Racconti di un'anima

Una vita... molte vite...

 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

 

La quiete dopo la tempesta... »

La vita dell'anima... la nostra vita...

Post n°1 pubblicato il 11 Agosto 2013 da diariodiunanima

 

 

Un’anima vive di vita propria, indipendentemente dal corpo che la ospita. Essa è impregnata di esperienze che la mente umana non potrebbe mai ricordare, per non averle mai vissute. Ci sono anime che cambiando corpo cancellano di volta in volta i ricordi di altre vite. E di solito chi le possiede rifiuta a priori la verità di esistenze precedenti. Poi ci sono anime che scelgono di conservare memoria di tutte le loro vite. Ma chi le ospita può solo essere consapevole di questo, non potrà mai parlarne come di esperienze personali. Esse sono così remote da poter fornire alla mente solo nozioni e convinzioni senza che se ne possa spiegare il perché. Uno dei tanti esempi può essere un parere richiesto da qualcuno, di solito su problemi esistenziali. E ci ritroviamo a dare risposte che nemmeno noi immaginavamo di possedere, e ci meravigliamo, perché ci accorgiamo che è stato l’istinto a suggerirci certe risposte, non già la ragione o la nostra esperienza di vita che spesso non abbiamo.

Quando un’anima decide di reincarnarsi, sceglie per tempo il corpo che la ospiterà. Di solito lo fa tenendo conto delle esperienze che le necessitano per evolversi.  

A volte succede che anime di fiamma gemella si ritrovino sin dalla più tenera età. Di solito sono anime che si erano già conosciute in vite precedenti, che non hanno alcun karma da bilanciare,  e si ritrovano solo per vivere la loro esperienza di una vita insieme. 

Nella maggioranza dei casi, invece,  trattasi di esperienze che serviranno all’anima a insegnarle qualcosa, o che la aiuteranno a bilanciare un karma, in contrapposizione a quanto vissuto in una vita precedente. E’ per questo che a volte non riusciamo a spiegarci come abbiamo potuto fare determinate scelte anziché altre. E questo vale per tutti i campi esistenziali. Ma ciò che più lascia il segno è la scelta della persona con cui decidiamo di iniziare un cammino insieme. Spesso già al momento della scelta entriamo in conflitto con noi stessi. La ragione ci impone di fermarci a riflettere, e cercare di capire se stiamo facendo la scelta giusta. L’istinto mette la quinta marcia e va, senza fermarsi, perché sa che quella è l’unica scelta da fare in quel momento, l’unica che potrà aiutarci a bilanciare il nostro karma e superarne la barriera per andare incontro al dharma, che non è altro che il nostro riscatto sulla vita stessa, il nostro vero futuro, quello che sceglieremo con la ragione e con l’istinto insieme, quello cui siamo predestinati, e che quando accade è quasi sempre nella seconda metà della nostra vita. E succede molto spesso infatti che, chiuso definitivamente un ciclo della nostra esistenza, ci ritroviamo soli e ci mettiamo silenziosamente all’ascolto. Molti di noi vivono nella superficialità, dando per scontato che ormai non possono fare altro che divertirsi e fare tutto ciò che non erano riusciti a fare prima, e spesso la perdizione prende il sopravvento, perché ci si spreca in esperienze che alla fine lasciano il tempo che trovano e un gran vuoto dentro che non verrà colmato mai. C’è chi invece, cosciente di tutta la sofferenza scaturita da esperienze passate, rimane lì assecondando la vita e gli eventi che si presentano, senza forzare, senza andare alla forsennata ricerca di qualcosa a ogni costo.

 

