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Trezeguet: "Con la Juve è finita qui"

Post n°296 pubblicato il 11 Giugno 2007 da juveforevernet

Dopo l'ultimo gol mima ai tifosi l'addio: "Non ci sono possibilità che rimanga". Il francese lascia Torino dopo sette anni

Si tronca a 63 minuti dalla fine del campionato di serie B, e dal ritorno in A, il viaggio con la maglia della Juve di David Trezeguet. Contro lo Spezia, pesterà ancora il prato fino al 25’ della ripresa, ma la storia è già alle spalle, terminata con il sostantivo che l’ha fatto grande: il gol. Dopo sette stagioni, il francese se ne lascia dietro 140 in 238 partite: il migliore nell’album bianconero dei cannonieri stranieri. Ci saranno ancora colloqui e trattative, confiderà pochi minuti dopo l’ad bianconero Jean-Claude Blanc, ma quello di ieri pareva tanto il videoclip di un addio.

L’ultima cartolina, Trezegol la spedisce al minuto numero 27, quando impallina la difesa ligure e regola i conti, dopo mesi di parole, trattative e illusioni: con le mani aperte, indica il numero 15, il numero dei gol segnati quest’anno, poi batte il palmo sinistro sull’avambraccio destro. Un segnale stradale sarebbe stato meno chiaro. Filo via, me ne vado. Bastava quel gesto verso la tribuna, nell’intimità di uno stadio che guardava solo te, per capire il messaggio alla dirigenza della Juve. Lo sguardo puntava là, mentre ha spedito saluti a palmi aperti al resto dell’ovale e abbracci ai compagni. Nel dubbio, appena uscito dagli spogliatoi, il francese ci ha infilato dietro un monologo. Perché è bastato fare una domanda, una sola: Trezeguet pianta gli occhi davanti e inizia a parlare. «Ho fatto quindici gol - attacca l’attaccante - quello che mi aveva chiesto Deschamps. Purtroppo è finita così. Ma il mio contributo l’ho dato: 140 gol. Tutto il resto, non conta». Vale la pena ricordarli, i palloni buttati dentro: 95 reti in 151 partite di serie A, 15 in 31 gare di B, 24 in 42 di Champions League, 2 in 10 di Coppa Italia, 1 in 2 Supercoppa Italiana, 3 in 2 partite di preliminari di Champions. A volte, potevi vederlo aggirarsi per il campo, senza vedere il pallone, o doverlo sopportare in alcune partite insolenti, ma bastava gli rotolasse un pallone a fianco in area che lui lo buttava dentro. Tremendo.

Pare finita qui, però. «Il mio futuro? Semplice. In questi sette anni mi sono guadagnato la stima di 14 milioni di tifosi e dei compagni, purtroppo la nuova società la pensa diversamente. Io il mio contributo l’ho dato e sono il primo a essere dispiaciuto per questa situazione. Sento poca fiducia: la dirigenza e il presidente mi hanno detto che dovevo rinnovare il contratto o andare via». Il nodo, da settembre, è sempre quello: il prolungamento di un accordo che, scadendo a giugno 2008, dopo la prossima stagione lascerebbe libero Trezeguet (a zero euro). Cosa che la Juve, ovviamente, non può permettersi. A incollare la trattativa, c’è soprattutto l’ingaggio a stagione, intorno ai 4,5 milioni di euro. Cifra che fu concessa tre anni fa (su pressione di Capello), quando pure ci fu bufera, e che ora la società vuole tagliare. «La proposta che mi hanno offerto, mi ha fatto capire che il club aveva fatto un’altra scelta. Era meglio dire che non contavano su di me». Lui rivendica di aver fatto, e bene, il proprio mestiere: «Mi porto dietro 140 gol in sette anni, che non sono pochi, sono nella storia. Se restavano dubbi sulle mie capacità di attaccante, l’ho dimostrato sul campo, così come l’attaccamento alla maglia». Di spiragli non ne lascia molti: «Ho parlato con il mister dieci minuti e lui ha detto che conta su di me. E io volevo fermarmi, ci tenevo, ma la società la pensa diversamente. Pensavo di avere la loro stima, ma non c’è più possibilità di rimanere». Ormai cerca un’altra casa: «Adesso vado in vacanza, il club comunicherà a mio padre se ci sono offerte, e io vedrò se sono di mio gradimento».

Blanc, pur tranquillo, come sempre, non ha gradito la mossa dell’attaccante: «David ha lanciato un messaggio in campo, davanti ai media, ma le discussioni devono essere fatte nell’ambito della società - risponde l’ad della Juve - non mi sembra professionale farle davanti alle telecamere e sui giornali. La società deve gestire bene il suo futuro finanziario: facciamo offerte adeguate al livello dei giocatori, cerchiamo di trovare un equilibrio. Trezeguet, se resta con noi con le motivazioni giuste, è al livello dei grandi attaccanti europei». Non accetta, poi, la colpa di un eventuale divorzio: «È troppo facile dare tutte le responsabilità alla società, noi gli abbiamo fatto delle proposte per prolungare il contratto, a settembre, ottobre e novembre: è stato lui a non voler firmare. Adesso è tornato il momento di guardarsi in faccia e parlarsi. Il nostro obiettivo è quello di conservare tutti i campioni che abbiamo con noi, ma solo se loro hanno le giuste motivazioni. Se non se la sente di prendere questo treno, faccia come crede». Nel caso, se ne dovrà trovare un altro su cui farlo salire: non facilissimo, con quello stipendio.

(stampa.it)

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