Creato da: Kronos115 il 22/07/2005
l'ineffabilità dei sogni

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Terra

Post n°9 pubblicato il 17 Agosto 2006 da Kronos115

Camminiamo
sopra uno specchio
senza mercurio,
sopra un cristallo
senza nubi.

Se i gigli nascessero
al rovescio;
se le rose nascessero
al rovescio;
se le radici
guardassero le stelle,
e il morto non chiudesse
gli occhi,
saremmo come cigni.

                                 Federico Garcìa Lorca

 
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Post n°8 pubblicato il 05 Agosto 2006 da Kronos115

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La notte bella 

Post n°7 pubblicato il 28 Luglio 2005 da Kronos115
Foto di Kronos115

Devetachi, il 24 agosto 1916 

Quale canto s'è levato stanotte
che intesse
di cristallina eco del cuore
le stelle

Quale festa sorgiva
di cuore a nozze

Sono stato
uno stagno di buio

Ora mordo
come un bambino la mammella
lo spazio

Ora sono ubriaco
d'universo

                                        Giuseppe Ungaretti



 
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Elevazione

Post n°6 pubblicato il 28 Luglio 2005 da Kronos115
Foto di Kronos115

Al di sopra degli stagni, al di sopra delle valli,
delle montagne, dei boschi, delle nubi, dei mari,
oltre il sole e l'etere, al di là dei confini delle sfere stellate,
spirito mio tu ti muovi con destrezza e,
come un bravo nuotatore che si crogiola sulle onde,
spartisci gaiamente, con maschio,
indicibile piacere, le profonde immensità.

Fuggi lontano da questi miasmi pestiferi,
va' a purificarti nell'aria superiore,
bevi come un liquido puro e divino
il fuoco chiaro che riempie gli spazi limpidi.

Felice chi, lasciatisi alle spalle gli affanni
e i dolori che pesano con il loro carico
sulla nebbiosa esistenza,
può con ala vigorosa slanciarsi
verso i campi luminosi e sereni;

colui i cui pensieri, come allodole,
saettano liberamente verso il cielo del mattino;
colui che vola sulla vita
e comprende agevolmente
il linguaggio dei fiori e delle cose mute.

                                                            Charles Baudelaire

 
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L'infinito

Post n°5 pubblicato il 27 Luglio 2005 da Kronos115
Foto di Kronos115

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.

                                                          Giacomo Leopardi

 
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