Creato da KalisperiKKa il 11/09/2007

MILLE ARCOBALENI...

Per chi conserverà un cuore bambino, ci sarà sempre una pentola d'oro.

 

 

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BANTRY HOUSE, MIZEN HEAD,SHEEP’S HEAD WAY, DURRUS

Post n°20 pubblicato il 27 Aprile 2010 da KalisperiKKa
 

Bantry h. 09,15
Partenza per la visione dall’alto della Bantry Bay.
h. 09.45 Ballyroon. Fermi su uno spuntone di roccia ad aspettare che passino le nubi per poter godere il panorama che dovrebbe offrire questo sito.


Visita alla Bantry House (La foto appartiene a WIKIPEDIA: qualora l'autore ritenessi lesi i diritti di copyright è pregato di segnalarcelo e la stessa sarà rimossa prima possibile)

Le condizioni climatiche non promettevano niente di buono.
Una pioggia fitta ed incessante, unita ad una foschia densa, rendevano vano qualsiasi tentativo di godere dei panorami della Bantry Bay.

Decidevamo, quindi, di visitare la famosa Country House;
La scelta aveva molteplici vantaggi: rimanevamo al coperto, visitavamo qualcosa di interessante e…non ci lasciavamo scoraggiare dal tempo!
La villa era una sorta di museo che raccoglieva oggetti collezionati dai vari proprietari in giro per il mondo.

C’erano arazzi settecenteschi, mobili dello stesso periodo, porcellane e molte altre cose di dubbio gusto, ma di grande valore storico. Bellissime le vedute di Piranesi di Roma e Tivoli.

Il giardino, purtroppo, continuava ad essere sotto la pioggia incessante, ma la visita ce la siamo concessa ugualmente.
Molto bella la veduta della baia, già dalla balconata del giardino sul fronte principale e doveva esserlo altrettanto guardato dalla sommità della ripida scalinata, da cui è stata scattata la foto sopra, la cui salita era “a tuo rischio e pericolo” (come recitava un cartello). Purtroppo, una volta giunti in “vetta” (gli scalini erano davvero tanti e molto ripidi, oltre che insidiosi a causa della pioggia) solo una vista appannata dalla nebbia e delle panche inutilizzabili a causa dell’acqua.
Nel boschetto, che stavano intorno allo spiazzo in cima alla scala, era ovviamente, era impensabile addentrarsi.
La guida parlava anche di un magnifico roseto, che avrebbe dovuto essere nei pressi della Tea room, ma non ne abbiamo trovata traccia.


Dopo la visita ed il pranzo consumato in macchina, per la pioggia, siamo partiti alla volta della penisola di Mizen Head


Un’ora di viaggio per arrivare al punto più a sud dell’Irlanda. Qui avremmo visitato la stazione Radio che trasmette segnali in caso di nebbia.

Posizionata all’estremità della penisola e collegata a questa solo grazie ad un vecchio ponte in acciaio bisognoso di manutenzione (nella foto), conservava un fascino straordinario.
Le alte scogliere con l’erba quasi sul ciglio, l’Oceano in tempesta, il vento ed il tempo estremamente variabile, erano la suggestiva cornice naturale, mentre, all’interno, le foto in bianco e nero raccontavano dei tempi in cui Guglielmo Marconi vi condusse degli studi e di quando la stazione era abitata ancora da un essere umano che si occupava del funzionamento della stessa, attualmente completamente automatizzata.

Proprio l’idea della solitudine del tecnico, alleviata temporaneamente dai soggiorni della famiglia, dava all’ambiente quell’aria di tristezza che si acutizzava guardando l’oceano attraverso i finestroni in quella giornata decisamente poco estiva.


Oltre alle foto, la stazione ospitava anche pannelli esplicativi e delle ricostruzioni (discutibili) della vita all’interno di essa.

Solo visitando gli ambienti, ci siamo resi conto che il Fastnet Lighthouse, ossia il FARO vero e proprio, non era compreso nella visita.
L’illusione di poter fare anche questa entusiasmante esperienza, era dovuta ai pannelli illustrativi incontrati nel percorso di avvicinamento alla stazione. C’erano descrizioni sulla tipologia e funzionamento del faro ed anche una ricostruzione in scala della planimetria dello stesso con l’esatta collocazione dei blocchi di pietra.
Tornati al centro visite, un po’ delusi per la scoperta, ci siamo cimentati nel tentativo di capire dove, realmente il faro fosse collocato.

