Il Kebra Negast

QUESITO ALL'ARCA - PRONUNCIAMENTO SULLA PROMESSA


Anno 0 il dì 60° (1 marzo 2010 del tempo corrente)L'Arca è chiamata ad esprimersi.A quesito di una donna se una promessa fatta unilateralmente ad un uomo sulla fedeltà sentimentale e sessuale possa essere sciolta dalla stessa promettente in mancanza di una corrispettiva promessa da parte dello stesso umano, ovvero se questo stesso umano abbia negato la sua partecipazione ad essa. Giustizia viene chiesta.La promessa è un atto volontario che può essere sia unilaterale, sia bilaterale, sia con più soggetti coinvolti. Per la sua valenza può essere privata come pubblica.Si domanda: è possibile svincolarsi da una promessa? Quando lo è e quando non.Intanto diciamo che una promessa per essere tale deve essere un atto volontario non coercitivo. In sostanza colui/colei che fa una promessa deve essere cosciente di ciò che fa e non deve aver subito minacce, ricatti e/o pressioni che l'abbiano spinto/a a fare una data promessa. In presenza di tali atti coercitivi, la promessa de facto non è valida, risulta inesistente quindi come mai fatta.La donna sottopone il suo caso. Avrebbe fatto promessa a un uomo di essere a lui fedele per tutto il tempo che la loro relazione vivesse. In cambio la stessa ha chiesto all'uomo di fare altrettanto.La donna dice di volersi conformare a tale promessa a condizione che l'uomo in questione faccia altrettanto, ma lo stesso ha recisamente negato tale evenienza. L'uomo, però, ha sì preteso da lei che ella fosse vincolata a tale promessa ma per sé ha riservato massima libertà.Ora! C'è da dire che nessuno, sia umanamente, sia per giustizia divina ha l'obbligo di vincolarsi ad una promessa su sollecitazione altrui, né che, anche se condizionato a farlo, vi debba essere un vincolo insormontabile. Però, se una delle parti si vincola alla promessa anche quando l'altra parte, su richiesta, si rifiuta di aderire, la promessa è da considerarsi valida in quanto fatta con volontarietà, salvo che, come detto sopra non vi sia coercizione.Vagliamo ora quando una promessa non può considerarsi vincolante:1) Quando la stessa è improbabile da mantenere, ad esempio "Ti prometto di regalarti un milione di euro se vinco al superenalotto", in quanto le probabilità che un simile evento si verifichi sono remote. Tuttavia, nel caso il promettente vincesse per davvero, la promessa diventa vincolante.2) Quando la stessa è puramente figurativa. Ad esempio "Ti amo e ti prometto che per te arriverò sulla luna". Questa promessa è da considerarsi una licenza poetica, quindi non una promessa in senso stretto.3) Quando due o più agenti si fanno promessa reciproca vincolante ed uno di essi viene meno alla stessa, l'altro/i agente/i è o sono da considerasi liberati dal vincolo della stessa tranne nel caso in cui una delle parti o tutte abbiano esteso tale promessa anche nel caso in cui una di esse venisse meno al proprio vincolo.4) Per sopraggiunta impossibilità materiale e/o morale che impedisce ad una o più parti di poter far fede al proprio vincolo. In tal caso tutte le parti sono da considerarsi svincolate.5) Quando la promessa è estorta con coercizione.Nel resto dei casi il vincolo è un obbligo morale seppure, tale vincolo debba essere visto caso per caso. Nel caso in questione si parla di promessa che pertiene la sfera sentimentale e/o sessuale.E' logico pensare che in questo caso la promessa non possa considerarsi vincolante se non partecipano entrambe le parti; non avrebbe senso una promessa di fedeltà da una sola delle due parti in gioco.Vi è però il rovescio della medaglia, quando cioè le parti si fanno promessa di fedeltà reciproca fino alla morte del promettente stesso. In pratica la promessa di fedeltà eterna all'altra parte. In questo caso vi è un vincolo sancito dalle parti.In ogni caso, una promessa è un atto volontario a carattere morale e il vincolo che ne consegue è una scelta che pertiene solo l'individuo e la sua coscienza.Alla luce di tutto ciò, l'Arca ritiene che nel caso della donna non si possa invocare giustizia, poiché la promessa da lei eventualmente fatta rientrerebbe in uno dei casi nel quale esiste solo la scelta individuale.Cosa si intende con ciò; analizziamolo.La promessa di fedeltà sentimentale e/o sessuale richiederebbe l'assenso di entrambe le parti. Questo però non è del tutto vero, poiché una delle parti potrebbe benissimo scegliere di conformarsi al vincolo senza che l'altra parte faccia lo stesso.Non c'è coercizione. L'uomo in questione non ha costretto la donna ad una promessa vincolante. Lo stesso ha posto una conditio sine qua non, vale a dire che lo stesso, per mantenere una relazione con lei ha posto la condizione a che la stessa gli fosse fedele ma per suo conto tale condizione non dovesse valere. Questo fatto esclude quindi che in ballo vi sia una promessa, ma solo una condizione posta, il che richiede appunto solo una scelta; accettare e quindi conformarsi ad essa o rifiutare, e in tal caso non si può più parlare di venir meno ad una promessa.L'uomo, nel