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carezza notturna


Dalle mie mani si snoda la supplica, di una tua carezza notturna, che non sia solo velo di nebbia, spezzato nelle ore d’attesa, divise dal giorno interminabile e scarno. Dalle mie labbra sboccia silente, il desiderio del tuo caldo respiro ,che stritoli il gelo dell’ansioso tormento, offerto da questo calice amaro, che disseta qualsiasi mio secondo. Dalle mie palpebre si schiude la porta, che per lontane valli a te mi conduce, radicandoti nel mio seno come quercia, da cui nelle stagioni cedevoli coglierai, possedendomi linfa di bosco, per sfamare le tue fronde affamate, Da questo istante privato di noi, in cui ti voglio in verità più dell’aria, sorge un sole rosso come il mio sangue,  e t’agiti in me, ti sento come la vita., (Cristina Desogus )