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IL GRIDO D'AMORE DI UNA MADRE


La storia dell'amore di una mamma per lafiglia gravemente malata...Da quasi due anni Luigina vive in un camper per permettere alla figlia Michela, gravementemalata, di poter stare in un ambiente marino fondamentale per le sue condizioni di salute. Affaritaliani.it ha raccolto il suo grido d'amore. La piccola ha una tetraparesi spastica con deficit respiratorio. Una condizione che la condannerà per tutta la vita a perdere anche la più minima autonomia...Grazie alla solidarietà scattata su internet molte persone stanno aiutando la madre e lasua bambina. Ecco come sostenerle...C'è un' Italia invisibile che lo spread o il Pil non possono raccontare.Un Italia nascosta nella sua provincia dove leparole della politica non sono solo lontane masembrano provenire da un altro pianeta. È da questa dimensione che arriva il grido diaiuto e di amore di Luigina. Da quasi due anni vive in un camper per permettere alla figlia Michela, gravementemalata, di poter stare in un ambiente marinofondamentale per le sue condizioni di salute.ERRORE SANITARIO – Michela nasce 18 anni fa. Una gravidanza difficile per Luigina nonostanteavesse dato alla luce già due figli perfettamentesani. Quando a sette mesi di gestazione viene mandataall'ospedale di Verona nessuno sembra accorgersi della gravità della situazione: in gergo si chiamaoligoidramnios, ossia una ridotta quantità di liquidoamniotico. Michela nella pancia della mamma soffreterribilmente e solo dopo una accesa litigata traLuigina e il vice primario si decide finalmente peril taglio cesareo urgente.La piccola nasce in condizioni disperate: ha un'emorragia cerebrale, i ventricoli dilatati, variematomi. Ha una tetraparesi spastica con deficit respiratorio.Una condizione che la condannerà per tutta la vitaa perdere anche la più minima autonomia. La mamma si è dedicata anima e corpo a lei ed oggisi ritrova sola nell'affrontare questa esperienza: si èseparata dal marito e ha dovuto lasciare il lavoroalla Marzotto.IN GIRO CON IL CAMPER -«Michela ha bisogno di assistenza totale – raccontaLuigina ad Affaritaliani.it – ha bisogno di me ancheper girarsi nel letto. Non parla, non riesce a star seduta per molto od atenere la testa alta.L'alimentazione avviene attraverso una siringa. Lei ora ha bisogno di poter stare in un posto di mare. Da quando siamo qui sulla pineta di Bibione non prende più farmaci e riesce a respirare bene.Solo la notte utilizza il respiratore per farle allenarei muscoli evitando che si atrofizzino completamente. Per questo con il camper siamo venute in un campeggio dove posso allacciarmi alla correnteelettrica. Noi avremmo bisogno di una residenza stabile maal momento non rientriamo nei parametri economiciper ottenere alloggi o contributi. Dedicandomi 24 ore al giorno a Michela non ho avutotempo di stare dietro agli avvocati e così senza divorzio risulto ancora sposata, benché mio marito mipassi solo gli assegni familiari. È sempre più difficile andare avanti».VIVIAMO IN SIMBIOSI – Grazie alla solidarietà scattata su internet molte personehanno aiutato Luigina. Anche l'ipotesi di trovare una casa in affitto da qualcheprivato non è molto percorribile. Molte erano inutilizzabili per la mancanza di un facileaccesso e poi c'è il problema dell'affitto: «Percepiscosolo 800 euro di mobilità e quando finirà sarò in gravissima difficoltà. Non posso tornare a lavorare. Tra indennità di accompagnamento e invalidità si arrivaa malapena a pagare un affitto».Luigina non si arrende e solo con un coraggioso amoreincondizionato, tipico delle madri vere, riesceinstancabilmente a prendersi cura della figlia. Nei mesi scorsi era arrivata ad incatenarsi sotto la sededel comune di Venezia quando aveva saputo la notiziache il camping dove si trovava avrebbe chiuso e dunquenon ci sarebbe stata la possibilità di attaccarsi alla corrente per far funzionare il respiratore di Michela. L'amministrazione comunale conosce molto bene il problema e spera entro l'estate di fornire una soluzione: «nonostante tutto questa è per me l'esperienza più bellae più grande che potessi avere. Ho altri due figli ma quello per Michela è amore con laA maiuscola. Viviamo in simbiosi. Io vivo per lei, lei vive per me».Chi volesse aiutare Luigina e Michela può utilizzare unc/c postale numero de oppure devolvere il 5 per mille dell'Associazione Erika.FONTE:LIBERO