Junelogia

L'Idv, dalla moralizzazione alla psichiatria.


Non pensavo che avrei iniziato il nuovo anno-blog parlando proprio di Di Pietro, un personaggio in cui non depongo gran stima, così come non nutro stima verso i sedicenti portatori di onestà.Eppure leggendo il suo blog al mio rientro dalle vacanze natalizie, ho rinvenuto un articolo, a firma del senatore Luigi Li Gotti, cui non potevo non dedicare qualche riga per la brillante informazione che contiene: ossia la notizia che l'Idv si è specializzata anche in psichiatria, ed ha pure emesso la sua prima diagnosi, secondo la quale Mario Giordano, direttore de “il Giornale”, sarebbe un “paranoico pericoloso”.Il Freud Li Gotti racconta sul sito di Di Pietro di aver studiato psicologia su un “buon manuale di psichiatria”.Non ci è però dato sapere se questo “buon manuale” lo abbia redatto il suo capo di Pietro in preda a delirio di onnipotenza –allo stesso modo con cui ha composto la propria agiografia- oppure se si tratti di un prezioso tomo che lo stesso Di Pietro ha rinvenuto durante un’operazione di aratura.Sappiamo solo che il Freud Li Gotti espone la propria definizione di “paranoia” (un’anomalia costituzionale che rimane latente in gioventù e si manifesta col maturare degli anni rivestendo la forma di un delirio a lenta evoluzione, coerente e fanatico...un’infermità mentale caratterizzata da quadri di delirio sistematizzato che esclude la capacità, se non di intendere, certo di volere: perché la volizione e quindi l’azione del malato sono coartate dall’idea delirante che prevale....Insomma i paranoici sono persone abbastanza pericolose per sé e per gli altri) e in seguito adatta tale definizione al giornalista Giordano, la cui colpa sarebbe quella di dedicare articoli assai dettagliati e circostanziati a Di Pietro, ed ai suoi affari ed interessi politici ed extra politici.Da portatori sani di rettitudine, quale l'Idv si propone di essere, mi sarei aspettata che Di Pietro avesse smontato punto per punto ogni accusa mossagli da Giordano, producendo anche documenti, atti e fatti idonei a smentirlo; ma mai mi sarei immaginata che il Freud di Montenero di Bisaccia -oltretutto non dalla propria voce ma da quella di suoi accoliti- si sarebbe lasciato abbagliare dal fascino dell’insulto, definendo il giornalista come un pericoloso paranoico. Definire “pericoloso” un giornalista, come Di Pietro ha delegato Li Gotti a fare, è da regime e questo dunque è più che sufficiente per fare di Di Pietro un personaggio assai più pericoloso di Giordano.A ciò aggiungiamoci anche il fatto che nessuno si è mai suicidato per gli articoli scritti da Giordano, mentre lo stesso non si può dire per le inchieste condotte da Di Pietro all'epoca in cui rivestiva i panni (dire toga è troppo) di magistrato invasato e malato di protagonismo.Dove sono, ora che un giornalista viene definito da un politico come paranoico pericoloso, quei paladini della libertà di stampa sempre pronti a berciare contro Berlusconi ed evocare suoi fantomatici editti contro i giornalisti?Se ne stanno zitti nella loro spelonca tappezzata di coerenza ad intermittenza?Gli psichiatri di Di Pietro non solo si sono limitati a dissertare sulla pericolosità di Giordano, ma addirittura gli hanno diagnosticato una forma grave di paranoia, senza minimamente considerare quanto abbiano abusato di una parola che evoca dolore in quelle famiglie in cui davvero c’è un soggetto che ne è affetto. Comprendo che nell’emocromo di Di Pietro l’odio sia perfino prevalente sugli eritrociti, ma da un maestro di vita mi aspetto razionalità più che visceralità prostatica. E dunque da Di Pietro mi sarei attesa che avesse smontato ogni accusa mossagli a mezzo stampa in modo circostanziato da Giordano o da un qualsivoglia altro giornalista. E soprattutto mi sarebbe piaciuto sentire come la pensa il leader dell’Idv sulle dichiarazioni rese dal deputato Francesco Barbato, del suo stesso partito, che lamenta ad alta voce una questione morale all’interno dell’Idv, che parla di esponenti Idv acquiescenti con la camorra, che invoca moralità all’interno del suo partito e minaccia di dimettersi ove ciò non avvenga.Invece non ho sentito nulla di tutto questo dal Freud molisano.Da lui non sento altro che parole livorose, urla, scomuniche.Ieri la befana ha portato sull'Idv un nuovo articolo, che vuole essere la continuazione ideale del precedente, questa volta a firma di una altro psichiatra dell'idv: Massimo Donadi. Donadi si rimangia la parola paranoia, e a proposito di Giordano parla di un pennivendolo con padrone. Ma, proprio nel fare questo, Donadi non fa altro che evidenziare il proprio servilismo al suo padrone, proprio come ha fatto Li Gotti alcuni giorni prima.Un plauso dunque ad entrambi per averci dato, e in ben due ravvicinate occasioni, esempi di servilismo ben più pecorecci di quelli di Giordano.Siccome sono molto curiosa, mi sono soffermata a leggere attentamente i commenti della accolita dipietrista ai due articoli, di Li Gotti e di Donadi, e mi sono accorta che non solo sul sito dell’Idv si plaude alla paranoia di Giordano, lo si definisce un extraterrestre a causa della sua voce roca, un pennivendolo, ma addirittura si invoca la morte del giornalista (come pure quella del nano etc etc) o una sua impiccagione a testa in giù, come quella riservata molto tempo fa a Mussolini. Ottimi esempi di servi bevitori.Indipendentemente dal giudizio che gli psichiatri dell'Idv danno di Giordano, quando per replicare ai suoi articoli non si producono chiarimenti ma solo insulti che oltretutto fanno leva sul fisico di una persona, facendo bieco sarcasmo su patologie drammatiche, si fa unicamente del razzismo etico e si dimostra solamente l'immensa difficoltà a spiegare i dubbi che Giordano solleva, e che moltissimi italiani vorrebbero davvero capire. E l'insulto al posto della risposta e della replica è davvero svilente e vile.Non credo occorra una specializzazione in psichiatria per capire, dai modi e dai toni di Di Pietro e dei suoi adepti, quanto paiano sempre più slavati e miseri i valori dell’Italia dei valori.June