Creato da Janus_13 il 05/12/2006

Janus Reloaded

Sulla via di Damasco

 

 

3° Capitolo : QUASI PERFETTO 5° Parte

Post n°17 pubblicato il 19 Febbraio 2007 da Janus_13
 

Il signor McDonell entra in classe. Un uomo sulla quarantina, con la classica pancetta gonfia del bevitore incallito di birra, capelli di un rosso da “Irish Pride” e un guardaroba che risultava già fuori moda nei primi anni 80. Non che faccia molto caso a queste cose io, ma faccio fatica a metabolizzare le toppe sui gomiti della giacca color panna.

E’ il nostro insegnante di letteratura da quest’anno, cioè da quando la “signorina” Rogers è andata in pensione.

Le virgolette sono d’obbligo visto che Miss Rogers ha 65 anni, due mariti sepolti sotto due metri di terra, un fidanzato di circa 70 anni e un sacco di reumatismi.

Ma lei ci tiene a essere chiamata “signorina”.  La fa sentire più giovane. E’ proprio vero che diventando vecchi ci si rincoglionisce.

Mi era quasi simpatica la Rogers. Lei aveva capito che a me non può fregare di meno di imparare quali cazzate ha scritto un represso alcolizzato pieno di problemi e seghe mentali con una madre possessiva e almeno un paio di traumi adolescenziali. Di chi sto parlando ? Prendete un libro di letteratura ed apritelo a caso. Parlavo di lui o lei. Tanto sono tutti uguali.

Uno scrive quando non ha un cazzo di meglio da fare. Questa è una verità assoluta.

Purtroppo McDonnel non ha ancora capito che mi deve lasciare perdere e impiegare il suo tempo cercando di spiegare le sue fesserie a qualcuno che abbia almeno un barlume di interesse, ma lo capirà presto.

Si siede, guardando la classe con aria perplessa con la sua faccia molle e rubiconda. Certo, avessi scolato tre birre a colazione avrei anche io un’espressione perplessa.

Poi qualcosa attira la mia attenzione e capisco. Un rumore, o meglio, l’assenza di rumore.

Non c’è il solito chiacchiericcio indefinito e interminabile delle tre Parche che solitamente siedono dietro di me e Iz. E non sono le sole a mancare.

Mancano in sette. Neppure ai compiti del famigerato e terribile professor Neumann, probabile discendente di qualche gerarca nazista, professore di chimica di giorno e licantropo di notte, colui la cui foto compare in tutte le enciclopedie alla parola “sadismo”, si propagano epidemie così diffuse.

“Ben ragazzi, visto che oggi siamo in pochi parleremo e commenteremo insieme la teoria del Palazzo dalle Molte Stanze di John Keats” comincia McDonell. "Il poeta dice -Io paragono la vita umana ad un vasto palazzo dalle molte stanze, delle quali solamente due posso descrivere, rimanendo le porte delle altre a me chiuse .La prima di cui varchiamo la soglia la chiamiamo la camera dei bambini, o la camera senza pensieri, in cui noi rimaniamo fino a che non pensiamo. Ci rimaniamo un lungo tratto, e nonostante la porta della seconda camera rimanga aperta mostrando un aspetto luminoso, non ci interessa affrettarci verso di essa; ma vi siamo impercettibilmente spinti una buona volta dal risvegliarsi del principio di pensiero  dentro di noi. Non appena entriamo nella seconda stanza, che chiamerò la stanza dei pensieri vergini, siamo pervasi dalla luce e dall'atmosfera, non vediamo nient'altro che piacevoli meraviglie, e pensiamo di attardarci lì per sempre estasiati-" Mi infilo con discrezione gli auricolari. Preferirei essere incatenata ad un masso e vedere aquile divorarmi il fegato ogni giorno piuttosto che sentire le interessantissime dissertazioni di un alcolizzato irlandese sui deliri scritti da un inglese depravato probabilmente in preda all’assenzio.

Spiacente Mr.Keats, la prego non me ne voglia, ma preferisco rimanere nella mia “camera senza pensieri”. A proposito, fanculo. Che rimanga tra noi però.

