ECCHIME

A10


1939. Progettata una autostrada che collega il ponente di Genova con Savona, per liberare un po' l'Aurelia (alloraattraversata in più punti dalla ferrovia). La guerra stoppatutto.1952. Iniziano i lavori di costruzione della Voltri-AlbisolaUna carreggiata a doppio senso di marcia con corsia centraleper il sorpasso. Venne poi prolungata fino a Genova Pegli.Nel frattempo, il tratto Albisola-Savona e Pegli-Cornigliano(aeroporto)-A7 (Genova-Milano) è già in costruzione, con2 carreggiate.Nel 1963, inizia la costruzione del maestoso viadotto sul Polcevera, come previsto anche dal piano regolatore genovesedel 1959.Un esperto, uno dei pochi che hanno parlato nelle settimane scorse, sommersi dal delirio di idiozie e di complottismi, neparla.Il viadotto presentava già qualche problema negli anni 70,al punto che lo stesso progettista, quell'ingegner Morandistupidamente vituperato nei giorni scorsi, scriveva ai funzionari ministeriali e delle Autostrade (allora nel gruppoIRI, ovvero del ministero dei carrozzoni pubblici... pardon,partecipazioni statali) che la struttura era stata attaccata dalsalino, dall'inquinamento (a poca distanza c'era una delle 2acciaierie ILVA genovesi, poi chiusa pochi anni dopo) e dall'aumento del traffico, suggerendo come intervenire per eliminare i problemi. Nel 1993, lo strallo numero 11, quello lato A7, fu oggetto diun intervento radicale. Nel frattempo, il traffico aumentava.Nel 1977, venne finalmente raddoppiata la carreggiata nel tratto Voltri-Pegli. All'epoca, vista la densa urbanizzazionedella zona, c'era chi propose di spostare del tutto l'autostradaverso l'interno. Si optò per un più fattibile (all'epoca) raddoppioin loco, con alcuni tratti sovrapposti.Solo da pochi anni quel tratto è stato oggetto di lavori per l'insonorizzazione.
Un fotografo genovese, negli anni 80, fece un bel reportagefotografico, sul rapporto fra Genova e le autostradeGenova, Ponte Morandi | Come vivere sotto una cupa minaccia ...Molte palazzine, comunque, sono posteriori alla costruzione dell'autostrada.Ci si rende conto che così non si può continuare.L'unica soluzione è alleggerire il traffico dal tratto cittadinodella A10, con la costruzione della cosiddetta Gronda.Questo 30 anni fa, quando lo slogan era "No ai TIR sulle case" (anche perchè ogni tanto qualche tir veniva giùdai viadotti).Oggi, in Italia ci sono quasi 40 milioni di veicoli.Peso e dimensioni accresciute rispetto a quelli dei mezzi circolanti 50 anni fa.Le infrastrutture sono rimaste le stesse, con la convinzione che fossero eterne!Il primo tratto aperto della A10, oggi costituisce parte dellaSavona-Genova. Lo scorso anno 2 gravi incidenti, con protagonisti dei TIR, hanno spinto finalmente all'installazionedel TUTOR per il controllo della velocità, con qualche migliaio di contravvenzioni elevate solo nelle prime settimane,e tante polemiche (chi prima si lamentava della sicurezza, poisi lamentava delle multe. Da bravo italionzo!). E' un tratto a 3corsie (rarità in Liguria), peccato che non c'è quella d'emergenzae sono troppo strette. Gli incidenti sul tratto genovese della A10,sono all'ordine del giorno, così come le conseguenze sul traffico cittadino.Quando col 7 passavo sotto il viadotto Morandi al mattino prestoe vedevo i tir già in coda, sapevo che quella mattina Sampierdarenae il ponente genovese, sarebbero stati un ingorgo unico.Ma vedevo anche il cantiere della manutenzione del viadotto.Dal "No ai tir sulle case" poi si è passati al "No gronda", a chi considerava i rischi di staticità del viadotto "una favoletta" per favorire la costruzione della gronda. Questo fino allo scorso luglio. Dopo mesi in cui il gruppo autostrade inviava lettere alministero dei trasporti, lettere puntualmente fatte "maturare" dalfunzionario di turno, prima che questi le facesse arrivare sulla scrivania dei ministri, a giugno, c'è stato il via libera per i lavori di manutenzione straordinaria degli stralli 9 e 10.Il 14 agosto, alle 11.36, lo strallo 9 (per inciso costruito in quello che all'epoca era il greto del torrente) ha ceduto. Il resto è cronaca giudiziaria.
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