Nell'ottobre del 2005 ho compiuto un viaggio, per motivi professionali, in Brasile. Che dire, un'esperienza... umana, più di altre cose; già, perché il Brasile non è solo Copacabana e vedere una favela a pochi metri dal naso è tutt'altra cosa che vederla su uno schermo al plasma sdraiati su un comodo divano seguendo distrattamente quei documentari che spettacolarizzano il dolore e la miseria altrui e dei quali non ci si ricorda nulla già al successivo spot pubblicitario.Fa veramente impressione vedere quelle montagne di disperazione e povertà vera (che anche la nostra periferia più disagiata in confronto è Beverly Hills!), poi ti volti appena e vedi, solo qualche centinaio di metri più in là, il "Copacabana palace", dove una notte in una suite magari costa quanto uno stipendio di un povero cristo... accidenti, che rabbia che ti fa!Eppure la gioia di vivere e l'allegria che ti comunicano i brasiliani è veramente tanta (basta sentire la loro musica) viene da chiedersi come facciano ad essere sempre così spensierati... in dieci giorni non ho visto neanche una persona, dico una di numero, correre trafelata per la strada; tutti allegri e sorridenti... anche se magari lì c'è abbastanza poco da ridere se parliamo di vita di tutti i giorni.Ma una cosa che porterò sempre nel cuore sono gli occhi di quei bambini che ritrovavamo sempre appena fuori dall'albergo, carichi di una forza ed un'umanità che ti colpisce dritto al cuore, vederli così in mezzo alla strada (nel vero senso della parola), vederli gioire se gli dai un paio di Real (si e no un Euro!), che per noi è niente ma per loro può essere tanto ti fa seriamente riflettere e ti chiedi: ma il "progredito" occidente è veramente così progredito? Chissà che non abbia da imparare qualcosa di grande da quella mole di umanità vera e genuina. E questa riflessione mi viene in mente soprattutto quando senti parlare dei grandi e "drammatici" problemi che affliggono la nostra società odierna: trovare il blutooth giusto per il proprio telefonino da 700 euro, cercare l'ultima versione di I-pod o lo zainetto più trendy da far sfoggiare ai figli a scuola (senza curarsi minimamente del loro profitto!). Provate a chiedere ad un brasiliano perché non ha i capelli bianchi, vi risponderà: "perché non abbiamo i pensieri che avete voi!"... meditate, gente!Ciao!
Non solo samba...
Nell'ottobre del 2005 ho compiuto un viaggio, per motivi professionali, in Brasile. Che dire, un'esperienza... umana, più di altre cose; già, perché il Brasile non è solo Copacabana e vedere una favela a pochi metri dal naso è tutt'altra cosa che vederla su uno schermo al plasma sdraiati su un comodo divano seguendo distrattamente quei documentari che spettacolarizzano il dolore e la miseria altrui e dei quali non ci si ricorda nulla già al successivo spot pubblicitario.Fa veramente impressione vedere quelle montagne di disperazione e povertà vera (che anche la nostra periferia più disagiata in confronto è Beverly Hills!), poi ti volti appena e vedi, solo qualche centinaio di metri più in là, il "Copacabana palace", dove una notte in una suite magari costa quanto uno stipendio di un povero cristo... accidenti, che rabbia che ti fa!Eppure la gioia di vivere e l'allegria che ti comunicano i brasiliani è veramente tanta (basta sentire la loro musica) viene da chiedersi come facciano ad essere sempre così spensierati... in dieci giorni non ho visto neanche una persona, dico una di numero, correre trafelata per la strada; tutti allegri e sorridenti... anche se magari lì c'è abbastanza poco da ridere se parliamo di vita di tutti i giorni.Ma una cosa che porterò sempre nel cuore sono gli occhi di quei bambini che ritrovavamo sempre appena fuori dall'albergo, carichi di una forza ed un'umanità che ti colpisce dritto al cuore, vederli così in mezzo alla strada (nel vero senso della parola), vederli gioire se gli dai un paio di Real (si e no un Euro!), che per noi è niente ma per loro può essere tanto ti fa seriamente riflettere e ti chiedi: ma il "progredito" occidente è veramente così progredito? Chissà che non abbia da imparare qualcosa di grande da quella mole di umanità vera e genuina. E questa riflessione mi viene in mente soprattutto quando senti parlare dei grandi e "drammatici" problemi che affliggono la nostra società odierna: trovare il blutooth giusto per il proprio telefonino da 700 euro, cercare l'ultima versione di I-pod o lo zainetto più trendy da far sfoggiare ai figli a scuola (senza curarsi minimamente del loro profitto!). Provate a chiedere ad un brasiliano perché non ha i capelli bianchi, vi risponderà: "perché non abbiamo i pensieri che avete voi!"... meditate, gente!Ciao!