Fonte: Il Fatto Quotidiano a firma di Fabio Marcelli del 8 aprile 2015Ci sono voluti oltre tredici anni e l’intervento della Corte europea dei diritti umani per stabilire a chiare lettere che l’indegno comportamento tenuto dagli organi di polizia in occasione dell’assalto notturno alla scuola Diaz ha violato ogni più elementare norma giuridica e che ha integrato gli estremi del crimine di tortura come definito dalle convenzioni internazionali ed europee in materia.Come mi pare di avere già scritto su questo blog, ero presente alla scuola Diaz da poco tempo dopo l’effettuazione dell’assalto. Non dimenticherò mai il giornalista britannico che giaceva in una pozza di sangue, gli occhi vacui dei poliziotti mascherati, i corpi dei feriti che lasciavano l’edificio in barella o trascinandosi, la criminale arroganza dei funzionari che uscivano baldanzosi dopo aver ordinato alle loro truppe il massacro di qualche decina di persone inermi.Evidentemente sicuri della copertura politica da parte di un governo che all’epoca si chiamava Berlusconi-Fini.E’ per questo che trovo sorprendenti le dichiarazioni di Fini, il quale afferma oggi che i colpevoli delle violenze vanno puniti e messi in condizione di non nuocere ulteriormente. Lui dov’era in quei giorni? Dov’era Sabella, oggi responsabile della legalità al Comune di Roma e in quei giorni autore di una visita nell’altro luogo di tortura, Bolzaneto (su cui si aspetta una sentenza analoga a quella relativa alla Diaz), da cui non emerse assolutamente nulla per fermare gli abusi e punirne i responsabili?
La Diaz e la tortura: una condanna esemplare
Fonte: Il Fatto Quotidiano a firma di Fabio Marcelli del 8 aprile 2015Ci sono voluti oltre tredici anni e l’intervento della Corte europea dei diritti umani per stabilire a chiare lettere che l’indegno comportamento tenuto dagli organi di polizia in occasione dell’assalto notturno alla scuola Diaz ha violato ogni più elementare norma giuridica e che ha integrato gli estremi del crimine di tortura come definito dalle convenzioni internazionali ed europee in materia.Come mi pare di avere già scritto su questo blog, ero presente alla scuola Diaz da poco tempo dopo l’effettuazione dell’assalto. Non dimenticherò mai il giornalista britannico che giaceva in una pozza di sangue, gli occhi vacui dei poliziotti mascherati, i corpi dei feriti che lasciavano l’edificio in barella o trascinandosi, la criminale arroganza dei funzionari che uscivano baldanzosi dopo aver ordinato alle loro truppe il massacro di qualche decina di persone inermi.Evidentemente sicuri della copertura politica da parte di un governo che all’epoca si chiamava Berlusconi-Fini.E’ per questo che trovo sorprendenti le dichiarazioni di Fini, il quale afferma oggi che i colpevoli delle violenze vanno puniti e messi in condizione di non nuocere ulteriormente. Lui dov’era in quei giorni? Dov’era Sabella, oggi responsabile della legalità al Comune di Roma e in quei giorni autore di una visita nell’altro luogo di tortura, Bolzaneto (su cui si aspetta una sentenza analoga a quella relativa alla Diaz), da cui non emerse assolutamente nulla per fermare gli abusi e punirne i responsabili?