L'arte di Jakowski

IL MURO


Sperduta campagna emiliana, c’è una piccola strada d’asfalto increspato coperta di erba e saggina, fossi ai due lati prosciugati da pozzi moderni; è stretta e prosegue diritta senza una sosta, senza una fine con doppie file di pioppi a far da cornice mentre il buio l’avvolge. Cammino da solo per dieci minuti fra mille pensieri poi arrivo; saranno passati almeno quindici o sedici anni dall’ultima volta che ho percorso questa strada ma nonostante il tempo passato lui è ancora lì, fermo e silente, freddo e distante: un muro di vecchi mattoni rossi alto due metri e largo altrettanto, immobile e senza più un senso, senza più il suo scopo di riparo e protezione. Mi avvicino, controllo la parete, la tocco ed è bello scoprire che ancora vi sono incisi i nomi degli amori della zona; ci sono le date, alcune promesse, pittogrammi sbiaditi di cuori in frantumi e nient’altro. ...Resto immobile per dieci minuti a fissarlo, a pensare e a riempirmi di fumo di meravigliosa i polmoni ma nonostante tutti gli stimoli la scena non mi appare triste e malinconica, nonostante tutto il tempo che è passato, tutte quelle ore perse, le vicende, gli episodi mancati e vissuti; l’unica emozione che davvero mi avvolge è la gioia di sapere che lui sia ancora lì... ...Ed io ancora qui.