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Operazione tombola


«OPERAZIONE TOMBOLA», la missione che inflisse il colpo micidiale alla Linea GoticaIl Resto del Carlino del 21 marzo 2010di Matteo Incerti«OPERAZIONE TOMBOLA», IL NOME IN CODICE della missione che inflisse il colpo micidiale alla Linea Gotica. Era il marzo del ’45 quando i parà del 2° regimento delle SAS britanniche si unirono agli uomini del ‘Gufo nero’, partigiani decisi a tutto, riuniti sull’Appennino reggiano. E insieme andarono all’assalto del quartiere generale nazista, a Botteghe di Albinea. Da lì i tedeschi ‘governavano’ la Linea Gotica. Ma l’assalto all’arma bianca, e dopo un inferno di fuoco, piegò la loro resistenza. Gli Alleati poterono varcare l’Appennino e liberare l’Italia insieme ai partigiani. Una pagina di storia oggi ricostruita dai superstiti del ‘Gufo nero’.Reggio EmiliaDOMENICA 4 marzo 1945, il cielo è chiaro e fa risplendere tutta la neve caduta sul crinale del Cusna il punto più alto dell’Appennino Reggiano. A bordo di un Dakota statunitense decollato da Livorno sette paracadutisti del 2° reggimento SAS, le squadre d’assalto speciali dell’esercito britannico attendono la luce verde per il lancio. Sono solo una parte del piccolo ma agguerrito esercito che sta per scatenarsi contro il Quartier Generale avanzato del 51 Corpo Motorizzato tedesco, insediato a Botteghe di Albinea a Villa Rossi e Villa Calvi, a pochi chilometri da Reggio. Da lì i nazisti in colle-gamento con Berlino comandano la Linea Gotica e spesso vi sono ospiti sia il generale Kesserling che il generale Hauck. Al campo di lancio di Case Balocchi ai piedi del Cusna i parà britannici si dovranno congiungere con un altro gruppo composito, formato da inglesi, russi, italiani, olandesi, canadesi, francesi, ma anche austriaci e tedeschi disertori. Sono i migliori partigiani operanti in zona e gli uomini della Missione Inglese guidata dal capitano Michael Lees, uomo dello Special Operation Executive, una “testa calda”, arrivato sull’Appennino dopo mille avventure in territorio yugoslavo e piemontese. A guidare il manipolo del 2° battaglione SAS è il maggiore Roy Farran che ha già visto la morte in faccia tra Creta, Egitto, Sicilia, Normandia. Quando il Dakota oltrepassa la cima del Cusna ed è sulla Val d’Asta, si accende la luce verde e i commandos si lanciano. Inizia così l’«Operazione Tombola», una delle più roccambolesche della seconda guerra mondiale in Italia, ancora sconosciuta ai più anche se inflisse un colpo fatale alla Linea Gotica. Farran, a cui era stato ordinato di rimanere al comando a Firenze, si lancia nel vuoto, contravvenendo alle disposizioni avute. Ad attenderlo tra Asta e Case Balocchi c’è un partigiano di diciassette anni. Si chiama Bruno Gimpel, nome di battaglia “Bruno”. Parla regolarmente inglese e per questo è diventato la spalla del capitano Lees. Gimpel fa parte del “Gufo Nero”, il gruppo speciale di partigiani creato da Lees e reclutati dal capitano Glauco “Gordon” Monducci. Uomini scelti senza distinzioni politiche tra i migliori elementi operanti sulle montagne reggiane. Nel “Gufo” combattono anche disertori austriaci e tedeschi. E’ Bruno il primo ad incontrare Farran, che dopo poco essere atterrato si reca nel piccolo borgo di Secchio, base della Missione Inglese e dei “Gufi”. Lì incontra il capitano Lees e chiede di poter disporre per le sue operazioni di un battaglione speciale di partigiani. E’ una delle prime volte nella storia che le squadre speciali inglesi combattono a fianco della Resistenza italiana. Nasce il Battaglione Alleato. Si prepara l’azione. Nome in codice “Operazione Tombola”. Al fianco degli uomini di Farran e Lees ci saranno i partigiani del Gufo Nero guidati da “Gordon” Monducci, uomini della 26° Brigata Garibaldi e un battaglione di russi fuggiti dai campi di internamento. TRA GLI UOMINI della Missione Inglese ci sono anche alcuni italiani. Uno di loro è Gino Beer, nome di battaglia “Gino”. Di famiglia ebrea ed originario di Chiavari è sfuggito alle deportazioni nei lager con i genitori ed il fratello, poi è salito sui monti a combattere i nazifascisti. E’ stato addestrato da vero commando. «Anche a sgozzare i tedeschi con lamette da barba, mi capitò tre volte, una cosa orripilante». Tra i partigiani della 26° Brigata Garibaldi volontari per “Tombola”, c’è Roberto “Fanfulla” Trinelli. Originario di Castellarano sui monti dal maggio 1944. Dal 7 al 24 marzo ai piedi del Cusna vengono lanciati altri 33 paracadutisti britannici ed arsenali di armi. A Giovanna Quadreri è affidata la più importante delle missioni. Spetta a lei ed alle altre staffette tenere i collegamenti, operando