europei. Il prossimo presidente a cui vorrebbe stringere la mano, però, sembra che sia
 Cobolli Gigli.


Razvan Rat, 27 anni, terzino sinistro dello Shakhtar Donetsk e della Romania (Reuters)

Mircea Lucescu, 63 anni, ex allenatore dell’Inter

 
 
 

Valanga Juve la Reggina Ko

Post n°283 pubblicato il 30 Novembre 2008 da drugo_1995

JUVENTUS ( 4- 4- 2): Manninger 6; Grygera 6 Legrottaglie 6 Chiellini 7 Molinaro 6; Camoranesi 7 (1' st Mar chionni 6,5) Sissoko 6,5 Marchisio 6,5 ( 24' st Giovinco 6,5) Nedved 7; Amauri 6,5 (31' st Iaquinta sv) Del Piero 7,5. A disp. Chimenti, Mel lberg, De Ceglie, Ekdal. All. Ranie ri 7.
Falli commessi 18.
Fuorigioco fatti 2.
REGGINA ( 4- 4- 1- 1): Campagnolo 5,5; Cirillo 5 Valdez 5,5 Santos 6 Co sta 6; Alvarez 5 (5' st Corradi 5) Bar reto 6 Carmona 5,5 (12' st Tognozzi 6) Barillà 5,5; Cozza 6 (38 st Di Gen naio sv); Brienza 6. A disp. Marino, Cosenza, Sestu, Ceravolo. All. Orlan di 5,5.
Falli commessi 12.
Fuorigioco fatti 2.
ARBITRO: Damato di Barletta 6.
Guardalinee: De Luca e Petrella.
Quarto uomo: Mazzoleni.
MARCATORI: 28' pt Camoranesi, 44' pt Amauri, 17' st Chiellini, 29' st Del Piero (rig.).
ASSIST: Nedved (J), Marchionni (J). AMMONITI: 24' pt Camoranesi (J), 46' pt Cozza (R) per proteste; 25' pt Valdez (R), 16' st Costa (R) per gioco falloso.
NOTE: spettatori paganti 2.944 per un incasso di 66.890,00 ( abbonati 18.445 per una quota partita di 365.186,00). Calci d’angolo 8- 3 per la Juventus. Recuperi: 1' nel pt; 0' nel st.
 
