indirizzo delle fate

OMAGGIO A BEVILACQUA: LA CALIFFA


Doberdò è uno scaltro e maturo industriate, un "self-made-man" che si è costruito un piccoloimpero economico in una cittadina della provinciaemiliana. Per solidarietà con gli operai licenziati da un'altraimpresa fallita, le maestranze di Doberdò occupanogli stabilimenti. Nel fronteggiare la situazione, il padrone si mostra fermo, ma anche disponibile al dialogo; e quando una delle sue dipendenti, la bella e focosaIrene, detta "la Califfa", con un gesto volgare gli esprime pubblicamente il proprio disprezzo, egli simostra magnanimo per indurre gli operai (incerti trale direttive dei capi sindacali e gli incitamenti allaviolenza di estremisti facinorosi) a riprendere il lavoro.Irene è una donna indipendente e spregiudicata, rimasta vedova quando le hanno ucciso il maritodurante una dimostrazione, e risoluta a combatterel'odiato padrone.     
  Si lascia tuttavia, a poco a poco, ammorbidire e conquistare da Doberdò, negli incontri che i due hannoin fabbrica e poi anche nella villa dell'industriate. Irene diventa l'amante di Doberdò e induce gli operai ad ascoltare le proposte di rinnovamento e di partecipazione avanzate dall'industriale. I disordini, però, continuano; anche perché il progressismo dell'industriale non è benvisto dai suoi colleghi, che minacciano di esautorarlodalla direzione della loro associazione.
Così mentre da un lato Doberdò ritrova nell'amore perIrene la vitalità che aveva perduto nel monotono "ménage"con una moglie banale e un figlio capellone, dall'altro cerca di non farsi sfuggire di mano la situazione in fabbrica. Ma mentre, all'alba, rientra da un ennesimo incontrocon l'amante, è assalito e ucciso da sicari, che neabbandonano il corpo nei pressi della fabbrica.Ancora una volta Irene ha perduto così il suo amore. Fonte: UGO TOGNAZZI OFFICIAL WEB