tra Reggio e la Montagna per accogliere informazioni sui movimenti dei nazisti in zona. «Erano stimati circa 500 tedeschi alloggiati a Botteghe», spiega oggi la Quadreri. Anche lei sarà sul campo, seppure a distanza all’ora “x” fissata per la notte tra il 26 e 27 marzo. Ogni battaglia ha la sua musica e per “Tombola” quella scelta è quella dei più leggendari dei soldati: gli Highlander scozzesi. «Il maggiore Farran ordinò che fosse paracadutato un soldato scozzese ‘armato’ di cornamusa da suonare durante l’attacco», racconta Gimpel. Il Comando Alleato però da Firenze lancia l’ordine di sospendere l’attacco. Preferiscono bombardare la zona. Farran e Lees non sono d’accordo. «Sarebbe costata la vita di tantissimi civili della zona», commenta Gimpel. Disobbediscono e partono.A Gimpel viene ordinato di rimanere alla base per trasmettere messaggi in “codice morse”. Alle 2 gli uomini di “Tombola” arrivano a destinazione. «Il mio compito era quello di raggiungere Villa Rossi e fare fuoco di copertura alle finestre in basso. Gli inglesi entravano all’interno. Lo facevano all’arma bianca coltello in mano», racconta oggi Trinelli. Un imprevisto e parte l’inferno. Un colpo di lanciagranate che doveva sfondare una portone non parte, si sente il “click”, le sentinelle tedesche sono in allarme. I britannici a Villa Calvi iniziano a sparare. Gino è nelle retrovie dell’attacco. La cornamusa suona tra i mitra, mentre tutti si lanciano all’assalto. «Un fuoco pazzesco, sparavano non meno di trenta mitragliatrici da una parte e altrettante dall’altra”, dice Beer. «Il cielo era illuminato a giorno dai razzi traccianti e pure la contaerea», è il ricordo di Trinelli. «Io sparavo, i ragazzi dei Sas entravano nella villa pugnale in mano e sgozzavano i nazisti, da fuori sentivo le urla», aggiunge. A VILLA CALVI inglesi e partigiani hanno la meglio con poche perdite. Tre feriti leggeri mentre viene incendiato tutto l’ufficio cartografico. Mike Lees e Gordon Monducci entrano a Villa Rossi a “caccia” di alti ufficiali nazisti. Kesserling ed Hauck pero’ quella sera non ci sono. La resistenza a Villa Rossi è molto più tenace. I mitra nazisti stroncano la vita a tre parà. “Gordon” Monducci e Lees vengono feriti gravemente. Nei giorni seguenti con una operazione roccambolesca verrano portati oltre la Linea Gotica a bordo di un piccolo aereo. Il comando di Botteghe è distrutto, e deve essere evacuato. La Linea Gotica è in “tilt”, pronta ad essere valicata dagli Alleati. Ma non è finita. Gli uomini di “Tombola” sfuggono al contrattacco camminando per 22 ore verso l’Appennino. Poi da lì, divisi in quattro colonne, lanciano nuove offensive e colpiscono le truppe nazifasciste in ritirata in tantissime località di montagna e collina nel reggiano e nel modenese. Il bilancio finale di “Tombola” è da signori della guerra e lo riporta Farran nel rapporto ufficiale: 300 nazifascisti uccisi, 200 prigionieri, 45 camion distrutti, 4 i caduti del 2° reggimento Sas, 3 russi; 3 partigiani feriti, tra cui “Gordon” Monducci e 7 tra russi e britannici. Il 23 aprile i Sas di Farran ed anche Beer entrano da liberatori a Modena, il giorno seguente i “Gufi” ed i “garibaldini” con Trinelli, Gimpel e la Quadreri li seguono a Reggio. (Ha collaborato Michele Becchi)Tutti insieme il 25 aprile come 65 anni faCHE FINE fecero gli eroi di “Operazione Tombola”, alla quale la Bbc ha dedicato anche un piccolo documentario nel 2006, ricor-dandola tra le grandi operazioni delle SAS? Roy Farran, pluride-corato, dopo un esperienza in Palestina andò in Canada, divenne giornalista e ministro dello Stato dell’Alberta. E’ morto nel 2006. Glauco “Gordon” Monducci, è morto nel 2007. Medaglia d’argento, nel 1953 fu invitato all’incoronazione della Regina Elisabetta II come riconoscimento da parte degli inglesi. E’ stato un importante manager d’azienda ed ha sempre rifiutato di entrare in politica. Michael Lees è scomparso negli anni ‘80. E gli ultimi reduci ancora vivi? Bruno Gimpel, oggi ha 82 anni vive a Milano ed è il presidente della reconta Ernst & Young. Presidente dell’associazione italiana revisori dei conti, firmava i bilanci di Mediobanca ai tempi di Cuccia. Gino Beer, 85 anni vive a Lavagna. Ingegnere all’Ansaldo, è stato uno dei pionieri del fotovoltaico in Italia. Roberto Trinelli, 85 anni originario di Castellarano (Re) oggi vive ad Enna. Poliziotto fu trasferito da Scelba in Sicilia perché ‘‘sospettato di frequentare persone di sinistra”. Giovanni Quadreri, ha 81 anni e vive a Reggio Emilia. Il 25 aprile a Villa Minozzo, tra i monti dove operavano prima di scendere a Botteghe, si ritroveranno per la prima volta dopo 65 anni.m. i.