“La polizia ha formato un cordone e isolato la zona attorno al Gary Market, un piccolo drugstore sulle 9°strada.” Gracchia la radio.
Maledetto lettore mp3conradioinclusaasoli49dollari. Ogni tanto si blocca in modalità radio. Poi con due colpi ben assestati torna a funzionare come prima. Un po’ come un mulo che ogni tanto ha bisogno di una bastonata. Un momento. Il Gary Market lo conosco.
E’ un piccolo negozio vicino alla mia fermata dell’autobus tenuto da un orientale di nome Yu. Credo sia cinese, o tailandese, o chicazzosenefotteese. Ci sono stata un paio di volte a comprare le sigarette. Tanto il signor Yu non fa domande e non chiede carta di identità. A lui interessano i soldi. Mi dispiace. E’ una brava persona e soprattutto non ti fa i sorrisi di cortesia, né ti dice “arrivederci” come se gli importasse qualcosa di te. E’ onesto e sincero. Non farà mai grandi affari nella vita, purtroppo... “sembra sia in corso una rapina all’interno del market. All’interno sembra ci siano solamente il gestore, il signor Lin Yu e il rapinatore, un giovane non meglio identificato. Ai nostri microfoni la signora Parker, la testimone che ha prontamente avvisato la polizia”

Un’interferenza copre per qualche secondo il segnale, poi una voce femminile evidentemente terrorizzata fa la sua comparsa “Ho visto questo ragazzo, era… pallido, vestito di nero come i dark degli anni 80, sa quelli con le creste e i crocefissi ?” ecco cosa ci voleva, la signora di mezza età che non sa distinguere una coda da un palo nel culo “aveva i capelli lunghi, neri e uno sguardo strano… Secondo me era drogato” Cazzo. E’ il ragazzo del vicolo. Ecco lo sapevo. Non bastava drogato. Anche un criminale. Temo la nostra sia una storia impossibile.
Amen.
“La polizia ha fatto irruzione in questo momento. Numerosi colpi di arma da fuoco..”

Spengo. Poveraccio… classico atteggiamento della polizia. Prima spara, poi domanda. Certo che non li posso biasimare. Con quella miseria che prendono, anche io farei lo stesso credo.

Sarà meglio tornare ai miei bamboloni mascherati. Almeno loro non fanno rapine ai market. Almeno credo.

 
 
 

Are you ready ?

Post n°16 pubblicato il 14 Febbraio 2007 da Janus_13
 

Nel giorno che il sottoscritto odia di più in assoluto (dopo il Natale ovviamente), vi scrivo semplicemente per dirvi che Alice sta tornando. Entro fine settimana nuova parte dell'interminabile 3° capitolo :D Si torna a scrivere!

 
 
 

Novità

Post n°15 pubblicato il 07 Febbraio 2007 da Janus_13
 

Lo so. Avevo detto che avrei usato questo blog solo come quaderno per gli appunti.

Lo so. Avevo detto che avrei postato un trailer del racconto ieri l'altro.

Lo so. Ultimamente non sto scrivendo molto.

E' che il lavoro mi sta massacrando e come un moderno Demiurgo mi trovo immerso in numeri abominevoli cercando da questo di ricreare la "realtà" (professionale ovviamente) attraverso un nuovo algoritmo.

Il resto ? A parte un malessere fisico dato un po' di stress, da un po' di influenzina latente, tutto bene.
Novità ? Sì, tante. Tante buone notizie. Tante belle novità (beh a dire la verità una, ma bellissima).
E sono felice.
Non sereno, non contento, non soddisfatto.
Felice.

