indirizzo delle fate

IL PULCINO COSMICO DI GIANNI RODARI


 
   L'anno scorso a Pasqua, in casa del professor Tibolla, dall'uovo di cioccolata sapete cosasaltò fuori? Sorpresa: un pulcino cosmico, simile in tuttoai pulcini terrestri, ma con un berretto da capitano in testa e un'antenna della televisionesul berretto.Il professore, la signora Luisa e i bambinifecero tutti insieme: - Oh, e dopo questo ohnon trovarono più parole.Il pulcino si guardava intorno con aria malcontenta. - Come siete indietro su questopianeta, - osservò, - qui è appena Pasqua; da noi, su Marte Ottavo, è già mercoledì. - Di questo mese? - domandò il professorTibolla. - Ci mancherebbe! Mercoledì del mese venturo. Ma con gli anni siamo avanti di venticinque. Il pulcino cosmico fece quattro passi in su ein giù per sgranchirsi le gambe, e borbottava:- Che seccatura! Che brutta seccatura!... 
  Cos'è che la preoccupa? - domandò la signora Luisa. - Avete rotto l'uovo volante e io non potròtornare su Marte Ottavo. -Ma noi l'uovo l'abbiamo comprato inpasticceria. - Voi non sapete niente. Questo uovo, in realtà, è una nave spaziale,travestita da uovo di Pasqua, e io sonoil suo comandante, travestito da pulcino.- E l'equipaggio? -Sono io anche l'equipaggio. Ma ora sarò degradato. Mi faranno per lo meno colonnello. - Be', colonnello è più che capitano. -Da voi, perché avete i gradi alla rovescia. Da noi il grado più alto è cittadino semplice.Ma lasciamo perdere. La mia missione è fallita. - Potremmo dirle che ci dispiace, ma non sappiamo di che missione si trattava. - Ah, non lo so nemmeno io. Io dovevo soltanto aspettare in quella vetrinafin che il nostro agente segreto si fossefatto vivo. -Interessante, - disse il professore, - aveteanche degli agenti segreti sulla Terra. E se andassimo a raccontarlo alla polizia? -Ma sì, andate in giro a parlare di un pulcinocosmico, e vi farete ridere dietro. - Giusto anche questo. Allora, giacché siamo tra noi, ci dica qualcosadi più su quegli agenti segreti. - Essi sono incaricati di individuare i terrestriche sbarcheranno su Marte Ottavo tra venticinque anni. - E' piuttosto buffo. Noi, per adesso, non sappiamo nemmeno dovesi trovi Marte Ottavo. - Lei dimentica, caro professore, che. lassùsiamo avanti col tempo di venticinque anni. Per esempio sappiamo già che il capitano dell'astronave terrestre che giungerà su Marte Ottavo si chiamerà Gino. - Toh, - disse il figlio maggiore del professor Tibolla, - proprio come me. - Pura coincidenza, - sentenziò il cosmopulcino.
    - Si chiamerà Gino e avrà trentatre anni.Dunque, in questo momento, sulla Terra, ha esattamente otto anni. -Guarda guarda, - disse Gino, - propriola mia età. - Non mi interrompere continuamente, -esclamò con severità il comandante dell'uovo spaziale. - Come stavo spiegandovi, noi dobbiamotrovare questo Gino e gli altri membri dell'equipaggio futuro, per sorvegliarli,senza che se ne accorgano, e per educarlicome si deve. -Cosa, cosa? - fece il professore. - Forse noi non li educhiamo bene i nostri bambini? - Mica tanto. Primo, non li abituate all'idea che dovranno viaggiare tra le stelle;secondo, non insegnate loro che sono cittadini dell'universo; terzo, non insegnate loro che la parolanemico, fuori della Terra, non esiste;quarto... - Scusi comandante, - lo interruppe la signora Luisa, - come sichiama di cognome quel vostro Gino? -Prego, vostro, non nostro. Si chiama Tibolla. Gino Tibolla. -Ma sono io! - saltò su il figlio del professore. Urrà, - Urrà che cosa? - esclamò lasignora Luisa. - Non crederai che tuo padre e io ti permetteremo... -Ma il pulcino cosmico era già volato inbraccio a Gino. - Urrà! Missione compiuta! Tra venticinque anni potrò tornare a casa anch'io. - E l'uovo? -domandò con un sospiro lasorellina di Gino. -Ma lo mangiamo subito, naturalmente. E così fu fatto.