XXI secolo?

Quando Rodotà non ci fece sentire soli


di Andrea Scanzi | 24 giugno 2017Stamani (24/06/2017) Il Fatto Quotidiano pubblica l’intervento di Stefano Rodotà alla serata che organizzammo a Roma il 2 dicembre per il “No” al referendum – indecente – voluto dal pokemon tontolone. C’erano tante belle persone e un clima strano. Bello, ma strano. Temevamo eccome la vittoria del giglio babbeo. C’ero anch’io. Sul palco, insieme ad amici, lessi un pezzo di Calamandrei. Accanto a me, dietro le quinte, tutti gli ospiti. Attori, registi, scrittori, giornalisti, cantanti.Avevamo la sensazione di fare la cosa giusta, anzi giustissima, ma anche di essere destinati a perdere. Ficarra e Picone sdrammatizzavano, Sabrina Ferilli provava a dare fiducia, Moni Ovadia infieriva sul niente (cioè su Renzi). Marco (Travaglio) non voleva sentir parlare di pronostici (e io glieli dicevo apposta, ovviamente ferali, soprattutto a cena dopo la serata a teatro). L’unico ottimista era Freccero, che aveva in mano sondaggi fatti da non so chi: avrebbe avuto ragione lui, per la fortuna di questo scombussolato paese. Anche Tomaso Montanari si mostrava moderatamente ottimista.Il resto sul Fatto Quotidiano::::::::::::::::::::::::::::::::
Oggi Stefano Rodotà è passato fra i più.. siamo davvero soli