ECCHIME

emigranti


Domenica scorsa di Domenico Chirico, ho letto questo reportage dalla Tunisia, su La Stampa.Se gli date una letta, mi fate un piacere...http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/397269/E comunque, una letta anche a questo editoriale di Giovanna Zucconinon è malehttp://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=8597&ID_sezione=&sezione=Leggendo il reportage, mi sono venuti in mente i racconti dei miei,le immagini delle inchieste rai sull'emigrazione dal meridione (quella dal nord di fine ottocento non ha avuto la stessa presenzamediatica, quindi è stata rimossa... anche dalla storia)PS attenzione, non sono per il "possono entrare tutti" perchèper far entrare qualcuno, bisogna saperlo accogliere decentemente!E poi se tutti emigrano, chi rimane a costruire il proprio Paese?Noi che facciamo? Ci hanno gridata la croce addosso i padroni per tutto che accade e anche per le frane che vanno scivolando sulle argille. Noi che facciamo? All'alba stiamo zitti nelle piazze per essere comprati, la sera è il ritorno nelle file scortati dagli uomini a cavallo, e sono i nostri compagni la notte coricati all'addiaccio con le pecore. Neppure dovremmo ammassarci a cantare, neppure leggerci i fogli stampati dove sta scritto bene di noi! Noi siamo i deboli degli anni lontani quando i borghi si dettero in fiamme dal Castello intristito. Noi siamo figli dei padri ridotti in catene. Noi che facciamo?Ancora ci chiamiamofratelli nelle Chiese ma voi avete la vostra cappella gentilizia da dove ci guardate. E smettete quell'occhio smettete la minaccia, anche le mandrie fuggono l'addiaccio per qualche stelo fondo nella neve. Sentireste la nostra dura parte in quel giorno che fossimo agguerriti in quello stesso Castello intristito. Anche le mandrie rompono gli stabbi per voi che armate della vostra rabbia. Noi che facciamo? Noi pur cantiamo la canzone della vostra redenzione. Per dove ci portate lì c'è l'abisso, lì c'è il ciglione. Noi siamo le povere pecore savie dei nostri padroni. (poesia di Rocco Scotellaro)