 
 
 

Consiglio

Post n°14 pubblicato il 01 Febbraio 2007 da Janus_13

Mi sono deciso. Racconto breve per un concorso. E' una cosa banale e sicuramente non vincerò, ma vale la pena provare no ? Ho solamente 30 gg per trovare un soggetto e scrivere non più di 10 pagine che non siano carta straccia. E mi danno pure l'argomento. Un racconto horror.
30 gg... 10 pagine... io in 10 pagine non dico neanche "ciao come stai"... come faccio ? Quello che è peggio è che ho tante idee e terribilmente confuse. Avevo intenzione di parlare delle strane cose che succedono ad una ragazza che si ritrova incinta senza sapere chi è il padre. Avevo un sacco di altre idee, ma nessuna mi convince al 100% (sarà anche perchè non ci sto molto con la testa ultimamente). Quindi credo di dover usare un aiuto.

Qualcuno ha un'idea ?

 
 
 

3° Capitolo : QUASI PERFETTO 4° Parte

Post n°13 pubblicato il 30 Gennaio 2007 da Janus_13
 

Scendo di tutta fretta dall’autobus e cammino velocemente verso l’entrata della scuola. Sotto la porta mi fermo, un solo istante. Guardo l’orologio : sono in anticipo di cinque minuti. Incredibile! Sì oggi è decisamente un giorno da ricordare.
Uno di quegli eventi che, come le eclissi solari o il passaggio delle comete, sono destinati ad essere ricordati nella storia dell’uomo.
Magari ci faranno anche un articolo sul giornalino della scuola “Alice oggi non è in ritardo”, magari con anche un sottotitolo “Il preside Collins in ospedale per un principio di infarto causato dalla sorpresa”. Non è carino augurare il male alle persone, ma quell’uomo mi ha sparato tanta di quella merda addosso che non riesco ad essere molto commiserevole. E poi se morisse per quell’infarto mi sentirei colpevole per tutta la vita.
Dopo qualche secondo, opto per un compromesso :”Il preside Collins in ospedale per un attacco di emorroidi”. Non letale, ma efficace e moooolto doloroso. Perfetto.
Sorrido. Sono diabolica a volte.

Pochi secondi e sono in classe. Mi siedo nel banco. Iz non c’è. A dire la verità non è l’unico. Mi guardo intorno. Manca circa metà classe.
Probabilmente arriveranno tutti al suono della campana.
Ma ad ogni secondo che passa, uno strano senso di inquietudine comincia a crescere. E dire che non sono una persona che si preoccupa molto.
Magari è solamente in ritardo, magari ha preso un raffreddore, magari non è riuscito a svegliarsi.
Aspetto ancora un minuto.
Basta, lo chiamo.
Una voce registrata dall’altra parte mi dice “Siamo spiacenti, l’utente da lei chiamato non è raggiungibile”. Cazzo.
Dove diavolo ti sei cacciato ? Ok Alice, adesso respira. Va tutto fottutamente bene. Sei in classe, sei in orario e per di più non devi neppure sorbirti la ramanzina di Collins stamattina.
E ‘ tutto perfetto. Continuo a ripetermelo. Finirà anche che ci crederò… almeno spero.
Eppure non riesco a togliermi quella sensazione.
Sento ancora quegli occhi addosso, che entrano in, scavano e divorano tutto ciò che si trovano davanti.
Al suono della campana Iz appare sulla porta. Tiro un sospiro di sollievo. Quasi lo abbraccerei. QUASI ho detto.
Poi lo guardo, ancora. Qualcosa in lui non mi convince.
E’ pallido, più pallido del solito, le occhiaie marcate e profonde, gli occhi gonfi e rossi come se non avesse dormito.
Si siede di fianco a me. Non dice nulla, ma c’è qualcosa nel suo sguardo. Come un grido di aiuto, silenzioso, che si confonde con il ronzio dei neon e del riscaldamento acceso.
Lo tiro per un braccio “Iz?”. Mi guarda, inebetito. Poi un debolissimo sorriso appare agli angoli della bocca. “Ciao Al” dice. E’ debole, quasi provato a sussurrare quelle parole.
“Qualcosa non va ?” Gli chiedo. Cazzo, con questa frase potrei vincere la medaglia d’oro delle domande retoriche “Niente di importante. Incubi…” “Non hai una gran bella cera…” ecco, fantastico. Certo che sai come tirare su il morale alle persone Alice. Iz sta male e l’unica cosa che sai dire è che fa schifo ? Bella amica che sei.
Mi guarda, fissandomi dritto negli occhi per qualche lunghissimo, interminabile secondo.
Poi apre lo zaino, di scatto, tirando fuori il suo quaderno dei disegni. “Guarda” mi dice aprendo l’ultima pagina.
Guardo le righe di graffite sul foglio bianco: convulse, agitate, sconvolte. Come se fossero state disegnate in preda all’ira. Un uomo esile, pallido, vestito di scuro con lunghi capelli neri. E’ accovacciato sopra al corpo di un secondo uomo, sdraiato, vestito male. Il ventre dell’uomo sdraiato è completamente squarciato e pezzi di interiora sbucano fuori dall’apertura come un macabro vaso di fiori morti. Dalla bocca, dalle mani dell’uomo pallido sta colando copioso del liquido scuro, sangue forse.
Come se stesse divorando le interiora dell’altro.