suo libero arbitrio, pone le condizioni su cui basare una relazione. Tale libertà non può essere limitata né essere giudicata esecrabile, in quanto, dal suo punto di vista la relazione che lui vuole dalla donna deve avere condizioni a lui congeniali; e cioè, lei deve promettere di essergli fedele, ma lui non deve avere questo vincolo, riservandosi così, la libertà di avere quante più relazioni vuole.Si può non essere daccordo con l'umano, ma questo non è oggetto di giudizio da parte dell'Arca.L'umano chiede che sia fatta una scelta da parte della donna e come detto sopra, la stessa ha due sole possibilità; accettare e conformarsi o rifiutare.In conclusione, la richiesta di giustizia per una promessa, richiesta dalla donna non può essere accolta in quanto non si può far giustizia su una scelta.La donna non è sottoposta ad una promessa a suo tempo formulata, in quanto la stessa promessa non sussiste. Ciò che a ella vien chiesto, è di fare una scelta su delle condizioni poste per una relazione. La promessa in questione andrebbe formulata solo successivamente all'accettazione di tali condizioni. Quindi per poter fare la promessa dovrebbe accettare le condizioni poste.Pertanto, se la donna fa tale promessa, ella stessa si vincola al patto volontariamente e quindi nessuna giustizia umana o divina può scioglierla da tale vincolo. Il fatto di asserire che si è disposti a promettere solo dietro reciprocità dell'altra parte, non cambia il fatto che la questione posta è sul fatto che la donna deve o non deve operare una scelta.Dato di fatto: non ci sono promesse, non ci sono quindi vincoli da sciogliere.E' opinione quindi che da questo santo luogo non possano che uscire i seguenti suggerimenti.La donna faccia la sua scelta e si conformi ad essa accettandone le conseguenze. Si intende quindi dire che la donna è posta di fronte a delle scelte: 1) accettare la relazione con l'uomo con le condizioni dallo stesso poste senza alcun patteggiamento;2) non accettare le condizioni poste dall'uomo e di fatto rifiutare la relazione in toto;3) trovare insieme all'uomo la via conciliante che appaghi i desideri di entrambe le parti.Suggerisce, inoltre, all'uomo di mitigare le sue pretese ricambiando il patto di fedeltà reciproca come è usanza morale umana.L'Arca asserisce quindi:a) A nessuna delle parti sia imposta una scelta né sia espresso un giudizio, positivo o negativo.b) Che l'umano sia libero di porre condizioni a lui gradite e che nessuno abbia a dolersene se accetta tali condizioni.c) Che la donna non si senta vincolata da alcuna promessa, in quanto la stessa è inesistente.d) Si chiede alla donna di fare la sua scelta, nitida, ponderata e intelligente. e) Che ciò che è detto dall'Arca sia pubblicato sul blog del Custode dell'Arca su consenso della postulante.f) Che questo pronunciamento sia posto al vaglio e approvazione dell'Oracolo. L'Arca si è espressa.L'Oracolo nel dare il suo assenso intende sottolineare il punto b) delle asserzioni dell'Arca e cioè; Che l'umano sia libero di porre condizioni a lui gradite e che nessuno abbia a dolersene se accetta tali condizioni.La postulante acconsente alla pubblicazione.Il Custode dell'ArcaAnno 0 il dì 60° et 61° (1-2 marzo 2010 tempo corrente)Iniziali chiarimenti a seguito del pronunciamento: DONNA - Solo il DISTACCO permette ad una Donna  - ogni donna - di diventare - padrona delle proprie emozioni e dei sentimenti.CUSTODE - Tutti operano delle scelte. Scegli, fai, e stai. Il fatto di essere incarnati umani implica che si debba operare in ogni caso delle scelte; di esse l'Arca non si fa carico. Ma tu all'Arca hai chiesto giustizia per svincolarti da una promessa. L'Arca ha risposto. Ed ha anche risposto che sulle scelte - fatte, non fatte, da fare non intende porre giudizi. Per nessuno. DONNA - (omissis) ... dopo di che la donna ha chiesto la giustizia sulla liberazione dalla promessa e l'ha ottenuta dall'arca. Basta. Non si vede perché la donna debba fare la sua scelta; diventa un altro .. dovere.. un altra coercizione.CUSTODE - Innanzi tutto non vedo dove sia la coercizione o il dovere imposto dall'Arca. L'arca ha formulato un pronunciamento su principi morali senza tener conto di chi abbia ragione e chi abbia torto. Ha infine formulato solo dei SUGGERIMENTI.In concreto, tra l'altro non esiste affatto il problema che poni poiché i suggerimenti sono 3 (tre) uno è una scelta da operare, gli altri due possono benissimo essere delle NON scelte; il punto due è in pratica una non scelta, vale a dire che non accettando le condizioni imposte, la donna non opera alcuna scelta e prosegue sulla propria strada senza curarsi di ciò che lascia dietro di sé. Il terzo punto è addirittura fuori dal concetto di scelta poiché è un suggerimento alle parti di trovare una via di mezzo che soddisfi entrambi... In pratica, il pronunciamento dell'Arca è un giudizio salomonico; un non giudizio. Non stabilisce diktat, lascia alla donna ogni decisione in merito senza intervenire né influenzare in alcun modo la libertà stessa della questuante.