TUM TUM LA LEGGENDA

La leggenda di TumTum 6 parte


6Finalmente la luce del sole lasciava il posto a quella artificiale dei lampioni che rischiaravano una notte spessa, silenziosa, calda come una coperta d’aria. Il richiamo animale, la connessione mentale caldo-femmina gli fece rifare le scale di corsa; trovò Fatma come l’aveva lasciata: le sfilò il biglietto,  poi un paio di acuti bastarono perché la musica cominciasse a trascinare anche lei.TumTum le suonò di quelle note lente e penetranti che sfociano naturalmente in frenetici e travolgenti ‘crescendo fottendo’ ; sul letto, come un immaginifico viaggio senza confini, la guidò dall’oblio del sonno al fantastico mondo dell’estasi, dall’orgasmo spossante di nuovo e definitivamente al sonno ristoratore.Fatma era una specialista di questo ‘dormire-scopare-dormire, praticamente non faceva altro, ma scopando si impara che la voglia viene fottendo e mentre lo schermo  passava  proprio ‘fottere e potere’ al citofono chiamò Anna, (........................), Tum la invitò a salire.Tele.......  trasmetteva ‘  .........   ’,  TeleCalze a Rete libera invece un film sexintellettuale che si presentava con un quesito interessante: (................)Una risata colse improvvisa TumTum, Anna non rideva, lo guardava anzi stupita, “Al convento” disse non le avevano mai permesso d’imparare.“E’ bello ridere” chiese “come fare l’amore?”  “Anche di più” Tum le rispose baciandole la bocca ancora seria.Gli rimase uno strano disperato sorriso come stampato sulla faccia quando lei se ne andò, doveva schiarirsi le idee e pensò di iniziare con l’annacquarsi il cervello.Sotto il sifone della doccia ci rimase un sei mesi congelandosi prima, scottandosi poi, non c’era modo di rappacificare le acque se l’una veniva l’altra.. spariva; un compromesso si raggiunse a gennaio, nei primi di marzo ci fu l’accordo e TumTum riuscì persino a farsi lo shampoo; con la schiuma l’acqua si tirò via anche i capelli ma in compenso ora aveva un bel paio di baffi. Torcendosi questi Tum pensò a Miles ma soprattutto a Dizzy che a differenza di Monk non era mai rimasto fermo un momento.La sua ombra difatti l’aveva abbandonato ben presto trovando il giusto contesto nel tagliente fraseggio di Coltrane che recise di netto tante ‘certezze’ dal perno mobile cui erano attaccate. Dizzy piegando all’insù la tromba la riconquistò, Miles invece senz’ombra sembrò muoversi meglio, affrettò anzi il passo bruciando tappe su tappe come un bersagliere tirando dritto per la sua strada.Non era certo quella la  via, Davis era Davis, ma lui non lo era, Davis,Dizzy ne un altro lui era TumTum e basta! Nota: Non meravigliatevi se tra un paio di giorni il postsparirà e con esso purtroppo i vostri commenti.16 luglio. Ho ulteriormente potato la pianta descrittivadella breve leggenda così da farla rimanere e chissà...forse germogliare nuovamente.