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scelte.

Attesa di una primavera che tarda ad arrivare, incapace a scavalcare le montagne erette da gesti e parole verso un cuore in attesa congelato nel freddo ghiaccio di un inverso, scivolato tra rovi disadorni di foglie pieni di spine con aculei appuntiti che lanciano fendenti come la lama di un’argentea spada affilata che brilla al chiarore della neve...non più di candido colore ma macchiata dalle ferite sanguinati. Non una notte, ne dieci notti, ne cento notti...adornate dal luccichio delle stelle a far da cornice riescono ad unire, tappare e guarire ferite che incise nell’animai di un cuore ribelle... solo sognando lo sfiorare di quel viso lambendo le calde e morbide labbra..riesco a portar un finto sorriso su guance arrossate dal freddo....apro la bocca invocando l’arrivo della primavera...ma dalle mie labbra si levano solo scie di fumo...una lacrima come goccia di rugiada scivola da occhi con sguardo perso nell’infinito.