KUSHINAGARA

Post N° 13


                 
     Mai  mi sarei aspettato di trovare nei suoi libri così profetici.. così realistici.. così spesso cupi.. una descrizione come quella che lessi nei suoi Diari.. alla data del 25 giugno 1914: una pagina radiosa e straordinaria dedicata all’apparizione di un angelo.. che forse non ci aspetterebbe di trovare proprio in Kafka.. un uomo che vive nell’angoscia e nella solitudine.. che si sente prigioniero nella stanza d’affitto.. che non si concede speranze dorate.     Eppure proprio a lui capita la straordinaria esperienza.. che riporto qui riassunta: “ Dalla mattina presto fino a questo crepuscolo ho passeggiato in su e giù per la stanza… Verso sera mi affacciai alla finestra e sedetti sul basso davanzale. Allora guardai per caso e per la prima volta l’interno della stanza e il soffitto. Finalmente… quella stanza cominciò a muoversi. Ciò ebbe inizio ai margini del bianco soffitto.. intorno al quale correva un leggero fregio di gesso. Pezzetti di intonaco si staccarono e caddero a terra.. come casualmente.. qua e là.. con colpi secchi… Poi al bianco del soffitto cominciò a mescolarsi un viola azzurrino.. a partire dal centro del soffitto che rimaneva bianco. A ondate di colore.. o forse la luce.. si propagava continuamente verso il margine che si andava oscurando. … Ed ecco.. in quel viola si insinuarono dai lati colori gialli.. giallo-oro. Ma il soffitto in realtà non si colorava: i colori lo rendevano soltanto trasparente e sopra di esso pareva che gli oggetti si librassero o lo volessero attraversare.. e già si vedeva un braccio che si stendeva.. una spada d’argento che si alzava e si abbassava. Ciò avveniva per me senza alcun dubbio: si stava preparando un’apparizione che doveva liberarmi. Balzai in piedi per fare tutti i preparativi.. spinsi la tavola verso il muro… Avevo appena finito.. allorché il soffitto si aprì davvero. Da grande altezza.. che avevo male valutato.. scese lentamente nella penombra un angelo vestito di panni di un viola azzurro.. cinto di cordoni d’oro.. con grandi ali bianche dal fulgore di seta.. la spada vibrata orizzontalmente nella mano sollevata. Un angelo dunque.. pensai. Tutto il giorno verso di me e io.. scettico che sono.. non lo sapevo. Adesso mi parlerà. Abbassai lo sguardo.. ma quando lo risollevai… “.     Quando Kafka solleva lo sguardo l’angelo non c’è più.. e la descrizione non porta  commenti alla straordinaria visione: un incontro vero ? Certamente Kafka si sente redento.      L’ incontro con l’angelo d’oro e d’azzurro.. che scende nella grigia stanza del poeta con le grandi ali bianche e fruscianti.. è una immagine stupenda che investe come un arcobaleno il cupo mondo kafkiano. Per il Poeta di Praga.. che meglio di ogni altro ha descritto la crisi dell’uomo moderno... non ci fu quindi solo alienazione e incomunicabilità.. ma anche un segno celeste. Uno solo.. per quanto ne sappiamo.. ma sufficiente ad illuminare una vita.