Artisti per passione

La danza dei pennelli


Ore 23.59La notte, quando le luci si spengono e i suoni fasidiosi della città si affievoliscono fino a diventare deboli sussurri, nella mia casa cala una strana atmosfera, quasi irreale. I bambini dormono tranquilli nei loro caldi lettini, la tv spenta per scelta, e solo la musica, quasi sempre la stessa, regna padrona.E' l'ora, la mia ora,mia e di nessun altro. I miei occhi perlustrano la casa in cerca di un particolare oggetto, il cuore freme per l'attesa, e quando il mio sguardo intercetta l'elemento tanto agognato, il tempo si ferma.Rigido, immobile, statuario nella sua strana forma di legno, ecco l'oggetto dei miei desideri.......il cavalletto.Nella penombra della camera, sembra invitarmi, pazientemente conta i miei passi, e quando solo un soffio ci divide, mostra al mio sguardo quello che gelosamente custodisce e protegge nelle sue protuberanze lignee.......la tela.La tela.....bianca, pura, di un candore immacolato, regina candida sul suo trono di abete, mi abbaglia col suo etereo pallore, mi affascina, mi sgomenta, mi supplica di crearle una sua identità, mi chiede di darle un nome, un senso, un significato.             Attratta come una mosca nella tela di un ragno, senza distogliere lo sguardo da quella pallida visione, cerco con la mano la mia poltroncina sgangherata, la accosto e mi siedo, osservo e continuo a guardare quel rettangolo bianco, apparentemente senza vita. I pensieri si affollano nella mia mente, le idee si intrecciano e si inseguono, cerco l'ispirazione , la scintilla, guardo di nuovo la tela e questa volta vedo.                   Vedo ciò che fin'ora era rimasto segreto, vedo ciò che era sempre stato là, nelle trame del tessuto, ne riconosco le forme, le linee, le sfumature e i colori, vedo ciò che l'occhio umano vedrà in seguito, vedo quello che era rimasto lì in attesa che io rimuovessi il pallore della tela.....il dipinto.Estasiata dalla scoperta, mi alzo, vado a prendere un altro goccio di caffè, mi accendo l'ennesima sigaretta, mi risiedo e comincio la mia " danza dei pennelli".La tavolozza , fino allora dimenticata, sembra affamata di colori, si offre a me come un tenero amante, pronta ad accogliere il liquido denso che sgorga dai tubi. Il rosso, tra l'altro sempre predominante nei miei quadri, si adagia morbido e sensuale, attende pazientemente la tenera carezza del pennello che si immergerà nelle sue spire. Segue il giallo, quasi sempre accompagnato dal viola, tarda il verde, la cui fuoriuscita è bloccata da una fastidiosa e rinsicchita crosticina, arrogante e prepotente il nero, silenzioso il bianco, allegro il blù.La danza dei pennelli si fa' sempre più frenetica, il ritmo cala o aumenta a seconda della sfumatura, la musica guida la mia mano e il mondo esterno diventa nebbiolina tremolante, la tela prende vita e il risultato di quelle che saranno ore spese a dipingere,finalmente si mostra al mio sguardo: il dipinto è nato.                                                                                                           Rorò