Dall’inviato
 
Luciano Bertolani
 
TORINO - Ancora De Piero il prota gonista. Ormai non è più una novità, ma è stato il capitano a correre in soccorso della Juve a disagio sotto una fitta nevicata con una invenzio ne di tacco per Nedved che ha libe rato
 Camoranesi per il gol che ha sbloccato una situazione complessa. Una giocata da cineteca che ha per messo alla Juve prima di uscire dal la ragnatela di una partita complica ta eppoi di regolare facilmente un avversario che pure le aveva dato qualche problema nella prima mez zora soprattutto sotto l’aspetto tatti co. Allo scadere del primo tempo la replica di Amauri in mischia, nel cuore della ripresa il terzo gol di Chiellini, poi il rigore di Del Piero che si è portato così a 251 gol in bian­conero. Ranieri, che aveva messo in preventivo due vittorie con Reggina e Lecce, è a metà dell’opera, ma so prattutto la Juve ha dimostrato con l’ottimo pareggio di San Pietroburgo e con la rotonda vittoria di ieri di aver smaltito la botta di San Siro. Og gi i bianconeri si metteranno in pol trona per seguire tutte le altre parti te e chissà che non arrivi anche qual che buona notizia.
Come si accennava sopra, non è stato un primo tempo facile per la Juve. A parte la neve e il campo sci voloso, i bianconeri hanno impiega to una mezzora per scollarsi di dos so impacci e disagi. Il gelo e la sa piente tattica di contenimento alle stita dai calabresi avevano in pratica impedito alla squadra di Ranieri quegli assalti che pure erano nelle loro corde. La Reggina, reduce da due vittorie consecutive (Udinese e Atalanta) aveva dato l’impressione di aver messo la museruola a una Ju ve in difficoltà soprattutto sul piano del ritmo e della spinta. Insomma per mezzora si è visto poco a parta l’organizzazione di campo del cala bresi bravi, equilibrati e capaci di far girare il pallone con intelligenza senza mai buttarlo via.
Alla Juve serviva una scossa, un’idea, un guizzo per spezzare la catena della partita. Allora ci ha pen sato Del Piero come sempre. Il capi tano
si è inventato un colpo di tacco che ha liberato Nedved lesto a rimet tere al centro dove era libero Camo ranesi. Gol facile, Juve in vantaggio e partita praticamente finita perchè a quel punto la Juve ha avuto la pre senza di spirito di capire subito la necessità di chiudere la giostra. C’è stata una traversa di Cozza su puni zione, ma a un minuto dalla fine del primo tempo Amauri, sino a quel momento assai grigio, ha trovato il secondo gol con una giravolta in mi schia che ha confermato qualora ce ne fosse bisogno il suo straordinario intuito in zona gol.
Nella ripresa la neve è caduta più fitta e il campo ha cominciato a sbiancarsi. La Reggina, irriducibile, ha cercato di ripartire la partita. I calabresi ci hanno messo un grande cuore, ma si sono trovati di fronte un avversario che, per quanto conforta to dal risultato in tasca, non ha mol lato
 un centimetro di campo trovan do anzi risorse fisiche e morali per la ricerca del terzo gol che avrebbe de finitivamente archiviato la contesa. Lo ha trovato dopo diciassette minu ti Chiellini che, su assist di Mar chionni, ha infilato per la terza volta Campagnolo con un preciso colpo di testa. Ci sono state molte discussio ni a metà ripresa quando Brienza ha calciato a sorpresa una punizione battendo Manninger, ma il direttore di gara non aveva fischiato e ha fat to ripetere.
Malgrado le condizioni atmosferi che, la neve e il freddo polare, Ra nieri negli ultimi venti minuti ha da to spazio pure a Govinco la cui strut tura fisica non sembrava proprio adatta alla situazione climatica. In vece il piccolo folletto non si è perso d’animo: ha inventato qualche bella giocata e soprattutto si è conquista to un rigore (fallo di Cirillo) che Del Piero ha trasformato con un tiro al l’incrocio.




PRIMA RETE IN QUESTO CAMPIONATO 
Mauro German Camoranesi, autore del primo gol (LaPresse)

 
 
 

Noi non giochiamo per arrivarre secondi!

Post n°282 pubblicato il 30 Novembre 2008 da drugo_1995

TORINO. Sotto la pioggia, la Juve naviga a meraviglia. Sot to la neve, la Juve scia che è uno spettacolo. Claudio Ranie ri 
imbacuccato sorride e porta a casa. Quattro a zero alla Reg gina che temeva. Quattro a ze ro e l’Inter per una giornata è a meno tre, temperatura più che apprezzabile. Solo che scu detto e
 Giovinco sono argo menti che vanno di traverso: «Ci sono dei momenti in cam pionato in cui non raccogli. Sta sera abbiamo fatto creato buo ne azioni e sono arrivati i gol». Con Camoranesi eroe, nono stante il colpo alla spalla. «Mi ha detto di aspettare a sosti tuirlo, la scelta ci ha premiato. Ma il dottore ci aveva avvisato: più tiene il braccio giù più starà male. Con lui c’è un rap porto bellissimo, ha eseguito e resistito». E si arriva al tor­mentone tricolore. «Ribadisco, tocca all’Inter vincere lo scu detto, perché risultano campio ni d’Italia. Loro sono chiamati a conquistarlo, noi a migliora re la posizione dello scorso an no ». Fine 1° round. Si passa al secondo. «Siamo ancora più coesi con un anno di lavoro in più. E nel gruppo si vede. Mi sono sempre espresso così sul lo scudetto, secondo come gira il vento la mia frase viene cam biata. Ma è la stessa del presi dente, degli altri, fino al ma gazziniere. Ripetiamo l’identi ca cosa e mi ritrovo con un: Ra nieri rinuncia. Migliorare che vuol dire? Almeno seconda o prima piazza. Questo non si gnifica che ci fermiamo... I ra gazzi sono d’accordo con me».

