KUSHINAGARA

Post N° 109


              _ Est_Etica _          
     Mentre stavamo chiacchierando.. arrivò Trudy.. una scrittrice teutonica.. autodidatta.. non disse una parola.. si accoccolò in un angolo della stanza e rimase immobile.. araldica come un gatto egizio. Era una donna che doveva essere intorno ai cinquanta.. i lineamenti morbidi.. capelli ancora neri come la notte. Pensai a una foto.. un’immagine che risale al 1977.. al Caffè Caflish di Napoli. Contro una grande finestra.. si vedono due figure: sulla destra un uomo maturo.. le braccia conserte su un tavolo.. fissa come sporgendosi in avanti la figura che è sulla sinistra.. una giovane donna.. i seni pronunciati.. sigaretta fra le dita. L’uomo maturo guarda l’altra con una curiosità morbosa.. mentre questa è così dolce e arresa da risultare incomprensibile.. un autentico mistero. Forse mi illusi.. ma ebbi l’impressione che lo stesso sguardo di curiosità e di resa fosse negli occhi di Jack e Trudy.. quel pomeriggio di febbraio.. a quasi trent’anni di distanza dalla data della foto.     Ci fu un silenzio lunghissimo.. ipnotico come un brano di Philip Glass. Nella semioscurità.. la sentii dire: “Forse sei deluso da questo nostro incontro. Mi rendo conto che da me ti aspettavi qualcosa.. ma in qualche modo mi sto disabituando a parlare. Sto diventando come il popolo del sud: riservato.. difficile. E’ per questo che mi piacciono gli uomini di qui.. soprattutto gli anziani.. gli analfabeti. Non hanno bisogno di ricordare niente di ciò che hanno visto. Sanno quel che è successo direttamente sotto i loro occhi ”.     Gli dissi che mi sembrava un’idea estetizzante.  Jack che sembrava un fagotto appoggiato in terra.. disse: “Si certo.. è un’idea senza senso e senza valore.. come la maggior parte delle idee”.