E queste spesso sono persone che hanno sofferto molto più di altri, che hanno subito ingiustizie, che hanno subito un calo di autostima per essere stati spesso accusati di non saper essere dei buoni compagni o dei buoni genitori o dei bravi figli. E tutto il loro vissuto non potranno mai rinnegarlo, ma lo useranno per recintare semmai la loro vita così che nessuno possa più entrarci e far loro del male. Questa soluzione permette di abituarsi a se stessi, a bastarsi, a conoscersi, a capire ciò che non si vuole più, e all’inizio anche ciò che si vuole,  e comporta ovviamente rinunce, ma che non possiamo definire tali perché prive di elementi su cui basarle. Di solito questi sono individui che non hanno vuoti da colmare, ma solo necessità di riempire ogni momento della loro esistenza. Tutto questo funziona finchè non riescono a evitarsi un incontro con la loro anima di fiamma gemella. Sono incontri rari, ma a volte capita. Di anime gemelle nella nostra esistenza possiamo incontrarne tante, e star bene in compagnia con molte di loro. Ma di fiamma ce n’è soltanto una, e se ci viene concesso il miracolo di incontrarla, la riconosciamo subito come qualcosa di speciale che sembra quasi appartenerci,  riconoscendo altresì tutto ciò che era venuto a mancarci nel contatto con altre persone. E non è affatto vero, a mio avviso, che essa rappresenti la nostra metà divisa all’origine. Se così fosse sono convinta che da soli non saremmo in grado di vivere. Sono piuttosto del parere che trattasi di due persone che, pur riunendo le anime fino a fonderle, riescono a conservare la loro individualità e la loro interezza, consapevoli di aiutarsi e complementarsi, arricchendo e nutrendo l’altro di tutto ciò di cui è carente.  Spesso però, presi come siamo dal difendere la nostra libertà e la nostra condizione, facciamo appello a ricordi spiacevoli della nostra esistenza e tendiamo a respingere ciò che la vita sta cercando di regalarci perché convinti di non meritarcelo. Ci rifugiamo nella nostra inerzia, nella nostra indolenza snobbando ogni tentativo di avvicinamento e continuando a ripeterci che non abbiamo bisogno di nulla. Tendiamo ad allontanare da noi chiunque si avvicini anche solo per un dialogo ma impariamo anche a riconoscere, proprio grazie a quell’incontro, che dialoghi costruttivi non potremo averne mai con altre persone, non come vorremmo, perché molti capirebbero talmente poco di noi da farci persino dubitare di noi stessi. Ma allo stesso modo tendiamo a fuggire dall’unica persona venuta al mondo proprio per noi. Ci barrichiamo dietro ogni giustificazione e convinzione. Ma è più un voler convincere se stessi e non l’altro. E non ci accorgiamo che tutto questo ha solo un nome: PAURA. Paura di farci conoscere per ciò che siamo, paura di perdere l’altro perché potremmo non piacergli, paura di dipendere da un sentimento che sentiamo crescere sempre di più, paura di cercare l’altro per timore di essere respinti, paura di riconoscere a noi stessi quanto bisogno invece ne abbiamo, paura di ogni cosa, ma soprattutto paura di un nuovo inizio. E non ci rendiamo conto che così facendo respingiamo l’unica persona che sentiremo nostra per sempre anche contro la nostra volontà, l’unica persona che ci trasmette un senso di appartenenza, che rappresenta le nostre radici ovunque ella sia. L’unica in cui sapremmo e potremmo specchiarci come se guardassimo noi stessi, l’unica che non ci giudicherà mai e che mai verrà meno al suo amore per noi. Sono quelle situazioni in cui serve più coraggio a restare che a scappare. E chi resta è sempre in minoranza rispetto a chi fugge. E chi fugge, non si rende conto che sarà proprio la sua paura a porre fine alla sua vita… per sempre…

 

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/Jiwa/trackback.php?msg=12275976

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
romaplacido61
romaplacido61 il 11/08/13 alle 14:01 via WEB
Chi non vissuto almeno una fine di un Amore? Purtroppo capita a tutti........ Se credi al vero Amore, non abbatterti mai e vivi la tua vita essendo sempre te stessa! Placido
 
 
diariodiunanima
diariodiunanima il 11/08/13 alle 14:20 via WEB
Io credo nell'Amore Universale, meno ormai all'amore tra uomo e donna. C'è sempre qualcuno tra i due che ama più dell'altro, e chi ama di più è sempre chi finisce per farne le spese. Amo la Vita e non mi abbatto perchè da sempre so che nascere per me ha avuto un senso e che questo mio cammino non è mai stato vano, nemmeno per un giorno soltanto...
 
romaplacido61
romaplacido61 il 11/08/13 alle 14:26 via WEB
Esattamente cosi mia carissima Amica, nascere ha un suo scopo bene preciso, poi sta a noi capirne il perchè e il significato e il per come?
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

INFO


Un blog di: diariodiunanima
Data di creazione: 11/08/2013
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

blankshinediariodiunanimaenrico505amo.lerosse2016annaincantoil_pabloba.vi60ZingaraRmdolcesettembre.1cile54lesaminatoreluboposensibilealcuoreferrariogisellaDilorman
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963