SEBASTIAN OLE’
 Pausa. «Nonostante il campo pesante, abbiamo gestito bene la gara. Con le piccole siamo ok. Sape vamo che la Reggina stava compatta, unita: dovevamo stanarli nonostante la pioggia e la neve non ci aiutassero. E’ importante aver rotto gli equi libri ed essere andati in van taggio ». Altro round, su Giovin co: che fine farà quando tor nerà 
Trezeguet?
 «Lui è già maturato la passata stagione. Ora deve compiere il salto di qualità, conquistarsi il posto. Non serve che vada a prende re 7 in pagella altrove, deve prenderlo con la Juve. Ci pun tiamo, senza caricarlo di re sponsabilità. Qui non ti puoi accontentare, ci sono i campio ni, il quartetto delle meraviglie in attacco con Del Piero, Amauri, Iaquinta, David op pure 
Nedved
 sulla fascia. Se l’abbiamo richiamato è perché ci crediamo tantissimo. Ancora non ha una posizione definita. Potrebbe essere una seconda punta che svaria su tutto il fronte d’attacco. Ma a Empoli ha giocato nel 4-4-2 esterno di centrocampo, quindi come vi ce Nedved con caratteristiche differenti. Per me Giovinco è un giocatore da Juventus. Si è fatto le ossa in Toscana, ma l’Empoli non è la Juve. Deve guadagnarsi i galloni da tito lare sgomitando, con grandi prestazioni, azzannando ogni centimetro». Passa la Formica Atomica, di fretta. «Mi aspet tavo di giocare di più, anche i compagni se lo aspettavano. Si discute di una mia partenza ma io resto qui, non vado via». Contento per il rigore? «Sì, ma non troppo». Ranieri, imbecca to sul contesto, aggiunge: «An che io mi aspetto di più: difatti ho chiesto alla Lega di poter giocare in dodici». Glaciale.

PUGNI
 Altro round. Ranieri sale sul ring. «Chi afferma che siamo da scudetto è un inten ditore. C’è scaramanzia nella mia frase? Ogni volta che par liamo di titolo perdiamo. Ma voi credete davvero che Gigi 
Buffon
 giochi per arrivare se condo? Io ho solo detto che gli altri lo devono vincere per for za, lo scudetto. Noi vogliamo rompere le scatole. La gerar chia del torneo è giusta: vedia mo la classifica, quella è la no stra posizione. Ora le parole non servono, ci vogliono i fatti: chi si siede sulla panchina del la Juve non può non puntare allo scudetto, per la storia, per le ambizioni del club, l’ho sotto lineato appena arrivato. Ma venivamo dalla B, dovevamo crescere per gradi...». Lo slogan è coniato: più scudetti per tutti.


TORINO. Claudio Ranieri si sbraccia nel mezzo della tempesta di neve abbattutasi sull’Olimpico (Liverani)

 
 
 

Alex sono 250: Non mi fermo

Post n°281 pubblicato il 30 Novembre 2008 da drugo_1995

TORINO. Duecentocinquanta fiocchi di gol. Il Natale all’Olimpico arriva in antici­po, con la festa della Juve e del suo capita no. La Reggina, suo malgrado, partecipa e osserva ghiacciata. La recita è imbianca ta e porta sorrisi come regali: uno, due, tre, quattro. E con il rigore finale, che Del Pie rorealizza 
per il gol numero 250 nella car riera zebrata. Applausi infiniti e altre due­centocinquanta di queste prodezze.

