indirizzo delle fate

Aguscello fra fantasmi ricordi e storia secolare


   Viaggio nel piccolo borgo che sorge a pochi chilometri daFerrara.In primo piano la Città del Ragazzo, Villa Trentini el’ ospedale dei bambini.A pochi chilometri dal centro della città sorge la frazionedi Aguscello.Per chi non avesse memoria storica il nome deriva dal latino “Lacuscellus”, diminutivo di “lacus”, laghetto oacquitrino. Già nel 1749 si ha notizia del primo insediamento incui la chiesa sorgeva proprio in mezzo a un pantano.«A quei tempi – ci racconta Luigi Fabbri, che risiedead Aguscello da oltre 40 anni – e parliamo dell’XI secolo circa, non c’erano strade e l'unico mezzo ditrasporto era la barca e si navigava lungo il Poattraverso canali impantanati. Uno di questi, appunto, attraversava il paese e passavavicino a San Bartolo, dove oggi c’è il vecchio ospedalepsichiatrico. Ora Aguscello è diventato un paese dormitorio: sonosorte in questi anni bellissime ville dove si sono trasferite diverse famiglie dal centro della città, ma si è andata perdendo quella che era la vita del borgo,fatta anche di amicizia fra le persone».In paese, troviamo il centro sociale polivalente Ancescao che costituisce uno dei pochi luoghi diaggregazione per la comunità locale, molto attivonell’organizzazione di iniziative sociali, culturali, ludiche e ricreative: immerso nella campagna,invece, si può scorgere l’aeroporto civile di Prati Vecchi con il campo di volo.Dando uno sguardo alla storia, come si evinceanche dagli scritti di Ugo Malagù, nel 1621, presso il borgo, sorse la villa Calcagni, di proprietà dei Barbieri - Ferrari, mentre l’altravilla, Trentini, sorta nei pressi della possessione“casino” nel 1880 e venne disposta su tre pianie due appendici.«All’interno della villa – ricorda Fabbri – vi erauna grande ghiera di pozzo del XV secolo chevenne donata e collocata, per volontà dell'alloraproprietaria Vittoria Trentini, all’interno del cortiledi Palazzo Renata di Francia sede dell’Universitàdi Ferrara in via Savonarola». Sulla via per Aguscello si trovava la casa fattoraledei Trentini, detta la Castella, un piccolo edificiodel tardo ‘600: una residenza estiva in cui paresoggiornò pure Ludovico Ariosto.Sulla via Comacchio, nella villa già dell’alloraSeminario, sorge il complesso edilizio della Città del Ragazzo, opera Don Calabria, detta anchel’Istituto degli artigianelli: era nato per ospitare 400giovani.Inaugurato da Pio IX, ospitò fra il 1916 e il 1917 anche il pittore Giorgio De Chirico e dove lo stessocominciò ad abbozzare la pittura metafisica. Ma Aguscello riserva anche un lato oscuro:l’ospedale pedagogico dei bambini, già conosciutocome ospedale psichiatrico infantile, abbandonatoall'inizio degli anni ’70.
Un tempo i bambini così detti vivaci venivanorinchiusi nella struttura ancora di proprietà della Croce Rossa Italiana in cui vivevanoanche i piccoli affetti da tubercolosi.«Prima di costruire l’edificio immerso nel verde della campagna – continua Fabbri – leautorità sanitarie visitarono il luogo e fecerodiversi sopralluoghi per trovare il punto esattodove la circolazione dell’aria e il ricambiodella stessa fosse ottimale, proprio perconsentire ai piccoli pazienti una miglioreossigenazione. Ma ora è tutto diroccato, pericolante. Un pezzo della nostra storia che si sta sgretolando come i muri dell’ospedale.Ma mi meraviglio come una struttura cosìimponente non potesse essere recuperata eadibita a ricovero di anziani o altro». Anche la redazione del programma di Italia 1,Mistero, visitò a febbraio l’ospedale deibambini, meta dei moderni acchiappa fantasmi a caccia di presunte apparizioni: si narra, infatti, che i piccoli ospiti dell’istitutomorirono tragicamente qualche anno primadella chiusura e le anime di alcuni di essi siano ancora intrappolate nell’edificio.E proprio Matteo Stoppini, responsabile del Centro Investigazioni Occulte di Paviaracconta l’esperimento fatto nella stanza della giostrina.
«Abbiamo installato un microfono per registrarele basse frequenze e una telecamera infrarossiper monitorare la giostra: dall’analisi del materiale è emerso un movimentoimpercettibile e anomalo della giostra».Federica AchilliFonte:lanuovaferrara