Digito Ergo Sum

Jethro Tull


Ho sempre pensato che la musica rock migliore sia quella dei primi anni '70.Un periodo dove i gruppi sperimentavano nuovi suoni, nuovi ritmi e nuovi modi di suonare.Il cosidetto rock progressive, dove un brano durava anche 7-10 minuti, con cambi di ritmo, lunghi assoli, dinamiche contrastanti.Musica per nulla noiosa, ma viva e in continua evoluzione.Un rock in un certo senso psichedelico e che a volte sconfinava nel barocco per la sua pomposità e per la commistione di famosi brani di musica classica.Gruppi rock di quel periodo sono i Pink Floyd, i Genesis, gli Who, i Led Zeppelin, gli Emerson Lake & Palmer, i Doors, i Jethro Tull, solo per citarne alcuni tra i più famosi.Gruppi rock, che insieme ai Beatles e ai Rolling Stones, hanno segnato la strada del rock e tanto hanno influenzato i gruppi a venire. Ed è grazie al mio unico cugino, di 9 anni più vecchio di me, che ho conosciuto uno dei due gruppi, che insieme ai Pink Floyd, hanno influenzato i miei gusti musicali futuri: i Jethro Tull.Avrò avuto si e no 12 anni quando mio cugino mi regalò due dischi dei Jethro Tull: Aqualung e Thick As A Brick.Non sapevo proprio chi fossero, ma dopo che mi aveva fatto conoscere i Pink Floyd, non avevo dubbi che mi sarebbero piaciuti.E così è stato! Due splendidi LP, in particolare Thick As A Brick, che, come la maggior parte degli album dei Pink Floyd non aveva pause tra un brano e l'altro e si proponeva come un unico brano di circa 22 minuti sul lato A del 33 giri, ed un secondo brano altrettanto lungo sul lato B.La caratteristica principale della musica dei Jethro Tull risiede nella voce del leader Ian Anderson e nella maestria dell'uso del suo flauto traverso, con sonorità in parte classiche in parte tipicamente rock.Un modo di suonare il flauto che ha segnato la storia del rock, per i suoi virtuosismi e per aver introdotto il soffiato e cantato durante l'esecuzione.Ian Anderson, un istrionico menestrello del flauto traverso, autodidatta, che per sua stessa ammissione, una volta che la figlia ha preso lezioni di flauto e gli ha detto che lo suonava in maniera tutta sbagliata, si è messo a prendere lezioni sul serio. E dopo tanti anni non avrei mai pensato di avere l'occasione di vedere un loro concerto proprio dalle mie parti.Sentire i brani suonati dal vivo è stata una grande emozione!Certo la voce di Ian non è più quella degli anni '70, anche a causa di un'operazione alla gola, ma il suono del flauto... oooh... che virtuosismi!  Il gruppo al completo ha suonato divinamente!Credo che un disco dei Jethro Tull non possa mancare nella collezione di nessun vero amante del rock!