L'arte di Jakowski

823 CHILOMETRI PIU' GIU'


Serata di mare, di folli nottate in cerca di risa e di cocktail, parcheggi e chioschi di cibo, in cerca di amici e di vecchie comparse, di un pacchetto di Luckies e di un amore innocente per il mio mr.T, un antico compagno riemerso dal fango del suo matrimonio.Siamo al trotto come puledri lungo sentieri di sabbia, dentro e fuori dai bagni lungo la spiaggia, lui sguardo vispo da leone in cerca di una preda, io pallido come un vampiro in cerca di un alcolico da poter bere, scelta obbligata e virata improvvisa, il caso vuole la sosta al Toto Beach che stasera è come teletrasportarsi nei primi anni 80 ma senza acconciature invadenti.Pieno di gente...In mezzo alla bolgia ci separiamo un istante, io al banco del bar, mr.T a ballare Rettore come un ossesso...Io fermo alla solita fila e trafila, soldi, sorriso, una bionda alla spina, il resto in moneta e saluti stentati, quando ritorno però vedo il mio amico incollato all'orecchio di una tipetta carina, chiaccherano un po' troppo vicini per essere amici, lei avvolta in un vestito lungo a righe orizzontali, un tatuaggio colorato sulla spalla e un piercing sotto labbra d'aragosta, capelli ricci come onde e sguardo sbarazzino fresco come il mare; io passo oltre lanciando al mio pard un occhiata di approvazione come un giurato severo ad un concorso di miss, sette su dieci.E così resto solo, emancipato lungo il marciapiede che porta alla battigia, il cielo è quasi buio, il tramonto alla sua fine, cuffie nelle orecchie per far scorrere la canzone più lontana e fuori luogo da questa situazione; ho bisogno di fuggire, di sedermi sulla sabbia e di fumare, di posare il mio allegro sguardo altrove e di oltrepassare quelle nubi, oltre Rimini e Riccione, oltre Ancona, oltre alla spiaggia molisana e i suoi confini, giù nel salentino fino ad arrivare a proiettarmi a 823 chilometri più giù, lungo questa interminabile costa che ancora mi separa dalle sue braccia.