XXI secolo?

Società e cultura note personali


Nella società occidentale così come la viviamo siamo sicuri che l'individuo sia così contento di viverci?Siamo sicuri che l'esaltazione massima della libertà individuale (fino al limite di una sorta di anarchia individualistica) porti al miglioramento del singolo nelle sue varie espressioni?Non sto facendo l'esaltazione del comunismo o di simili ideologie così come del comunitarismo (nelle loro varie e errate applicazioni), ma la massificazione dell'individuo (tipica della società consumistica) e la contemporanea estremizzazione della singolarità ci rendono si unici ma anche profondamente soli e vulnerabili verso l'esterno facile preda di venditori di fumo, unti vari, e mistificatori di idee di un malinteso senso del progresso (che io intendo culturale, morale, non solo tecnologico) e nell'avanzamento verso il nulla in un sistema che deve sempre e comunque crescere e per questo motivo non ha e da il tempo per fermarsi a riflettere perchè se lo facesse un minuto dopo crollerebbe vista la follia del suo modo di essere: vivi una vita, lotti, cerchi di migliorarti e alla fine cosa ottieni? nulla torni ad essere polvere ......So già che gli entusiasti diranno che non è così, che mi sbaglio ecc. ma nessuno mi toglie dalla testa che quello che viviamo ora sia il crepuscolo della società occidentale, soprattutto della sua parte migliore (che ha espresso in vari modi e campi) quella che ci ha dato i greci, i da vinci, ecc., la fine di un'epoca di cui gli ultimi cent'anni credo che gli storici ricorderanno (se ci sarà un fututo con individui che faranno ricerche sul passato) come quello dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, delle risorse sprecate, dell'abbondono a se stesso di quasi 2/3 dell'umanità ad una vita di stenti e fame per far stare il restante terzo meglio: ma è all'interno di questo terzo che io focalizzo l'attenzione; perchè qui le differenze sono, in proporzione enormi (maggiori di quelle che riguardano il resto della popolazione) il 5% sta bene il resto vivacchia sulla soglia della povertà ma viene convinto dal potere e dal sentire comune che vive meglio degli altri e soprattutto vive "nel migliore dei mondi possibili" e, ritengo, sia questa la vera eutanasia: quella della ragione individuale, della coscienza individuale e colletttiva, della ragione stessa di esistere, e contare, della persona.Non sono in crisi nè depresso (nei limiti del possibile vista la società in cui viviamo) ma penso che se vogliamo essere realmente individui e non numeri o codici a barre con due gambe, dobbiamo cominciare a ricercare quei valori e ideali (nuovi o antichi non importa) ritenuti e visti da chi ha il potere (economico, sociale, politico, finanziario) come il drappo rosso messo di fronte ad un toro...... non ho stavolta autori o libri o idee da proporre ma solo note lanciate nell'oceano della rete.E se proprio volete guardate tutti i tags di questo blog che vanno appunto sotto la definizione di "anomia"  e capirete il senso del mio percorso ideale e di vita ciao