Dopo aver scrutato il mare in burrasca attraverso le vetrate, finalmente  lo scoviamo in mezzo ai flutti ed alla foschia!Peccato non averlo potuto realmente visitare!

La “gita” s’è conclusa con la sosta al provvidenziale coffè shop, dove il cheese cake,  non era particolarmente eccezionale .

Lasciato Mizen Head, la tentazione di andare a vedere un altro faro è stata forte, così, nonostante la pioggia che, nel frattempo era ripresa (ci aveva concesso una tregua giusto il tempo necessario per la visita alla stazione).

Il faro nostra meta si trovava all’estremità della SHEEP’S HEAD WAY: stretta penisola affacciata sull’oceano.

Purtroppo, il faro si trovava in fondo ad uno scosceso e sdrucciolevole sentiero percorribile solo a piedi, che conduceva sul ciglio della scogliera e, vista la pioggia ed il vento, non abbiamo potuto avvicinarci. Così, scesi dall’auto, ferma sull’ultimo spiazzo utile, non abbiamo potuto far altro che contemplare quello che del panorama, era percepibile.

Alle h. 06.06 p.m. decidevamo che le escursioni potevano dirsi terminate e che era ora di cercare un posticino per cenara.
Fermati a Durrus (ma non eravamo in Sardegna!) scoprivamo che la scelta poteva ricadere sull’unico locale aperto che serviva la cena. Il locale, all’apparenza un pub, in realtà aveva una sala sul retro molto più simile ad un ristorante che ad un pub. La cena non è stata eccezionale, ma non c’era veramente di meglio.

 

I PENSIERI DELLA BUONA NOTTE

Gli irlandesi vivono in posti improbabili, distanti chilometri dai centri abitati.
Condividono spazi infiniti con pecore, corvi e gabbiani.
Guardano orizzonti di mare, da prati coperti di erica e margherite

ma…
…non è vero che consumano tutti l’Irish breakfast
…non è vero che non usano mai l’ombrello,
…non è vero che c’è sempre il vento,
…non è vero che sono tutti rossi di capelli e con le lentiggini

Hanno un gran senso del business: fanno pagare (caro) qualsiasi cosa “visitabile”.
Hanno supermarket aperti ventiquattro ore…
ma non hanno i miscelatori nel bagno! (oltre che i bidet.. …ma quello lo sapevamo)
E poi…
Hanno maree che vanno e vengono
seguendo l’umore del mare e quello della luna.

P.S.
Mizen Head è un posto magico, di frontiera.
Si sente ruggire il mare,
la fotocamera cattura immagini per illustrare le emozioni,
i pensieri seguono il flusso delle correnti e l'impeto delle onde.
Da questa visita sono scaturiti due post specifici, pubblicati all'inizio di questo blog e di cui aggiungo il permalink.
Sono post "di pensieri" e non il diario di viaggio.

Buona lettura!
(ecco i link)

 

 

 

 
 
 
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 In Irlanda, devi camminare con passo leggero, sui solai di legno.
Devi avere spirito leggero,
per accettare la pioggia incessante o improvvisa.
Devi avere cuore leggero,
perché ciò che vedrai
lo caricherà di emozioni.
E una mente leggera,
per ricordare i colori
dei mille arcobaleni.

Kali

 

 

 

IL PERCORSO "ON THE ROAD"

Questa è la mappa che trovate (ad una definizione decisamente migliore ed interattiva) nel mio fotoblog cliccando su "cartina".
I pallini indicano i luoghi di ripresa delle foto: in questo modo potete avere l'idea del percorso "on the road" durato quindici giorni.

 

IL CIELO D'IRLANDA -FIORELLA MANNOIA-

Perché...l'Irlanda ed il suo cielo sono proprio così!

 

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Ogni volta che vedevo quelle deliziose pecore dal muso nero...mi veniva in mente questo cartone animato!

 

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Questo non c'entra niente con l'Irlanda...ma il mio animo" gattofilo" non ha saputo resistere!

 

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