Poi l’inquietudine diventa terrore.
Terrore cieco, che blocca il respiro.
Cerco di dire qualcosa, ma riesco solamente a balbettare qualcosa di incomprensibile.
Quegli occhi. In un istante riconosco entrambi… il ragazzo del vicolo e il barbone che mi ha urtato.
Iz torna a guardarmi. “Il problema è che non mi ricordo di averlo disegnato”. E’ spaventato, terrorizzato, confuso, almeno quanto lo sono io.

Ok, fermi tutti. Cerchiamo di mettere in campo la famosa razionalità Alice.

E’ la mia suggestione che mi fa vedere nel disegno di Iz i volti di quei due. Ho avuto una paura fottuta e adesso mi sembra di vederli dappertutto.
Shock post-traumatico da manuale, forse condito da lieve mania di persecuzione.
Naturale. Sì deve essere così. Rimane solamente da spiegare perché “Robin” non si ricorda di aver disegnato questo orrore.
Forse era stanco ed era in dormiveglia. Magari è sonnambulo e stava facendo un incubo, complice magari un doppio chili-burger. Lo dico sempre io che quella roba ti ammazza.
Sì magari si è addormentato mentre guardava uno di quei film supersplatter che gli piacciono tanto. E’ plausibile. Sì, deve essere andata così.
Inspiro. Espiro. E sento che la paura scende. Gli sorrido.
“Che hai mangiato ieri sera Iz ?” “Tacos con Chili”. Lo sapevo. Comincio a riacquistare un po’ di sicurezza.
“Stavi guardando un film per caso ?” “No, ho visto un documentario… parlavano dei nuovi sconvolgimenti climatici sul pianeta”. Beh, ci sono andata vicino.
Effettivamente adesso fanno molta più paura i documentari filo-ambientalisti che i film dell’orrore. Non fanno altro che preannunciare la fina del mondo a causa di imminenti disastri, cataclismi, pestilenze.
Al loro confronto, Cassandra era un’inguaribile ottimista.
“Caso chiuso, allora. Il colpevole è la digestione, Iz. L’avrai disegnato mentre i tuoi succhi gastrici erano impegnati a cercare di scomporre quella merda che hai mangiato”.
Lo vedo. Non è molto convinto, ma si fida troppo di me per mettere in discussione la mia conclusione.
Sorride. “Però era buono. Dovresti provarlo”  Replica con tono solenne.
Rido. Di gusto.
Me ne frego se gli altri mi guardano male.
Fanculo a tutti.
Sì, Rido. E non per quello che ha detto Iz. Mi accorgo che sto ridendo di me stessa, per quanto sia stata sciocca ad avere paura.
Un barbone alcolizzato mi ha fatta cadere, nel vicolo c’era un drogato e Iz ha avuto un incubo.
Sì deve essere andata così. Per forza.
Vorrei non guardare più quel dannato quaderno, ma è più forte di me. Eppure, giurerei che siano proprio loro due in quello strafottuto disegno.

Ma non è possibile. Decisamente.
Non in questo mondo, almeno.

-Continua-

 
 
 

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