In my place

Bon voyage, Trésor


Perché è un caldo stanco quello delle cinque [post meridiem],con il sole poco prima del tramonto,quando scompare dietro l'angolo di casa e non lo vedi più.E la pelle scotta ancora, color ambra, e i segni bianchi sai tu dove sono.Lì, a indicare il limite da non valicare, quei punti in cui il sole non può arrivare.Neanche se lo chiede, nemmeno se insiste e prega.E si consola giocando con le ombre, spargendo i suoi raggi tra le foglie, a tradimento,ombre cinesi sul muro bianco e sull'erba verde appena tagliata.Proietta costellazioni mobili e leggere, sui finiti oggetti di quaggiù.Finiti come il corpo, un elegante composizione di organi vivi e sangue e acqua.Ricettacolo di eventi ed emozioni, chimica -e poco altro- da dichiarare.
Da qui il volo degli aerei si sente: decollano in salotto,dopo un lento imbarco lungo il corridoio, in fila ordinata,e il cielo è lì fuori, basta lasciare il motore libero di andare.Meno quattordici.ore alla tua partenza.E poi tredici.ore [circa] di viaggio e un oceano d'acqua e una manciata di America,a dividerci, un fuso orario di nove.ore e un giorno-notte da cambiare.Ma con la mente [e il cuore] sarà come se fossi qui con me, come sempre.Non c'è da temere: diciassette.giorni e poi il ritorno.Io ti aspetto, qui.Buon viaggio Tesoro.