In my place

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Si potrebbe dire che io torni a scrivere qui quando è tardi per vivere *fuori,quando le situazioni sono degenerate, arrivate al punto di non-ritorno.Forse le mie sempre più rare apparizioni, quindi, lasciano buone nuove: meno disastri.In realtà non è proprio così. I [miei] rapporti si sono dimezzati, diradati, per noncuranza e negligenza mie immagino,e peggio, non sento dispiacere, né sconforto, né tristezza e senso di fallimento: non sento.E da una parte, follemente, vorrei tornare a qualche anno fa,quando paure e sentimenti c'erano, benché altalenanti e spesso contrastanti,ma mi sentivo *viva, percorsa da brividi e sensazioni che ora rimpiango, un po'.Non riesco a tenere le fila di questo sopravvivere in cui non sembra esserci scopo,necessito di certezze e di sicurezze, di prove certe che qualche capacità l'ho anch'io, in fondo.Ci sono cose di cui vorrei-dovrei parlare-scrivere [e non sarebbe ancora sufficiente],ma nemmeno questo posto sembra più adatto. Nessuno lo sarebbe, temo.Di una gelosia acquisita che credevo non mi appartenesse, e che invece ora è viscerale,che mi fa temere la *sua perdita più di tutto, il suo concedere ad altri ciò che è stato nostro.L'amore è un gioco da bambini, bisognerebbe astenersi da esso accumulando anni.Necessita di una cura e di un'attenzione, di un'ingenuità e di un coraggio da bambini,tipici di chi non teme e non prevede conseguenze tragiche e immancabili.Di chi non teme giudizi, di chi non racconta bugie a sé e a chi amaconvinto di risparmiare dolore, e invece si abbona ad esso e ai rimpianti.L'amore non fa [più] per me, temo. Non ora che dentro me è silenzio e buio.