UNA MIA CARISSIMA AMICA, SWALA_SIMBA, HA DETTO, IN UN COMMENTO AL PRECEDENTE POST, CHE DOPO AVERLO LETTO HA AVUTO UN INCUBO..... BENE A PROPOSITO DI UNCUBI LEGGETE QUEST'ALTRO... BUON SONNO!SIAMO DAVVERO CONSAPEVOLI DI QUANTO CI STANNO RUBANDO CON IL CONTRIBUTIVO RISPETTO A QUANTO VERSIAMO? Fatta la domanda...... qualcuno ci ha risposto così.dal Fatto Quotidiano di Lavoce.info (a firma di Massimo Baldini, Carlo Mazzaferro e Paolo Onofri) | 7 luglio 2014Cosa sanno i lavoratori della pensione?Qual è il grado di comprensione che gli italiani hanno dei cambiamenti in atto e di quelli prospettici nel sistema pensionistico pubblico? Rispondere a questa domanda è più che un lezioso esercizio accademico. Rendere i lavoratori correnti consapevoli delle implicazioni della nuova normativa sull’importo atteso della loro pensione e sull’età a cui potranno accedervi, oltre che un atto di trasparenza, è anche una politica cruciale per consentire loro di mettere in atto quei comportamenti compensativi nelle scelte di consumo e offerta di lavoro, tutt’altro che facili da programmare, ma necessari in un contesto radicalmente differente rispetto a quello passato. Fino a ora purtroppo non è stato fatto molto in questo ambito.I lavoratori di oggi (e quindi i pensionati futuri) andranno in pensione con una regola di calcolo delle prestazioni meno generosa rispetto a quella di cui hanno potuto godere i loro genitori e con un’età più elevata. Se il primo fattore (riduzione delle prestazioni) lascia pensare che sia necessario aumentare oggi il risparmio per fare fronte alla riduzione futura della pensione pubblica, il secondo, allungando la fase attiva e riducendo quella di riposo, va nella direzione opposta. Alla luce di queste considerazioni lo scenario futuro per i lavoratori attuali deve essere fonte di preoccupazione, oppure le riforme pensionistiche sono effettivamente state in grado di mettere in sicurezza non solo la sostenibilità finanziaria del sistema, ma anche l’adeguatezza delle sue prestazioni? E soprattutto i lavoratori correnti quanto hanno incorporato nelle loro aspettative i cambiamenti in atto?Aspettative e realtà dei fattiSu questo ultimo punto è interessante il dato della tabella 1, che riporta il valore del tasso di sostituzione atteso della pensione pubblica rispetto all’ultima retribuzione percepita prima di accedere al pensionamento a partire dal 2000 e fino al 2012 su un campione rappresentativo della popolazione italiana.Tabella 1 – Rapporto atteso tra pensione e ultima retribuzione per i lavoratori. Valori percentuali.
Informazione e pensioni: il diavolo sta nei dettagli
UNA MIA CARISSIMA AMICA, SWALA_SIMBA, HA DETTO, IN UN COMMENTO AL PRECEDENTE POST, CHE DOPO AVERLO LETTO HA AVUTO UN INCUBO..... BENE A PROPOSITO DI UNCUBI LEGGETE QUEST'ALTRO... BUON SONNO!SIAMO DAVVERO CONSAPEVOLI DI QUANTO CI STANNO RUBANDO CON IL CONTRIBUTIVO RISPETTO A QUANTO VERSIAMO? Fatta la domanda...... qualcuno ci ha risposto così.dal Fatto Quotidiano di Lavoce.info (a firma di Massimo Baldini, Carlo Mazzaferro e Paolo Onofri) | 7 luglio 2014Cosa sanno i lavoratori della pensione?Qual è il grado di comprensione che gli italiani hanno dei cambiamenti in atto e di quelli prospettici nel sistema pensionistico pubblico? Rispondere a questa domanda è più che un lezioso esercizio accademico. Rendere i lavoratori correnti consapevoli delle implicazioni della nuova normativa sull’importo atteso della loro pensione e sull’età a cui potranno accedervi, oltre che un atto di trasparenza, è anche una politica cruciale per consentire loro di mettere in atto quei comportamenti compensativi nelle scelte di consumo e offerta di lavoro, tutt’altro che facili da programmare, ma necessari in un contesto radicalmente differente rispetto a quello passato. Fino a ora purtroppo non è stato fatto molto in questo ambito.I lavoratori di oggi (e quindi i pensionati futuri) andranno in pensione con una regola di calcolo delle prestazioni meno generosa rispetto a quella di cui hanno potuto godere i loro genitori e con un’età più elevata. Se il primo fattore (riduzione delle prestazioni) lascia pensare che sia necessario aumentare oggi il risparmio per fare fronte alla riduzione futura della pensione pubblica, il secondo, allungando la fase attiva e riducendo quella di riposo, va nella direzione opposta. Alla luce di queste considerazioni lo scenario futuro per i lavoratori attuali deve essere fonte di preoccupazione, oppure le riforme pensionistiche sono effettivamente state in grado di mettere in sicurezza non solo la sostenibilità finanziaria del sistema, ma anche l’adeguatezza delle sue prestazioni? E soprattutto i lavoratori correnti quanto hanno incorporato nelle loro aspettative i cambiamenti in atto?Aspettative e realtà dei fattiSu questo ultimo punto è interessante il dato della tabella 1, che riporta il valore del tasso di sostituzione atteso della pensione pubblica rispetto all’ultima retribuzione percepita prima di accedere al pensionamento a partire dal 2000 e fino al 2012 su un campione rappresentativo della popolazione italiana.Tabella 1 – Rapporto atteso tra pensione e ultima retribuzione per i lavoratori. Valori percentuali.