Fiondo lungo strade che portano in Romagna, sotto invito di un amica a far baldoria lungo spiagge, marciapiedi, mercati, frutteti e locali all'aperto...Ma ora è già tutto finito.
Sono state 30 ore d'intenso vivere in ogni sua forma, ci si è riempito di tutto, di amici, discorsi, bicchieri di birra, reggaeton e dub a bassi volumi, è stato stordente, le vibrazioni, i discorsi, le facce e i nomi da ricordare, i passi per non inciampare e quelli verso i banconi del bar. Un mare di persone sorridenti pronte a raccontarti qualcosa, a offrirti una parte di loro, quella più falsa, da Milano a Rioveggio fermandosi nella periferica Modena, personaggi talmente pieni di stile e belle parole da farti capire quanto può essere varia la stupidità umana. Ma la vita sociale e anche questo e anche dell'altro, come un vassoio di pesche zuccherate servite al mattino, stampe romantiche alla parete, luce soffusa di un alba che sovrasta un lucernario socchiuso, e poi ancora l'odore del caffè della moka e il fresco del ventilatore, lo spettacolo di una nuova finestra che da s'un cortile, calamite appese ad un frigo e la musica che riempe le stanze... Sono state 30 ore piene di tutto, da esserne sazi e da non voler più mangiare per evitare un tracollo ma la realtà è che di questo tempo c'è una sola frazione che vorrò davvero portarmi dietro come un ricordo...
Sabato stellato a notte tarda, luci spente e gente a nanna, strada periferica di ritorno verso casa mentre lei guida mentre io guardo altrove, oltre il finestrino con la mia meravigliosa ardente e lo stereo che canta i Depeche Mode, Come Back, una canzone che mi scava dentro come un trapano a pressione. Il mio sguardo mi proietta fuori, oltre l'asfalto, oltre i campi falciati e verso le luci, lo sfavillio notturno del porto di Ravenna, alto, brillante, come un faro che sta lì per aiutarti silenzioso mentre la canzone continua a martellarmi le orecchie, i suoi riff pesanti, le atmosfere avvolgenti intrise di velata tristezza, talmente bella e inerente alla mia vita che comincio ad odiarla, melodica e fastidiosa, come un ronzio che ti percorre alcune zone del cervello fino a stimolarlo di piacere, come un pensiero, sento di volermene andare altrove ma non voglio scappare da dove mi trovo ma vorrei comunque essere altrove, vorrei un altro paio di occhi da guardare e un altra bocca con cui parlare, altre mani da stringere e vorrei che Dave Gahan la smettesse di cantare... Ma la canzone è lunga, eternamente lunga come la ricordo e la macchina non ha intenzione di cambiare direzione, lei mi guarda e spinge sul gas, sorride stretta nel suo vestito allargando due labbra che vorrei fossero quelle di un'altra persona...
Inviato da: cassetta2
il 30/11/2022 alle 18:21
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il 11/10/2016 alle 17:02
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il 10/09/2016 alle 11:27
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il 20/03/2016 alle 23:42