GRAZIE SEBA
 Alex Natale esulta e ba cia la crapa di Giovinco, che in area ci era andato per portare scompiglio. Nei calci da fermo è ormai implacabile, il Dieci. Co me gli capita quest’anno in campionato: tre punizioni e un penalty, che si assom mano ai quattro in Champions e a quello nei lontani preliminari. Nove stoccate a trentaquattro anni, alla sedicesima sta gione juventina. E non finisce qui. «A Ve rona con il Chievo avevo lasciato il rigore a Iaquinta, segno che non conta solo se gnare. Certo, bisogna cercare di dare sem pre il massimo. Se capita di giocare bene e non segnare sono contento lo stesso; ma se realizzo un gol lo sono ancora di più». Mancano le parole, parlano le cifre, im pressionanti. «E io sono felice dei record che raggiungo, perché sono dimostrazioni di forma, di classe, di costanza. Se poi ar riva la vittoria il contorno è perfetto. Però i primati personali cerco di spostarli più in là, verso traguardi più importanti». Lo scu detto, per esempio? «Scudetto? Ok, pun tiamo a migliorarci (vabbé, la staffetta con 
Ranieri
 è completa, ndi) ». Ora la tempe ratura segna -3 all’Inter, chissà se Alex passerà la domenica spiando i nerazzur ri... «Mi occuperò di mio figlio Tobias, però con un orecchio ogni tanto alla sfida Inter Napoli».

AMAURI OLE’
 Basta mettere la sciolina giusta, sotto i tacchetti. È il segreto del go leador sotto i fiocchi, un goleador con i fioc chi. Sì, un brasiliano a suo agio sulla neve dell’Olimpico, un argentino d’Italia, una roccia di Livorno e il dieci che non tramon ta mai. Amauri do Brasil che segna, Amauri do Brasil che slitta, Amauri do Brasil che sgomita, Amauri do Brasil che si scalda con il futebol bailado in bianco.

CHE SHOW
 Signore e signori, chissà quanto congelati, benvenuti alla recita. Non che la Reggina ci stia a porgere i re gali, ma il risultato è che non riesce a es sere cattiva nei confronti di una Juve sca tenata, tutto cuore, classe e spietatezza. Colpisce con Camoranesi versione 
Beckenbauer,
 braccio destro attaccato al 
corpo e inventiva da
 kaiser del pallone. Raddoppia con Amauri che non molla, che ci crede sempre, che si appoggia a Valdez 
e quasi a terra si allunga e la butta den tro. Per non dire del tris di
 Chiellini, la re te dei centrali che Legrottaglie aveva preannunciato per San Siro e che invece arriva in ritardo di una settimana. Ma va bene comunque.

IL COLPO
 Più nevica, comunque, e più Amauri si scatena. Tanto che Tognozzi, 
un tantino rude, gli ficca una manata sul naso che magari meritava anche un rosso. Ma siamo in clima natalizio... Il prato di venta bianco candido, i giocatori bardati e con i guanti sognano un piumino o un piu mone, fate voi. E mentre
 Nedved trova l’assetto da zero gradi, qualche compagno medita la ritirata. Ma non Del Piero che completa lo show iniziato nel primo tem po con colpo di tacco e proseguito fino al ri gore catturato da flash Giovinco e realiz zato da Alex 250.

QUOTA 9Amauri,
 che chiede palla di con tinuo, tenta l’assist al capitano, uno sche ma quasi da hockey su ghiaccio. Ok, l’equi librio è precario. Ma i numeri rafforzano la posizione: 7 reti in campionato (14 presen ze), 2 in Europa. E quando Ranieri lo ri chiama alla mezz’ora della ripresa per la sciar spazio all’amico Iaquinta, lo stadio applaude convinto. In testa, i suoi capelli al nero di seppia sono imbiancati. Come quelli di Del Piero, che non stinge mai.


TORINO. Del Piero ha segnato 9 gol in questa stagione tra preliminari, Champions e campionato (LaPresse)

 
 
 

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